I fatti contestati risalgono allo scorso giugno quando Ramona Leon De Guzman colpì con un coltello da cucina Alfonso Trapanese, noto in città per essere titolare di un’enoteca in via Lungomare Trieste. La giovane domenicana sferrò un fendente verso l’uomo, colpendolo al braccio ed al torace, e poi ha provveduto a ripulire l’arma bianca. Successivamente la donna avvertì il figlio di Trapanese riferendogli che il padre si era fatto male. Una volto giunta sul posto il giovane trovò il padre in un lago di sangue e semincosciente. Ramona De Guzman, in un primo momento, negò di aver colpito l’uomo salvo poi confessare ed ammettere, quindi, le proprie responsabilità. Nella circostanza la donna non riuscì a trattenere la propria rabbia ed ha reagito brandendo il coltello da cucina al compagno che tutto si attendeva tranne una reazione così violenta della donna. Immediata- mente furono allertati i soccorsi. Trasportato al Ruggi Trapanese fu sottoposto ad un delicato intevento chiurgico perfettamente riuscito. Ora il ri- corso al Ieri la decisione del Gup del Tribunale di Salerno, Maria Zambrano, che ha accolto la linea difensiva dell’avvocato Maria Rispoli ed ha condannato la donna a 2 anni di reclusione, disponendo l’immediata scarcerazione della stessa (era ristretta ai domiciliari)
Non voleva uccidere Ramona Leon De Guzman (foto a destra) detta Giselle. Il Gup del Tribunale di Salerno, Maria Zambrano, ha condannato la domenicanica Ramona Leon De Guzman a due anni di carcere, pena sospesa, ed ha contestualmente disposto la scarcerazione della donna che lo scorso giugno accoltellò in l’uomo, Alfonso Trapanese, con il quale conviveva. Nella sostanza il giudice ha riqualificato la pena, come richiesto dall’avvocato Maria Rispoli, da tentato omicidio a lesioni. Il pubblico ministero, Roberto Penna, aveva chiesto la condanna di “Giselle” (accompagnata al Tribunale di Salerno dalla sorella), a sei anni e otto mesi di reclusione riconoscendogli anche le attenuanti generiche ma la riqualificazione della pena ha sostanzialmento ridimensionato la responsabilità della domenicana. Quest’ultimo nel corso dell’udienza di ieri mattina ha riferito che non aveva nessuna intenzione di uccidere il titolare dell’enoteca ma quello era l’unico per sfuggire alle sue violenze ed allontanarsi di casa. La donna ha riferito al Gip di essere stata vessata per anni dal salernitano che, spesso e volentieri, si rivolgeva in maniera violenta nei suoi confronti. Da rilevare che Trapanese non si è costituito parte civile nel procedimento.