“Capo… dovete pagare il parcheggio…”. Guai a dire di no agli abusivi della sosta che si erano divisi le aree della città di Salerno. Un “non ho monete” o “non ti voglio dare nulla” equivaleva quasi sempre ad un’aggressione verbale o nel peggiore delle ipotesi al rischio di ritrovare l’auto completamente danneggiata. Ieri mattina, è stata messa la parola fine alle richieste estorsive poste in atto dai parcheggiatori abusivi abituè di diverse aree della città quali: piazza Vittorio Veneto (Ferrovia), area adiacente il Polo Nautico (Lungomare Colombo), area adiacente il Sea Garden in via Generale Clark, traverse viale Antonio Bandiere (zona Arechi nei pressi del multisala), Piazza Amendola (di fronte Questura), via San Leonardo (area di fronte ospedale), Marina d’Arechi – Stadio Arechi, Lungomare Clemente Tafuri (area circostante le piscine comunale), via Piave – Largo Annibale terzi (zona piazza san Francesco). All’alba di ieri i carabinieri del Comando provinciale di Salerno, agli ordini del colonnello Antonino Neosi, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare – emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno, Pietro Indinnimeo, su richiesta del sostituto procuratore Elena Guarino, nei confronti di 35 indagati (8 in carcere e 27 agli arresti domiciliari) ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di estorsione in danno di automobilisti. I soggetti assicurati alla giustizia, quattro dei quali marocchini, avevano organizzato la loro presenza sulle aree prescelte, dove nessun altro poteva avvicinarsi, come un vero e proprio lavoro. Ognuno aveva la sua area di sosta da controllare e il turno da rispettare. I provvedimenti eseguiti, arrivano al termine di una complessa indagine condotta dalla Compagnia dei carabinieri Salerno, guidata dal maggiore Rubbo, avviata nel novembre 2016 e che aveva come abbiettivo quello di accertare il fenomeno dei parcheggiatori abusivi molto diffuso nel capoluogo salernitano. Fenomeno che stava creando frustrazione nei cittadini salernitani e non. Spesso l’obolo chiesto ammontava anche a cinque euro. L’indagine, svolta attraverso metodi tradizionali supportati da attività tecniche e prolungati servizi dinamici con documentazione video-fotografica, ha permesso di delineare le responsabilità degli indagati in ordine all’esercizio abusivo, in modo professionale e organizzato, del servizio di parcheggio a pagamento in diverse zone della città di Salerno, anche in aree già adibite al parcheggio a pagamento o riservate alla sosta dei veicoli di portatori di handicap. In particolare, nel corso dell’attività investigativa sono state accertate le condotte degli indagati finalizzate a costringere gli automobilisti all’indebito pagamento di piccole somme di denaro (fino a 5 euro per ogni veicolo in sosta) mediante intimidazioni che consistevano nella prospettazione di aggressioni fisiche e danneggiamenti delle autovetture poi verificatesi, in alcune circostanze documentate, a seguito della mancata corresponsione del danaro richiesto indebitamente. Gran parte dei soggetti attinti dalle misure cautelare sono stati, anche di recente, destinatari dei provvedimenti di intimazione di allontanamento dalle aree nonché del divieto di accesso dall’area (Daspo), reiterando, nonostante l’inibitoria, l’illecita condotta contestata. Così come sottolinea il Gip nell’ordinanza i soggetti avvicinavano le persone che avevano appena parcheggiato la propria autovettura e chiedevano il pagamento della somma di danaro con modalità diverse: vi erano infatti individui che con fare e modi perentori inoltravano direttamente una somma di danaro; altri che subordinavano il parcheggio dell’auto al pagamento di una somma di danaro anche indeterminata sottolineando che in caso di mancato pagamento l’automobilista non poteva lasciare l’auto in sosta; altri che, complice il loro aspetto per nulla rassicurante soprattutto per anziani e donne con bambini, si limitavano a chiedere “qualcosa a piacere” “un caffè” ottenendo comunque il pagamento di una somma di danaro. Talvolta gli abusivi della sosta palesavano la loro presenza e controllo dell’area intervenendo con il pretesto di simulare un ausilio nelle manovre di parcheggio o ancora indicando all’autovettura che si avvicina alla “loro” zona il posto dove era possibile parcheggiare. L’operazione è stata resa possibile dalla grande collaborazione dei cittadini salernitani, estremamente refrattari a questo fenomeno delinquenziale.
I 35 parcheggiatori abusivi finiti in manette ieri mattina avevano “il posto fisso di lavoro” e non era permesso a nessun altro invadere l’area che gestivano. Pur non facendo capo a nessuno erano organizzati tra di loro con turni e luoghi di lavoro.
