Una tranquilla crociera nel Mediterraneo si è trasformata in un’odissea, la scorsa estate, per una coppia di professionisti di Casal di Principe (Caserta), lui architetto, lei docente, che, con la loro figlia di 4 anni, sono letteralmente passati dal paradiso all’inferno. La bimba, infatti, durante la crociera – per scherzo, dirà poi – rivela agli animatori del miniclub della nave sulla quale sta viaggiando di essere stata molestata dal padre, in presenza della madre, nell’abitazione del Casertano dove la famiglia vive. I due animatori, un uomo e una donna, il primo del Brasile e la seconda di El Salvador, non perfettamente in grado di comprendere l’italiano, denunciano agli ufficiali di bordo le confidenze avute dAlla bimba e i due genitori, di ritorno da una escursione a Corfù, vengono bloccati e l’uomo, arrestato dalla Polizia con l’accusa di abusi su minore. La nave, appartenente alla flotta di una nota compagnia italiana, espletate le formalità, riprende il viaggio mentre mamma e figlia rimangono a terra, abbandonate a loro stesse. Gli inquirenti ellenici che indagano sulla vicenda non vogliono sentire ragioni, malgrado la moglie e anche la bambina, ascoltata da una psicologa in presenza di una interprete, abbiano sempre ribadito che si era trattato solo di uno scherzo. L’architetto viene incarcerato e i mesi passano, senza che possa dimostrare di essere innocente. La moglie le tenta tutte, dall’Italia, per cercare di riottenere la libertà del marito. I giudici ellenici ritengono che il caso è di loro competenza e l’architetto rimane in cella. La donna chiede finanche un mandato di arresto europeo, con il solo scopo di avere la sua consegna allo Stato italiano. Ma anche questo si rivela un buco nell’acqua. In prossimità del Natale scrive una lettera al Presidente della Repubblica e ai ministri degli Esteri e della Giustizia per invocare «tutti gli interventi necessari a restituire lo stato di libertà» al marito «restituendolo agli affetti della famiglia, soprattutto in vista delle festività natalizie, anche perché la figlia – evidenzia – sta subendo pesanti ripercussioni psicofisiche per avere dato origine alla vicenda, della quale si sente responsabile». L’architetto, incarcerato dal 24 agosto, dopo 112 giorni di reclusione, viene liberato dai giudici del Tribunale del Riesame di Corfù, precisamente lo scorso 14 dicembre, a seguito del pagamento di una cauzione di ben 5mila euro. Il professionista tornato in patria, decide, insieme con la moglie e con i loro avvocati, Maurizio Zuccaro e Ilaria Grumetto, di rendere nota la vicenda e di denunciare i due animatori per calunnia. Ad indagare sulla vicenda è il sostituto procuratore di Napoli Nord Manuela Massimo Esposito che lunedì scorso ha ascoltato l’architetto.
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