Quando la Francese cacciò Legambiente da Taverna - Le Cronache
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Quando la Francese cacciò Legambiente da Taverna

Quando la Francese cacciò Legambiente da Taverna

di f.l.m.

A Battipaglia scoppia la polemica sui beni confiscati alla camorra tra Legambiente Campania e la sindaca, Cecilia Francese. In occasione del seminario informativo su “La gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata”, tenutosi ieri mattina presso il Liceo Artistico “Sabatini Menna” di Salerno, Alfredo Napoli, membro del direttivo regionale di Legambiente, ha rilasciato importanti dichiarazioni. La polemica si incentra sull’iniziativa “Semi di Legalità”, nata nel 2015, che ha consentito la realizzazione di orti sociali su di un terreno di circa 7mila metri quadrati confiscato alla criminalità organizzata, in località Taverna. Secondo Napoli, pochi giorni dopo il suo insediamento, la Francese avrebbe detto, in privato, ad un giornalista di Rai 3 che “Una delle prime cose che avrebbe fatto, dopo il suo insediamento, sarebbe stata quella di cacciare Legambiente da quel terreno, perché in realtà non era confiscato, e perché le serviva per fare altre cose”. Continuando nel racconto dell’aneddoto, risalente a 2 circa anni fa, Napoli ha detto: ”Quando sono andato al Comune di Battipaglia per parlare con la sindaca della questione, mi sono sentito dire, con urlacci che forse ancora riecheggiano nel palazzo, “Andate a coltivare i pomodori da un’altra parte”. Parole che lasciano poco spazio all’immaginazione, e che danno l’esatta dimensione delle difficoltà che incontrano le associazioni e le cooperative che si occupano della gestione dei beni confiscati. “Per portare avanti iniziative del genere c’è bisogno di un gran senso di responsabilità”, dice sempre Napoli: ”Noi di Legambiente, come tutte le altre associazioni, abbiamo delle grosse responsabilità, perché una volta ottenuto un bene, bisogna saperlo gestire. Non serve certamente per fare curriculum associativo, perché se non si sa gestire, il paragone con la gestione precedente ti vede perdente”. Battipaglia, inoltre, risulta essere la città della provincia di Salerno con più beni confiscati alla malavita:” Tra i numerosi beni e terreni confiscati, noi di Legambiente Battipaglia abbiamo l’onere e l’onore di gestirne 3. Oltre agli orti, intitolati alla memoria di Mimmo Beneventano e Angelo Vassallo, abbiamo preso in gestione il Caffè 21 marzo, primo bar confiscato alla criminalità organizzata e messo a disposizione della comunità. In più, un supermercato solidale, che vedrà la luce nei prossimi mesi, nel quale proveremo a reinserire nel mondo del lavoro persone che, per vari motivi, ne sono uscite, ed in cui venderemo prodotti biologici e in scadenza”. In conclusione, Napoli ha parlato di una villetta assegnata a Legambiente, sita a Castel Volturno, zona in cui sono moltissimi i beni confiscati alla criminalità, e del progetto che, in questo immobile, prenderà il via nella prossima estate. L’iniziativa, organizzata con il circolo di Succivo (Ce), vedrà la realizzazione di campi di volontariato che coinvolgeranno ragazzi di ogni nazionalità.