di Aldo Primicerio
Sembra che in un futuro non lontano – per quelli che potranno vederlo – si potranno cancellare i brutti ricordi. Al Politecnico svizzero di Losanna gli scienziati hanno infatti individuato un “interruttore molecolare” capace di modulare l’intensità della memoria e moderare i ricordi negativi. In sostanza l’esperienza rimane, ma perderebbe parte del suo carico emotivo. Un risultato che, almeno nei modelli animali, sembra funzionare anche su ricordi consolidati da tempo. Una scoperta non so fino a qual punto producente. E se in futuro a sperimentarlo fossero i criminali? Dove finirebbe il famoso potere redentivo e reinclusivo dei loro misfatti. Detto questo, che dire ancora del 2025? L’abbiamo già ampiamente definito annus horribilis. Ed oggi ne siamo vieppiù convinti. Dopo aver visto, purtroppo, il primo anno della seconda presidenza Trump, il quarto della guerra in Ucraina tra i due folli Putin e Zelensky, il terzo del genocidio palestinese di Netaniahu a Gaza. Un anno orribile sì, eppure speciale. Perché è stato un anno di verità scoperchiate e sottratte alla sepoltura
E questo lo dobbiamo a quei pochi media che in Italia non vanno dai padroni per vendersi al potere con il cappello in mano, per elemosinare fondi e provvidenze. Senza? Non sarebbero emerse tante verità, quelle con la iniziale minuscola, perché da quelle con la v maiuscola meglio starne lontani. Senza? Non avremmo mai visto il libro in edicola “Fratelli di chat, storia segreta del partito di Giorgia Meloni”. Una ricostruzione mai raccontata, anno per anno, della scalata al potere del partito in cui crede, contenti loro, il 30% degli italiani. Caro 30 per cento, perché non andate in libreria a comprarvelo? Ci sono dentro le conversazioni interne e segrete tra Meloni, ministri, parlamentari e dirigenti di partito. Non bordate dei partiti del centrosx – poverini, alle prese con le loro sbandate quotidiane e le insulse polemiche tra loro stessi – ma ci sono parole e strategie che escono fuori dalle chat dei gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia tra il 2018 e il 2024. Senza? Non avremmo mai saputo del membro del Garante per la Privacy in visita alla sede del FdI subito prima di stangare Report, e, che coincidenza, subito dopo l’attentato malavitoso a Sigfrido Ranucci. Senza? Non avremmo mai saputo della laurea-lampo del ministro del Lavoro Elvira Calderone, delle rette non pagate all’Università Link, del 110 e lode con la media del 26. Una storia su cui la Procura di Roma aprì un fascicolo dopo la denuncia di un docente, e purtroppo una storia finita lì su cui è calato il silenzio. Senza? Non avremmo mai saputo delle monumentali evasioni fiscali della famiglia Elkann sull’eredità Agnelli, della capotica testardaggine di Matteo Salvini sul Ponte sullo Stretto. Senza? Non avremmo saputo della stangata che la signora Meloni stava per infliggere ai pensionati. La manovra del 2026 infatti prevedeva una sterilizzazione degli anni di laurea riscattati, dove il riscatto avrebbe continuato a essere utile per il calcolo dell’importo della pensione, ma avrebbe potuto non anticipare l’uscita dal lavoro come prima, specialmente per chi si avvicina alla pensione anticipata contributiva. Una furbata di Meloni e Giorgetti, poi per fortuna rientrata dopo gli articoli su quei media che non chiedono l’elemosina al potere.
Un 2025 che lascia in vetrina una sfilza di leader deludenti e soprattutto inconcludenti ed inaffidabili
Una percezione diffusa ed inequivocabile perché desumibile da rapporti e risorse informative ineccepibili come Banca d’Italia, Fondo Monetario Internazionale, centri di sondaggistica come Pew Research Center, testate fuori discussione come Ansa, AdnKronos, RaiNews, Financial Times, The Economist. Ma, soprattutto, dalle risposte di noi italiani, o almeno quel 70 per cento che non si fa ammaliare da riccioli biondi o affascinare dalle comunicazioni cacio e pepe alle Camere della nostra, impropriamente definita, premier. Interrogati da Radar Swg, uno dei più seri tra i centri di sondaggio in Italia, mettono Trump in testa ai leader che hanno deluso di più e, dietro di lui, sul podio Putin e la von der Leyen, autrice di un dietrofront clamoroso su clima, natura, ambiente e salute degli europei. Un politico da cestinare. Soprattutto perché la Ursula è prima sul podio dei leader più inconcludenti, seguita da Macron e dallo stesso Trump. Inconcludenti per essersi girati dall’altra parte dopo le promesse fatte alla vigilia della loro elezione. E sul podio dei più inaffidabili, sempre Trump, Putin e quel Netanyahu che non può andare da nessuna parte (tranne che da Trump) perché gli pende sul capo un mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra. Quel Trump, quel Putin e quel Xi Jinping che noi italiani poi mettiamo anche sul podio dei leader più incisivi, ma con la riserva di attendere i risultati di questa loro presunta concretezza. Perché di Trump non possiamo più meravigliarci, se lui ormai vede l’Europa non come l’alleato di sempre, ma come un nemico da abbattere. E quasi 7 italiani su 10 bocciano la politica internazionale. Mentre un pò meno peggio è andata alla politica italiana di Giorgia Meloni, promossa da 2 italiani su 10, ma bocciata da 5 su 10, dove meno di 2 su 10 pensano che migliorerà. Di fronte a questi numeri ci chiediamo: ma a chi si rivolge la Meloni quando si autocomplimenta per un’Italia che da vittima è diventata protagonista nel mondo?
Un 2025 non solo percepito, ma realmente giudicato negativo. Per le vittime innocenti delle guerre e la follia riarmistica di politici dementi. Eppure….
….Eppure, come alcuni rassicurano, i ricordi non vanno cancellati. Dovrebbero invece esser rivissuti di continuo, per ridurne il deleterio potere emozionale. I ricordi, sottolineano gli psichiatri della Simpf, anche quando sono negativi fanno parte della nostra vita, della storia di noi tutti. Se ben metabolizzati dalla nostra mente, ci aiutano a non ripetere gli stessi errori ed a proteggerci in futuro. Se ben rielaborati, ci spiegano a capire come e perché siamo diventati quel che siamo. Insomma non vanno ignorati, quando spesso ripetiamo a noi stessi “voltiamo pagina”. Ignorarli può renderli più rafforzarli, perché non si indeboliscono ma anzi tornano più forti alla nostra memoria. Ecco perché non dobbiamo ignorare e rassegnarci alle narrazioni false e bugiarde di una guerra mondiale inevitabili, ibrida o meno non fa differenza. Occorre invece smascherare e denunciare le falsità, che ci somministrano alcuni media a pranzo ed a cena, sulla necessità di armamenti per difenderci. Lo abbiamo sentito, e ce ne dispiace, anche dal nostro presidente Mattarella, lui un vero super partes e, forse, lo ripeto con forza insieme con la magistratura, l’ultimo baluardo della democrazia, del diritto costituzionale e della libertà contro i bassi interessi e le falsità di questa politica.





