Trentuno autisti per impedire il collasso del servizio di trasporto pubblico locale durante il periodo estivo. Questa la richiesta, figlia della preoccupazione dovuta al collocamento in ferie del personale di guida durante l’estate, che le segreterie provinciali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal hanno inoltrato, con una lettera dello scorso 19 maggio (giorno antecedente alla scadenza del bando per la cessione di ramo d’azienda, poi aggiudicato a Bus Italia), al commissario straordinario del Cstp Raimondo Pasquino: una nota con la quale si chiede – anche in virtù di quelle che saranno le more del perfezionamento della vendita dei servizi Cstp a Bus Italia – di “intervenire per creare un meccanismo di sostituzione delle maestranze collocate in ferie nel periodo estivo”. Allo stato attuale, il Cstp può contare su 13 lavoratori con contratto a tempo indeterminato part-time che, dal maggio del 2015 – ripescati dalla graduatoria dei precari – sono rientrati a pieno titolo in azienda per sopperire all’uscita di altrettante unità di personale. Una soluzione che, di fatto, ha permesso un mantenimento del servizio (pur sofferente proprio alla luce dell’organico in costante sottonumero per far fronte all’imponente quantitativo di km di competenza del Cstp sull’intero territorio provinciale e in virtù della obsolescenza del parco mezzi). A parere dei sindacati, “il numero di operatori di esercizio ipotizzato per la copertura delle carenze di personale aziendale nel periodo è di 31 unità, differentemente distribuite per i vari depositi aziendali. Nonostante la prevista riduzione dei turni, il numero di operatori non sarà sufficiente alla copertura dei servizi comandati, con gravi ripercussioni sugli stessi”. È trascorso oltre un mese ma pare che la quadratura del cerchio non sia stata ancora trovata mentre ancora non è stato convocato il confronto tra le organizzazioni sindacali e la nuova proprietà per discutere, appunto, dei dettagli relativi ai livelli occupazionali. L’estate sta entrando nel vivo e, se la situazione non dovesse cambiare in meglio, rischia di essere davvero bollente.
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Fonderie, 8 indagati all’Arpac. Ora tremano Comune e Asl
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