Pina Ferro
Una bancarotta da oltre 16 milioni di euro, si apre oggi il processo a carico di Carmine e Pasquale Malangone, proprietari della Cogemale e, riferimento secondo gli inquirenti anche della sas Cam, e degli imprenditori Massimo Sole e Franco Sica, accusati di avere concorso a svuotare le casse quando le società erano già sull’orlo di un crac. I quattro, sono stati rinviati a giudizio nel novembre del 2016 dal Gup del tribunale di Salerno Pietro Indinnimeo. Nella vicenda risultano indagati anche altri due imprenditore che lo scorso anno hanno scelto di essere processato con dei riti alternativi. Le società Cogemal e Cam furono dichiarate fallite il il 16 ottobre del 2012. Chiusure aziendali che secondo la Procura avvennero in maniera illecita. Secondo la ricostruzione operata dalla pubblica accusa, la distrazione di fondi sarebbe avvenuta soprattutto con la contabilizzazione, e la successiva rinuncia o svalutazione, di crediti per rapporti che sarebbero risultati inesistenti o gonfiati. La somma più elevata, che è stata rilevata nel corso delle indagini, riguarda l’acquisto di un terreno: secondo gli inquirenti vi è una differenza di 1 milione e 359mila euro tra la somma realmente pagata per l’anticipo al venditore e quella inserita nei documenti della Cogemal, un credito che successivamente sarebbe stati interamente svalutato attraverso l’apposita creazione di una posta di bilancio. A seguire nelle indagini compaiono i 795mila euro riportati nei libri contabili come un credito vantato nei confronti della “Azzurra srl” di Franco Sica, «per lavori edili che in realtà non risultano eseguiti»; la distrazione – spiegano gli inquirenti – si sarebbe concretizzata «nella rinuncia al credito, operata contabilmente il 31 dicembre 2011, epoca in cui la società era già in avanzato stato di decozione, mediante una ingiustificata svalutazione». Meccanismi analoghi sono stati ricostruiti per una partecipazione di 180mila euro nella “Domo srl” di Massimo Sole.