Sul versante europeo è indispensabile creare una Procura europea antiterrorismo e rafforzare una gestione solidale del fenomeno migratorio modificando anzitutto il sistema di Dublino”. Lo ha dichiarato l’avvocato Piero De Luca, referendario presso la Corte di Giustizia dell’ Unione Europea in apertura del convegno organizzato all’Università Federico II, sul tema ”Immigrazione e legalità: il connubio possibile”. Piero De Luca ha introdotto i lavori sottolineando i fallimenti delle politiche messe in campo finora a livello europeo sul piano del sostegno agli Stati membri non solo nel controllo delle frontiere e nella lotta alle reti di trafficanti di uomini, ma anche nella gestione delle richieste di asilo e protezione internazionale nonché nel sostegno per mettere in atto procedure di rimpatrio efficaci e tempestive. In particolare, ha chiarito, che è indispensabile creare una Procura europea antiterrorismo in grado di assicurare un controllo e svolgere una battaglia coordinata comune contro i soggetti radicalizzati, i potenziali terroristi e i trafficanti di uomini. È poi necessario rafforzare gli sforzi per una gestione solidale del fenomeno migratorio creando dei Punti consolari europei nei quali filtrare le richieste di protezione internazionale direttamente negli Stati terzi (africani o mediorientali) di partenza o di transito, e modificando anche il sistema di Dublino che fa ricadere sugli Stati di primo approdo (tra cui soprattutto l’Italia) l’onere di esaminare tutte le domande di asilo introdotte dai migranti. Sul piano nazionale – ha aggiunto Piero De Luca – è opportuno inoltre assicurare una integrazione reale dei rifugiati che consenta di garantire l’esercizio delle singole tradizioni religiose e culturali, ma che si fondi inderogabilmente sul pieno e assoluto rispetto delle nostre leggi e della nostra Costituzione. Non possiamo permetterci aree di impunità o di alegalità diffuse nei nostri territori. Infine, è urgente sollecitare una riflessione seria e responsabile sull’attuale reato di immigrazione clandestina, il quale per com’è formulato oggi si rivela inefficace e addirittura controproducente in quanto, da un lato, prevede solo una multa pecuniaria e, dall’altro, ostacola il lavoro concreto dei magistrati contro i trafficanti e le reti di terroristi non consentendo ai migranti stessi di testimoniarvi contro.
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