di Andrea Pellegrino
Nuova giornata in Tribunale per Vincenzo De Luca. Domani, infatti, tra Cassazione e Tar, il presidente della Regione Campania sarà il protagonista di due procedimenti giudiziari. Il primo riguarda la decadenza da sindaco di Salerno che si discuterà al Palazzaccio. De Luca ha già rinunciato, però, al ricorso presentato in Cassazione all’indomani della sentenza della Corte d’Appello di Salerno che lo ha fatto decadere da sindaco, in virtù di una incompatibilità con la carica di sottosegretario di Stato all’epoca del governo Letta. Questa mattina, di fatto, ci sarà una presa d’atto del passo indietro che verrà formalizzato da parte dei legali dell’ex primo cittadino di Salerno. Una mossa che aprirebbe un nuovo scenario, già immaginato dal Movimento 5 Stelle, promotore del ricorso che ha eccepito l’incompatibilità tra la carica di sindaco e quella di membro di governo: infatti, al vaglio della Prefettura di Salerno – che a quanto pare avrebbe rimesso la questione al Ministero dell’Interno – c’è la richiesta dei pentastellati, ed in particolare dei legali Stefania Marchese ed Oreste Agosto, che hanno richiesto lo scioglimento del Consiglio comunale e la nomina di un commissario prefettizio. Questo proprio in considerazione della rinuncia del ricorso in Cassazione da parte di Vincenzo De Luca. L’attuale assetto amministrativo del Comune di Salerno, ovvero la “reggenza Napoli”, è figlio della dichiarazione di decadenza dell’allora sindaco e aspirante candidato governatore della Campania. Il Ministero dell’Interno non mandò il Comune di Salerno al voto alla prima data utile (maggio di quest’anno) proprio in virtù della definizione dei tre gradi di giudizio. Al Tar di Napoli, invece, si discuterà del ricorso presentato da alcuni ex consiglieri regionali del centrodestra. Qui è stata impugnata la dichiarazione di candidatura (a governatore) di Vincenzo De Luca, oltre ad alcune liste presentate alle scorse elezioni regionali. L’avvocato Giacomo Papa, che assiste gli ex esponenti regionali, ha contestato l’autentica compiuta da Giovanni Coscia nella sua qualità di consigliere provinciale sull’atto di presentazione della candidatura di Vincenzo De Luca. «La dichiarazione di autenticazione – dice il legale – non contiene l’indicazione del luogo dove è avvenuta ma solo l’indicazione della data. Tale omissione avrebbe far escludere la candidatura di Vincenzo De Luca e per effetto di tutte le sue liste a lui collegate». Ma ancora vizi relativi all’autenticazione sono stati segnalati, ed evidenziati dai ricorrenti, anche per le liste Campania Libera per le circoscrizioni di Avellino e Napoli; per De Luca presidente per Avellino e Napoli; Partito socialista Italiano per Napoli, Caserta e Salerno; per “Davvero Verdi” in tutte le circoscrizioni; per “Campania in rete” a Napoli e per l’Italia dei Valori a Benevento, Caserta e Salerno. «Gli uffici elettorali – dice l’avvocato – hanno illegittimamente ammesso le liste pur in presenza di dichiarazioni di autenticazione delle firme relative all’accettazione di candidatura del tutto invalse in quanto prive di un elemento essenziale, ossia l’indicazione della modalità di riconoscimento del soggetto firmatario». A firmare i ricorso sono l’ex presidente del Consiglio regionale Pietro Foglia; l’ex assessore regionale Sergio Nappi, Pietro Maisto, Gennaro Salvatore, Angelo Marino, Paolo Romano, Antonia Ruggiero, Sergio Nappi, Luciano Schifone, Mafalda Amente e Giovanni Fortunato. L’avvocato Papa ha chiesto al Tar l’annullamento del verbale di proclamazione del presidente della Regione Campania e degli eletti al Consiglio regionale della Campania.