Di Adriano Falanga
“Lasciate ogni speranza, o voi che entrate”. Recitava Dante, come benvenuto a chi si apprestava ad entrare nell’Inferno. E Scafati il suo inferno ce l’ha, è il traffico in ora di punta. “Lasciate ogni speranza o voi che entrate in città”, provenendo dal casello autostradale. Da queste parti, in orario di punta, per percorrere due chilometri scarsi, tanti quanti necessitano per uscire dal casello e raggiungere la rotonda di corso Nazionale, ci può volere anche un’ora. Problema certamente decennale, dovuto al mancato decentramento del casello autostradale che serve sia la città di Scafati che Pompei, e che pare essere rimasto irrisolto. Pare, perché i lavori per le uscite autostradali nuove ad Angri e Scafati area Pip sono in via di ultimazione, così come è in fase finale anche il nuovo svincolo della statale 268 a Bagni. Infrastrutture queste che andranno ad alleggerire il traffico in entrata al casello che Scafati condivide con Pompei. Eppure, da tanti anni una soluzione molto più fattibile e già pronta c’è sempre stata. E’ via del Polverificio, che collega via Armando Diaz con via Pasquale Vitiello. Poche centinaia di metri che identificano il sogno di ogni automobilista scafatese: evitare l’imbuto tra Corso Nazionale e via Martiri D’Ungheria. Una strada che in tempi passati era una piacevolissima passeggiata sul lungofiume, quando era ancora pulito.
Via del Polverificio è oggi la strada che manca alla città, quella più urgente, e che paradossalmente è già presente. “Questa vasta area in estate è stata oggetto di incendi, da tempo è diventata una mini discarica in pieno centro con tanto di amianto in bella vista. Da qualche settimana sono partiti dei lavori – denuncia Gennaro Avagnano – L’Ufficio Ambiente del Comune di Scafati ha diffidato chi di competenza affinché l’area venga bonificata alla luce dei rifiuti incendiati? Quest’area racchiude una delle strade storiche di Scafati che è completata di tutti i servizi, manca solo il manto stradale. Scafati va salvaguardata, le aree vanno rivalutate al servizio dei cittadini”. La strada fu chiusa e usata come area di stoccaggio dei fanghi del Sarno, con l’avvio dei lavori di bonifica del canale Bottaro, ad opera dell’ex commissario per l’emergenza Sarno, generale Jucci. Da allora sono passati una decina d’anni, il canale Bottaro è rimasto abbandonato così come anche la strada, oramai ridotta a discarica e “area tossicodipendenti”. Attualmente la zona dovrebbe essere sotto competenza dell’Arcadis. Un Comune più attento avrebbe certamente capito l’importanza di riportare in vita la strada, permettendo un forte abbattimento del traffico nel centro cittadino. Così però non è stato.