Una fornitura di pasta da oltre 210mila euro è oggetto della querelle giudiziaria tra il fallito pastificio Amato e la società Caramico. Quest’ultimi presentarono denuncia per truffa nei confronti della storica industria salernitana che, in fase di concordato preventivo, aveva ceduto tredici autotreni di pasta alla società Caramico. La questione è legata alla fatturazione del credito. Secondo l’accusa il pastificio Amato avrebbe incassato soldi per la merce dalla società Caramico e contestualmente avrebbe scontato fatture in banca per la stessa operazione. Inoltre Caramico ha denunciato anche il pessimo stato della merce consegnata dallo storico pastificio con pacchi di pasta inutilizzabili. In alcuni, pare, siano stati ritrovati degli insetti. Per questa delicata vincenda il pubblico ministero titolare dell’inchiesta ha chiesto l’archiviazione del procedimento. Tra l’altro viene indicato, nel procedimento, in maniera generica l’amministratore unico del pastificio Amato (difeso d’ufficio dall’avvocato Mariano Salvio). Il legale della famiglia Caramico, Francesco Dente, ha presentato opposizione all’archiviazione del procedimento. Questa mattina la discussione davanti al Gup del Tribunale di Salerno Berni Canani. Una vicenda controversa che, in caso di accoglimento del Gup, potrebbe dar vito ad un nuovo processo nei confronti della famiglia Amato. In questo caso verrebbe contestato il reato di truffa.
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