E’ stata un’attività investigativa meticolosa quella posta in atto dai carabinieri insieme al sostituto procuratore Elena Guarino. Decine e decine le denunce prese in esame. Segnalazioni fatte dai cittadini vittime delle estorsioni e delle aggressioni verbali subite. Il sostituto procuratore Elena Guarino ha illustrato il lavoro investigativo svolto sottolineando la grande collaborazione dei cittadini. Spesso l’obolo veniva chiesto anche per soste per le quali gli automobilisti avevano già acquistato il normale ticket previsto.
Piazza Vittorio Veneto – Ferrovia
Ad operare nell’area antistante la stazione ferroviaria di Salerno era soprattutto Riccardo Pisano, Salim Youssef, Larbi Kammache .
Tantissimi gli automobilisti che dopo aver raccontato agli investigatori di essere stati costretti a “versare una somma a piacere” hanno riconosciuto l’uomo nelle foto segnaletiche. Questi quasi sempre operava insieme ad una donna.
Una delle vittime ad esempio ha denunciato che: la mattina del 21 ottobre del 2016, dopo aver parcheggiato in un’area a pagamento antistante la Stazione Ferroviaria, aveva dato un euro ad un “parcheggiatore abusivo”, peraltro ubriaco. Poco dopo si sarebbe avvicinato un altro parcheggiatore, dall’aspetto “poco rassicurante”, per chiedergli altri soldi, in questo caso non corrisposti. Al rifiuto e all’invito ad andare via, motivato con la circostanza di aver già dato poco prima del denaro ad un altro parcheggiatore, l’uomo si rivolgeva nei con atteggiamento minaccioso, non sfociato in un’aggressione fisica solamente per l’intervento della moglie di quest’ultimo, sopraggiunta e posizionatasi tra i due proprio per evitare che la situazione degenerasse. E ancora, l’abusivo non lesinava di minacciare anche i disabili come si evince da alcune telefonate giunte proprio al 113. “…si buonasera, sono il dottor C…., senta io sto qua alla stazione, tra l’altro sono anche invalido, c’è un parcheggiatore abusivo che mi sta minacciando che se …. non so, se non gli do i soldi, qualcosa del genere, non troverò più la macchina, roba del genere, siccome non credo di dover accettare l’estorsione o una cosa del genere…”.
Era il 7 febbraio del 2017 quando Salim Youssef addirittura colpisce con pugni l’autovettura entro la quale si erano rifugiati la proprietaria ed il suo compagno. Motivo dell’atteggiamento violento il diniego a pagare la sosta. In un’ altra circostanza un’automobilista ha riferito che Larbi Kammache addirittura si era posizionato nella parte posteriore dell’auto, impedendo alla vittima di andare via; inoltre, portandosi un braccio dietro la schiena, come se volesse prendere qualcosa dalla tasca, la minacciava di tagliarle la faccia se non gli avesse dato i soldi.
Polo Nautico – Lungomare Colombo
Ad operare Roberto Frasca, Alberto Sica, Giordano Vincenzo e Luigi Galasso che con atteggiamenti poco rassicuranti intimidivano gli automobilisti che quasi sempre versavano quanto potevano per evitare danneggiamenti o altro. Singolare il racconto reso da una delle vittime ai carabinieri. La donna raccontò di essere stata addirittura rimproverata dal parcheggiatore per non aver racimolato subito i soldi che gli doveva per il solo fatto di aver parcheggiato l’autovettura. nello specifico quando la donna disse all’abusivo di non avere spiccioli, fu rimproverata con atteggiamento arrogante, da Sica che le sottolineò di dover provvedere prima a procurarsi i soldi per il pagamento. La vittima spaventata rassicurò Sica che lo avrebbe pagato al ritorno, cosa che fece allorquando, tornata a recuperare l’autovettura.
“Sea Garden” – Via Generale Clark
Qui a lavorare sono: Antonio Fortunato (classe 1960), Adriano Lembo, Giuseppe Fortunato, Antonio Fortunato (classe 1989), Michele Fortunato, Gerardo Lembo, Alessio Christian Del Campo, Angelo Cioffi .
Qui Domenico Boccia “subappaltava” l’area nella quale insiste il viciniore distributore di benzina, di cui è proprietario, ai parcheggiatori affinchè, oltre al marciapiedi, potessero avere la disponibilità di un più ampio spiazzo per aumentare la loro capacità recettiva e contemporaneamente i loro illeciti guadagni. Boccia subappaltava l’area per poter guadagnare, a sua volta, 20 euro a sera su singolo parcheggiatore. Qui le richieste di denaro arrivavano anche a 5 euro per tutta la notte. I parcheggiatori erano a conoscenza degli eventi in programma al Sea Garden e quindi sapevano quali erano i giorni di maggior affluenza. Anche qui chi si rifiutava rischiava di subire il danneggiamento della vettura.
