Di Adriano Falanga
Comunque finirà la querelle sulla decadenza di Aliberti, consegnerà alla città uno scenario politico pressoché distrutto rispetto a quanto sancito nel voto del 2013. Le divergenze esistenti tra Pasquale Aliberti con Pasquale Coppola, Pasquale Vitiello e Stefano Cirillo si sono drasticamente inasprite, fino a diventare fratture profonde. Non solo, anche la stessa maggioranza rimasta ne uscirà malconcia. Basta ritornare ai voti degli ultimi consigli comunali, o all’ultima lettera di sollecito a Coppola. Si arriva a nove consiglieri considerando anche Michele Raviotta, formalmente ancora opposizione. Sono dieci con Filippo Quartucci, in rottura con il gruppo a cui appartiene, il Pd. Restano in bilico Roberto Barchiesi e Alfonso Carotenuto, fortemente critici verso il voto anticipato. Ma anche gran parte della Giunta appare molliccia su quanto ha deciso, oramai da mesi, il primo cittadino. La guerra con Coppola appassiona pochi e l’arruolamento di Raviotta scontenta molti, tra cui lo stesso Barchiesi. La volontà comune è di proseguire fino alla scadenza naturale del 2018, ma seppur volendo, con quali numeri? Un equilibrio consiliare oramai radicalmente cambiato, ma non solo, appare chiaro che anche la fiducia nel presidente del consiglio è venuta meno, ma anche qui non sembrano esserci i voti per poterlo rimuovere dal suo ruolo. Uno scontro istituzionale che rischia seriamente di compromettere l’attività amministrativa della città. Da cornice a tutto questo, le ripetute lettere e manifesti anonimi verso entrambe le compagini politiche. Un clima difficile, pesante, che non appartiene al normale dibattito politico, e non si capisce chi dovrà riportare i toni dello scontro ad un livello accettabile.