La “grande scommessa” di Manlio Torquato - Le Cronache
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La “grande scommessa” di Manlio Torquato

La “grande scommessa” di Manlio Torquato

di Marco Califano

Una grande scommessa, una “scommessa delle scommesse” come l’ha voluta definire il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato. E’ questa quella di cui parla nella lettera aperta, rivolta a tutti i sindaci dell’Agro, anche in vista delle prossime amministrative, per porre l’attenzione sull’Agro Nocerino-Sarnese da riunire sotto una sola direzione per un futuro beneficio di tutti i cittadini. Un sogno, quindi, quello di Torquato, di vedere tutto l’Agro riunito come un’unica grande città. «Ogni sindaco, per ciascuno dei 13 municipi dell’Agro, equivale ad un presidente di circoscrizione di una grande città». Così il primo cittadino introduce il documento che entra subito nel vivo del discorso. Un modo per far capire quanto nel territorio bisognerebbe essere uniti per rafforzassi a vicenda, senza egocentrismi. «Chiamatela Nocera de’ Pagani, o Valle del Sarno o Città dell’Agro, ma chiamiamola. Immaginiamo, programmiamo, parliamo. Facciamo». Un’esortazione quasi elettorale che vuole incentivare i primi cittadini a fare di più per un territorio che viene troppo spesso, a detta di Torquato, bistrattato solo dalla volontà di una carriera politica sicura. «Inquinamento, viabilità, trasporti, economia sono talmente connesse tra loro che basta un semplice divieto di accesso ad apparire peggio di una dogana», così il sindaco di Nocera inizia tutta la sequela di disfunzioni che affliggono da anni l’Agro Nocerino. Dall’inquinamento dell’aria dovuto ai servizi concentrati in poche aere ristrette, fino ai corsi d’acqua “fetidi” che passano per Nocera e confluiscono nel fiume Sarno. Parole anche per l’economia che, stando alle sue parole, non si solleva se i principali mercati ortofrutticoli non riescono a coordinarsi fra loro. Senza nulla togliere ai grandi disagi perenni della sanità: « Dalle malattie non si guarisce se i 3 principali ospedali di distretto non si organizzano in un Dea di 2° livello». Parole forti anche per l’ambiente, a cui l’uomo non risparmia la propria ingordigia di guadagno: «La natura è meno natura se il Parco del fiume Sarno non guarda al Parco dei Monti Lattari, in un’unica rete naturalistica che prevede colture, escursioni, tutela. Mentre si scava ancora dentro il culo della montagna». Molto su cui lavorare, quindi, e su cui Manlio Torquato ha molto da dire e, si spera, anche progetti da proporre affinché queste parole non restino solo retorica sterile. Ma intanto una voce si è alzata dal marasma di bocche parlanti, che nei fatti, poi, si riducono a mero silenzio. «Iniziamo a vederci, parlarci, litigando magari. Non prenotiamo poltrone o primati, ma idee e fatti, sopratutto. Perché o questo oriente, affogati e ristretti nel nostro cortile senza slanci, speranze… tragedie», si conclude la lettera.