Traverse Viale Antonio Bandiera nei pressi del cinema “The Space”
La turnazione delle ore di lavoro era coperta da Alberto Sica, Pasquale Napoli e Franco Barbarulo, Adriano Lemba e Aniello Candela. In concorso tra loro, fornivano indicazioni agli automobilisti in transito, mostrando gli spazi dove poter parcheggiare e riscuotendo indebitamente a turno somme di denaro come corrispettivo per il posteggio delle rispettive autovetture. Anche da quest’area i militari hanno ricevuto tantissime richieste di intervento.
Piazza Amendola – Via Monti – Piazza Luciani
Aree di pertinenza di Ferdinando Sagristano, Aurelio Schiavo e Noureddine Touga.
I primi due lavoravano soprattutto nell’area di sosta già gestita da Salerno Mobilità. Qui gli automobilisti erano costretti a pagare due volte la sosta (attraverso il ticket sosta ed agli abusivi). Talvolta gli indagati consigliavano anche ai loro “clienti” che potevano anche non mettere il grattino sul parabrezza.
Noureddine Touga lavorava anche in piazza Matteo Luciani e in via Monti. Tra l’ottobre 2016 e il gennaio 2017, nei pressi di via Monti, Touga Noureddine, spesso ubriaco, con atteggiamento minaccioso e vessatorio, costringeva in più occasioni un automobilista al pagamento di somme di danaro, quantificabili in uno o due euro e di cui a volte pretendeva delle integrazioni, corrisposte dalla vittima al fine di evitare ritorsioni personali, nonché danneggiamenti alla propria autovettura ivi parcheggiata.
Azienda Ospedaliera – Via San Leonardo
Da sempre il “regno” di Giovanni Marasco al quale talvolta si affiancava Cristian Carpentieri. Quest’ultimo si occupava principalmente dell’area di sosta prospiciente alla stazione della metropolitana. Qui le tariffe arrivavano anche ad 1 euro e 50. “se parcheggi e non mi paghi tutto può succedere” soleva dire a chi era titubante nel versare l’obolo.
Una volta ad un automobilista che stava cercando di posteggiare per recarsi in ospedale, Carpentieri indicandogli di posizionare il veicolo sul marciapiede, alla richiesta su chi fosse, disse “cerca di non farmi iniziare male la settimana, se vuoi parcheggiare, fallo dove ti ho detto”.
E ancora le richieste si alternavano da “Dammi i soldi” a “fatemi prendere un caffè”.
“Marina D’Arechi” – Stadio “Arechi”
Antonio Gisolfi, Antonio Fortunato (classe1989) e Massimiliano Edoardo Di Gregorio costringevano cittadini, che usufruivano degli spazi adibiti a parcheggio nei pressi del “Porto Turistico Marina D’Arechi”, a consegnare loro del denaro al fine di evitare ritorsioni personali e il danneggiamento delle autovetture. In particolare tra i tanti episodi emerge quello del 4 febbraio 2017, i primi due in maniera organizzata ed in concorso tra loro, davano indicazioni agli automobilisti in transito, segnalando la possibilità di poter parcheggiare e riscuotendo indebitamente denaro da tre di loro, che avevano posteggiato il proprio veicolo e che erano in procinto di assistere ad un incontro di calcio della Salernitana presso il vicino stadio: alle ore 14.35 circa. Nella stessa occasione Edoardo Di Gregorio dava indicazioni agli automobilisti in transito, segnalando la possibilità di poter parcheggiare in spazi a pagamento contrassegnati dalle strisce blu, e riscuotendo indebitamente denaro.
PiscineComunali–Lungomare ClementeTafuri
Antonio Barone e Vittorio D’Aniello mediante violenza e minaccia, pretendevano in modo reiterato e perentorio, una somma di danaro per il parcheggio dell’auto- costringendo i cittadini, che usufruivano degli spazi adibiti a parcheggio a pagamento antistanti la piscina comunale, oltre a corrispondere la regolare tariffa attraverso l’acquisto del ticket, a consegnare loro del denaro al fine di evitare ritorsioni personali e il danneggiamento delle autovetture.
Via Piave – Largo Annibale Sterzi – Stadio Vestuti – via Roma
Vincenzo Senatore, Gerardo Fortunato, Gerardo Flauto ruotavano sempre nell’area antistante la clinica Tortorella, mentre piazza Casalbore era gestita da Aurelio Schiavo. Anche qui il metodo usato era quello oramai ben consolidato: incutere timore. A Via Roma solitamente si incontrava Mario Esposito e Francesco Liguori. La loro frase ad effetto era quasi sempre “datemi qualcosa a piacere vostro” o “datemi dei soldi per un caffè”