«Un accanimento da parte della parrocchia, che con arroganza e prepotenza non ha voluto nemmeno ascoltare i cittadini». Non ci sta il giudice Claudio Tringali, l’ex presidente della Corte d’Appello di Salerno nonché attuale presidente della Fondazione Menna, che è stato tra i firmatari della petizione contro la costruzione del complesso parrocchiale che dovrà sorgere all’interno del parco del Galiziano. Una polemica che, nonostante l’approvazione in consiglio comunale di mercoledì del progetto per la chiesa, non si placherà. «Le nostre osservazioni – ha spiegato Tringali – erano state fatte nel merito giuridico, ma soprattutto non ci siamo mai opposti alla costruzione di una chiesa, ma alla costruzione di questo progetto di chiesa. Anzi, personalmente, ho sostenuto la battaglia di don Luigi Zoccola quando ai tempi di De Biase fu data in concessione l’area, quindi non c’è nessuna guerra di religione. Non trovo giusto che questo progetto che occupa tutto il parco verde, eliminandone più della metà non venga approfondito e nemmeno le nostre motivazioni sono state prese in considerazione». Insomma, tra i comitati e chi ha firmato la petizione che vanta circa 700 firme ad oggi, tutti hanno le buone ragioni per proseguire nella battaglia. «Adesso attenderemo che venga depositata la delibera e valuteremo ulteriori azioni. Non sono contro il sindaco, non mi andrebbe uno scontro, perché ho stima del primo cittadino ma c’è stato sicuramente un accanimento da parte della chiesa – ha continuato il giudice – anche durante il famoso incontro che ci fu con l’amministrazione comunale per la presentazione del progetto. Non ci è stato dato modo di parlare, siamo stati aggrediti verbalmente, c’è chi è arrivato già prevenuto nei nostri confronti e molti giovani che si trovavano in disaccordo hanno avuto paura di essere aggrediti fisicamente per aver espresso il proprio dissenso. Ma in consiglio comunale si è deciso di approvare la cosa velocemente e siamo delusi che sia avvenuto senza un approfondimento delle questioni che noi abbiamo posto, questioni di rilievo giuridico soprattutto. Il progetto approvato non è nemmeno esecutivo, quindi non sappiamo come sia possibile tutto questo». Se il progetto non è esecutivo dunque si potrebbero incorrere in non pochi problemi. A quanto pare il progetto di don Luigi, approvato dall’allora sindaco De Biase, metteva d’accordo proprio tutti, tanto che si avviò anche una raccolta fondi per aiutare a finanziare il tutto, in quanto la Cei non avrebbe coperto l’intera cifra. Raccolta fondi a cui proprio Tringali partecipò: «Ci fu una polemica anche per quella raccolta fondi, ma noi eravamo d’accordo a quel progetto, a dimostrazione che non è una questione di guerra religiosa – ha concluso Tringali – noi all’atteggiamento prepotente ed arrogante della parrocchia che si è verificato negli ultimi giorni abbiamo risposto civilmente mettendo avanti la questione di diritto. Alla prepotenza ed arroganza il Comune però ha risposto con la quiescenza».
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