Michelangelo Russo
Le recenti proteste del mondo della Cultura e del mondo dello Sport verso l’Amministrazione comunale sono solo la spia di una insofferenza della città, crescente, contro l’improvvisazione politica. Perchè questa, in nome della eclatanza degli annunci adottata come strategia elettorale, mostra a ritmo crescente il fallimento di una propaganda fondata sulle immagini del coro dei consensi estasiati a ogni nuova inaugurazione, si, ma soltanto in prima battuta. L’immagine del primo giorno però non può trasformarsi in sostanza stabile. Presto arrivano i guai. Un brivido di attesa percorre adesso il popolo. Sta arrivando De Luca, e vedrete che tutto andrà a posto. Pare quasi che il copione del disastro sia stato scritto appositamente per una attesa messianica per l’arrivo del Salvatore! Probabilmente le attese mistiche di un popolo deluso e arrabbiato saranno esaudite. Lui arriverà! Attraverso elezioni anticipate, non si sa come motivate, o attraverso un’alchimia di espedienti amministrativi inusitati, fatti di dimissioni improvvise e strane cooptazioni che faranno diventare un Vice-Sindaco un Sindaco vero e proprio. Che poi si dimetterà per fare poi a Lui, nominato a sua volta, prima, Vice-Sindaco. Insomma, un guazzabuglio legale piuttosto inusitato, per evitare lo scioglimento del Consiglio Comunale e i malumori di chi non prende bene la fine anticipata del suo ruolo di Consigliere. Ma questo è il minimo, nella nuova, pericolosa, avventura di De Luca, che lui ha evitato di smentire. E’ chiaro che la pensione, condizione inevitabile per ogni lavoratore e a cui bisogna rassegnarsi, non è per lui. Ma probabilmente lui sa che non può sottrarsi a questo destino di una nuova fatica, che spaccerà elettoralmente come dovere morale di rispondere alle invocazioni dei salernitani. Non può sottrarsi non per un imperativo etico di soccorso ai bisognosi, ma perché tutto il suo entourage non gli perdonerebbe l’abbandono nel momento dell’incombenza dell’alluvione prossimo venturo. Gli scatafasci delle grandi opere annunziate e poi rivelatesi disastrose reclamano vendetta. E la Corte di De Luca non vuole fare la parte dello sposo a un matrimonio di paccheri e ficozze. Sotto sotto, la Corte lo sta chiamando nella speranza che la sua persona, con il suo prestigio, le sue relazioni, la sua prosopopea fatta di sfottò e battute da talk-show, risolva, o almeno attenui, gli effetti nefasti delle tagliole in cui i discepoli del deluchismo decadente di questi anni hanno infilato la testa. Che potrà fare De Luca quando, e se, diventerà Sindaco? Di problemi da risolvere ne troverà parecchi. Il primo è Porta Ovest. Qualche giorno fa la rappresentante dell’opposizione in Consiglio Comunale, Claudia Pecoraro, in maniera tosta e allarmata ha denunciato l’assenza di un vero progetto per lo sbocco del tunnel che dal porto dovrebbe condurre all’autostrada. Mancano una serie di pareri essenziali degli enti competenti. Dal punto di vista geologico mancano le opportune garanzie per assenza di studi appropriati. Insomma, un pateracchio progettuale che fa ritenere inesistente il progetto, pur finanziato con decine di milioni. Il tutto, mentre il Comune ha iniziato l’iter per gli espropri. Problemi seri, che si riflettono sulle attestazioni, durante l’iter amministrativo del progetto, circa la congruità di ciò che si andava man mano a certificare. Secondo problema, non da poco. Gli albergoni di Foce Irno, annunciati come rimedio alla fame di alloggi turistici per Salerno, nuova perla del Mediterraneo. E’ quasi un anno che i lavori sono fermi, da quando il giornalismo d’inchiesta prima, e la denunzia alla Procura dell’opposizione consiliare (quasi al completo), poi, hanno posto all’attenzione della pubblica opinione. Quei suoli erano intoccabili per legge, secondo l’accordo contrattuale tra Stato e Comune (un vincolo di destinazione che costituisce un “onere reale” secondo il codice civile dello Stato italiano). Ma ora i suoli stanno fermi, e in Comune non sanno che pesci pigliare. Il contratto di vendita al costruttore privato è affetto da nullità assoluta, ma nel frattempo il Comune ha intascato 12 milioni di euro vendendo il suolo che non poteva vendere. Poi c’è la grana della spiaggia di Pastena, creata da un ripascimento con ghiaia di cava terrestre, con materiale non corrispondente al capitolato d’appalto. Ma inaugurata solennemente con bandiere e televisioni, pur nell’evidenza dello scempio ambientale causato. Altra denunzia alla Procura della opposizione consiliare, e dei Codacons. Tutto fermo, quindi, nonostante i proclami della estensione del ripascimento fino alla spiaggia di Santa Teresa. Poi c’è la questione dell’allungamento dei moli del Porto fino a Vietri, con riflessi su Cetara. Luoghi vincolati come Patrimonio dell’Unesco. Con denunzia pubblica dei sindaci della Costiera. E poi c’è il dramma delle Fonderie Pisano, dove, secondo il Ministero dell’Ambiente, dovrebbe intervenire il Sindaco di spondo, per ragioni di necessità e urgenza ai fini di tutela della salute pubblica, la chiusura dell’impianto. Ci fermiamo qua, per il momento. Ma già la soluzione di questi problemi farebbe venire la pelle d’oca a un candidato Sindaco. La soluzione dovrebbe prospettarla in un regolare programma elettorale, su cui si giocherebbe la vittoria o meno. Ma questo è un rischio che la soluzione pasticciata delle cooptazioni di vice-sindaci, e poi sindaco, cerca di evitare. Ma in ogni caso questi problemi esploderanno presto. Sono bombe a tempo sul futuro del prossimo Primo Cittadino. In questa situazione, conviene a De Luca prospettarsi come Salvatore. Ma la decisione è sua, o è un viatico di incertezze a cui non può in alcun modo sottrarsi?





