Racconti della Costa, l’ultima opera di Vito Pinto - Le Cronache Spettacolo e Cultura
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Racconti della Costa, l’ultima opera di Vito Pinto

Racconti della Costa,  l’ultima opera di Vito Pinto

Il viaggio nasce dalla trasgressione, è la trasgressione. E come ogni violazione comporta sofferenza, tensione radicale, disagio e timori, ma anche conquista di conoscenza. Si è osservato che travel, viaggio, e travail, il travaglio del parto, hanno in inglese la stessa radice. Il viaggio resta una scelta di libertà. Questa la sfida che Vito Pinto e il fotografo Pio Peruzzini hanno lanciato a loro stessi, ovvero raccontare la Costiera amalfitana ricercando uno sguardo, un taglio altro, uno sguardo contaminato dalla alterità, dalla diversità dalle esperienze, che da anni sono parte viva di questa terra. Oltre a regalarci delle spiagge meravigliose, famose in tutto il mondo, la Costiera Amalfitana ospita giardini di bellezza surreale, più vicini alla dimensione del sogno o all’immaginario dei giardini medievali dei paesi arabi, affacci sul mare nostrum che pochi altri luoghi al mondo sono in grado di offrire. Amalfi è una terra che non necessita di prolusioni introduttive, né di complicate operazioni di collocazione geografica. Ormai riconosciuta sul piano internazionale come “patrimonio dell’umanità”, costituisce una forma multiforme, polytropos, piena di potenzialità. Da qui nasce il bisogno di raccontare e tramandare i propri saperi, sapori, visioni, racconti a chi verrà dopo, e a modo proprio, per quello che sa e ha fatto suo in decenni di frequentazione. Verrà, quindi presentata domani alle 18 nell’aula consiliare del Comune di Vietri sul Mare, l’ultima opera di Vito Pinto dedicata alla Divina con le immagini di Pio Peruzzini, in libreria per le edizioni Graus. Diversi gli interventi a cominciare dagli ospiti, ovvero il sindaco Giovanni De Simone, il suo assessore alla Cultura Daniele Benincasa, Andrea Ferraioli, Presidente del Distretto Turistico Costa d’Amalfi e Gianfranco Coppola capo redattore Rai che nella prefazione ha raccontato da par suo la Costiera, in una sintesi tra sport, il romantico ciclismo di Fausto Coppi, il giro della Campania, i vip Vittorio Emanuele III di Savoia, Roberto Rossellini, Paul Newman, Leonardo di Caprio, Tom Hanks, Pierce Brosnan, Rudolf Nurejev, Leonid Mjasin, Gore Vidal, John Steinbeck, i Kennedy, che hanno perso il loro sguardo nel nostro mare, i locali l’Africana, in quegli anni in cui parole “azzeccose”, suoni e melodie belle nascevano tra ‘O Rangio fellone e la Capannina unitamente agli occhi celesti di Alfonso Gatto, cronista sportivo anch’egli, il poeta dell’ istante, che scrisse “Il calcio è come la poesia, un gioco che vale la vita”, quell’istante che in Costiera Amalfitana è la vita stessa, è l’istante dello sport, come quello dell’arte l’atto, la vita stessa nella sua pienezza, o, con linguaggio nietzschiano, il dionisiaco: il punto di riferimento filosofico è pur sempre Bergson e la sua contrapposizione tra tempo-vissuto, tempo interiore e tempo-spazio, che viene interpetrato dalla parola o dall’immagine, in queste pagine. L’ agile volumetto racchiude in sé la meraviglia che destano nell’uomo natura, mito e storia, e quel mistero che provoca continue interpretazioni e nuove leggende; una lettura letteraria del suo territorio che può effettuarsi secondo il canone dello stupore, ottenendo quelle sensazioni che già Dante Alighieri, nell’alveo della lezione aristotelica, esplicitava nel Convivio, “Lo stupore è uno stordimento d’animo per grandi e meravigliose cose vedere o udire o per alcuno modo sentire: che, in quanto paiono grandi, fanno reverente a sé quelli che le sente: in quanto paiono mirabili, fanno voglioso di sapere di quelle”.