Di Adriano Falanga
L’opposizione dispone e propone, e la maggioranza si adegua. Definitivamente cambiato lo scenario nel consiglio comunale scafatese. C’erano una volta gli alibertiani, oggi restano una manciata di intrepidi consiglieri comunali, convinti ancora di poter approvare proposte, mozioni e regolamenti da loro proposti. Tutto un ricordo, perché oggi un argomento passa soltanto con il voto dell’opposizione, arrivata a 13 consiglieri, mentre gli alibertiani si fermano a 9, volendo contare anche Roberto Barchiesi, ieri assente pare per motivi di salute. Letteralmente scomparso il gruppo Cotucit di Michele Raviotta e Filippo Quartucci. I due, dopo aver votato il bilancio a giugno ed essere passati in maggioranza, hanno poi fatto mancare la loro presenza, e voto, in Assise. “Sindaco prenda atto di non aver più una maggioranza, la smetta con la strategia dello struzzo” così Mario Santocchio. Impossibile anche riformulare le commissioni, ferme da oltre 4 mesi oramai, comportando lo stallo istituzionale. Resta in piedi la sola giunta, ieri sera per la prima volta presente in toto. Ma senza maggioranza consiliare l’esecutivo rischia di passare per illegittimo, unito solo dalla buona volontà e perché no, da una discreta retribuzione. E’ chiaro, a questo punto, che Pasquale Aliberti è chiamato a prenderne atto, a meno che non vada avanti, convinto che debba essere sfiduciato. Tutto ciò che viene approvato, è possibile solo grazie alla condivisione dell’opposizione, mentre tutto ciò che non aggrada viene rinviato.
Passa la mozione presentata da Michele Grimaldi, Pd, inerente la scelta del metodo del sorteggio per la nomina degli scrutatori, così come chiesto dalle associazioni “Scafati in Movimento” e “Uniti si può”, entrambe presenti in sala con tanto di striscione. Contrariamente a quanto espresso in occasione delle regionali 2015, Aliberti è costretto a cambiare idea, e condividere il sorteggio. Propone però che sia esteso a tutte le oltre 8 mila domande giacenti. Inutile, la maggioranza che siede all’opposizione boccia. Passa la mozione con emendamento di Identità Scafatese: sorteggio tra ragazzi con età massima 35 anni. Neanche destinare l’immobile confiscato in via Vitiello alla Caritas Diocesana riesce agli alibertiani, “bisogna approfondire” tuonano dall’opposizione, che vota il rinvio. Alla fine il primo a lasciare la sala consiliare è proprio il sindaco, palesemente scuro in volto. Il messaggio è chiaro: “se la maggioranza propone deve anche avere i numeri per approvare” sottolinea l’ex alibertiano Pasquale Vitiello. C’era una volta la matematica a Palazzo Mayer, poi arrivò il “tirare a campare”.
DECADENZA: CASCIELLO E CUCURACHI A RISCHIO
E’ durata poco la discussione sulla decadenza di Mimmo Casciello, il consigliere comunale è chiamato, nei prossimi dieci giorni, a decidere se restare vicepresidente Acse o conservare scranno consiliare. Opterà per quest’ultimo. I suoi colleghi hanno provato a rinviare: “aspettiamo il parere dell’Anac” chiede Brigida Marra, ma siccome c’è già il parere della segretaria comunale Immacolata Di Saia, l’opposizione si oppone, e vota per il proseguo del procedimento. Gli alibertiani si allineano. Va avanti anche il procedimento per Marco Cucurachi, nonostante il parere dell’ufficio Avvocatura, che legittimava una sospensione avendo il piddino prodotto ricorso. “Chiediamo alla segretaria se esiste lite pendente” la richiesta di Pasquale Vitiello. La Di Saia però non si sbottona, aggira l’ostacolo: “i pareri dei dirigenti sono agli atti, decide il consiglio comunale”. Resta il dubbio. “Non è una questione personale – interviene Aliberti – è chiaro che non siamo di fronte a una lite pendente (che di fatto sospende il procedimento, ndr) Cucurachi ha fatto ricorso e proposto una mediazione. Se c’è mediazione non si può fare ricorso, o l’una o l’altra”. MIchele Grimaldi però prova a chiarire: “aspettiamo l’esito del ricorso, se Cucurachi ha ragione si chiude, altrimenti si va avanti, c’è il parere dell’avvocatura che ci informa della lite pendente”. Ma l’opposizione si spacca, la proposta di deliberazione infatti non tiene conto del parere della dottoressa Anna Sorrentino, dirigente ad interim dell’Avvocatura, arrivato solo il giorno prima. E così, nel dubbio, una fetta decide di astenersi, dando modo ai solo 7 votanti della maggioranza di approvare il deliberato. Cucurachi sarà chiamato adesso o ad estinguere il proprio debito, oppure a dimostrare l’iscrizione a ruolo del ricorso, onde non essere dichiarato decaduto. Tempo dieci giorni e nuovo consiglio comunale, che deciderà definitivamente sia sul piddino che su Mimmo Casciello.