di Andrea Pellegrino Da Monte di Eboli sarebbe dovuta partire la sfida per il futuro del consumo energetico di Salerno. Grazie a quel Parco Fotovoltaico si sarebbe dovuto garantire un introito alle casse comunali, tale da poter abbattere i costi su tasse e tributi dei cittadini. Ma come il decantato «impianto di compostaggio», a quanto pare al Comune di Salerno, il parco fotovoltaico nulla avrebbe portato. Insomma Salerno, attraverso le società aggiudicatarie del progetto, poi travasate in altre società e così via, avrebbe dovuto produrre energia e mirare al risparmio. Ed, invece, anche da questa operazione – allo stato – si raccoglierebbe poco o nulla. Almeno secondo gli ultimi bilanci, dove i proventi del Parco non si vedono, o non sono poi tanto esplicitati. Ma sull’impianto, ricordiamo, ci sarebbe anche l’attenzione della Procura della Repubblica. Nell’aprile 2014, la Finanza bussò al Comune per acquisire gli atti e le consulenze relative all’impianto realizzato sui monti di Eboli, ma su una proprietà comunale. Il parco fotovoltaico fu realizzato in project financing, la Toto ottenne un finanziamento di 75 milioni e concluse l’opera in tre mesi attraverso la sua controllata Monteboli che aveva anche la gestione dell’impianto. Un anno dopo, la Monteboli fu venduta per 90 milioni dalla Toto al gruppo Rtr. Tra le consulenze pesate sulle spalle del Comune di Salerno anche uno studio pedologico – agronomico per un valore di 12mila 700euro.
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