di Andrea Pellegrino
L’Aia della Fonderia Pisano, rilasciata dalla Regione Campania nel luglio del 2012, era finita anche al centro della commissione speciale “Terra dei Fuochi” istituita a Palazzo Sant’Agostino nel 2014 e voluta e presieduta dall’allora consigliere provinciale Antonio Cammarota. Una autorizzazione integrata ambientale che dava il via libera – con tanto di parere favorevole del Comune di Salerno – alla Fonderia della famiglia Pisano di via Dei Greci. Ma l’Aia favorevole alle Fonderie, oggi finita sotto la lente d’ingrandimento dell’autorità giudiziaria e dei comitati, già all’epoca aveva suscitato alcune perplessità.
Nel verbale della commissione provinciale, lo stesso assessore dell’epoca Adriano Bellacosa stigmatizzava che l’autorizzazione rilasciata in “prima istanza” nel 2012 aveva previsto un «scoperto di più di cinque anni» dall’entrata in vigore della norma.
Ma non solo. Dagli atti e dai verbali della conferenza dei servizi emerge, oltre il via libera del Comune di Salerno anche l’assenza completa dell’Azienda sanitaria locale che benché invitata a farlo non si è mai chiaramente espressa sul caso delle Fonderie Pisano. Ad eccezione, ma questo solo di recente, di un parere negativo reso per la costruzioni di immobili in via Dei Greci da parte del costruttore Matteo Cortese, bloccato – secondo l’azienda sanitaria – proprio per “l’inquinamento ambientale dell’area”.
La commissione speciale Terra dei Fuochi si concluse con la “promessa” da parte della proprietà delle Fonderie di delocalizzare quanto prima l’impianto. Era il 6 maggio del 2014. Ad oggi la delocalizzazione resta ancora un percorso tutto in salita e pieno di ostacoli.
Intanto emerge anche uno studio di Legambiente, presentato ieri nel corso dell’iniziativa “Treno Verde”. «Nell’area delle Fonderie Pisano, a Salerno, i valori di Pm10 sono anche otto volte superiori a quelli registrati in altre zone della città». Il monitoraggio scientifico è stato presentato da Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente; Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania e Elisa Macciocchi, presidente circolo Legambiente Salerno, alla presenza di Gerardo Calabrese, assessore all’Ambiente del Comune di Salerno. «Nonostante pioggia e vento, condizioni che di norma aiutano a disperdere gli inquinanti, – spiega Michele Buonomo – i dati registrati dai nostri tecnici confermano una criticità molto elevata nella zona industriale nei pressi delle Fonderie Pisano. Una situazione già monitorata con attenzione dall’Arpac e che ha fatto registrare dall’inizio dell’anno ad oggi 10 superamenti dei valori limite previsti dalla legge. Le Fonderie Pisano non rappresentano più un problema tecnico ma di decisione politica. È ormai accettata l’ineluttabilità della delocalizzazione, perché quell’area è ormai è parte integrante del tessuto urbano. È tempo di risolvere definitivamente questa vertenza nell’interesse della collettività e della salute pubblica».