«Non c’è stato alcun buco di 3 milioni di euro». Questo è il commento dell’avvocato Marcello G. Feola, presidente in uscita del cda dell’azienda salernitana “Arechi Multiservice”. Disteso, chiarisce l’articolo comparso su “Il Mattino” in riferimento al presunto crack della sua ex attività. «La verità è che è stato l’ente provinciale a non corrispondere i dovuti stipendi. La nostra società si era rivolta all’esterno, esponendola verso altre imprese. Tale esternalizzazione l’ha resa di fatto incolpevole dinanzi a presunte mancanze, che se ci sono riguardano unicamente la Provincia, la quale non ha pagato il dovuto».
L’avvocato Feola sottolinea inoltre come ci siano ben 11 cause in corso per il recupero di 5 milioni di euro. «Sono cifre importanti, che si sono sommate negli anni a causa dei pagamenti a sprazzi perpetuati dalla Provincia. Ci hanno tenuti “alla canna del gas”; poi, appena si sono liberati di me, hanno iniziato a pagare i compensi. Almeno questo è quanto sostiene Giuseppe Canfora e che io ho già denunciato per diffamazione».
L’avvocato si riferisce a una frase pronunciata dal presidente della Provincia durante una discussione con gli operai dell'”Arechi Multiservice”, ossia: «Senza Feola l’azienda è finalmente in mani sicure». La vicenda si riferisce al periodo del rinnovo dei contratti interinali, durante il quale si era aperta una forte querelle politica tra la nuova e la precedente gestione della Provincia e la “Multiservice”. Canfora era però andato oltre la critica politica, facendo riferimento ai licenziamenti che, secondo lui, erano decisi da Feola. Qualche mese fa la Procura di Salerno aveva chiesto al Gip il rinvio a giudizio e la fissazione dell’udienza preliminare, che il 7 dicembre è però saltata per un difetto di notifica.
Massimo Salvo