Salerno. Il parco del seminario non si farà - Le Cronache Ultimora
Ultimora Salerno

Salerno. Il parco del seminario non si farà

Salerno. Il parco del seminario non si farà

La richiesta di riqualificazione del Parco del Seminario si riaccende con forza a Salerno, dove un’ampia mobilitazione di associazioni e residenti chiede un immediato ripensamento all’amministrazione comunale. L’area verde, da tempo in condizioni di grave incuria, era stata al centro di un progetto ambizioso, ma di recente è stata inaspettatamente esclusa dalla programmazione ufficiale, lasciando un’intera comunità con “un nulla di fatto”. Il Parco del Seminario non è un’area verde qualunque. L’importanza strategica dell’intervento era tale da aver garantito il suo inserimento nel Piano Triennale dei Lavori Pubblici del Comune di Salerno. L’iniziativa era nata da una specifica “idea progetto” elaborata dalla comunità, che era stata successivamente presentata sia al Comune che al sindaco. A seguito di quell’incontro, un consigliere comunale (Fabio Polverino, ndr) era stato incaricato di seguire l’evolversi del progetto e di assistere i promotori in tutte le fasi. La documentazione prodotta, inclusa nel Piano Triennale di maggio 2024, testimoniava l’ingresso ufficiale dell’intervento negli atti di programmazione dell’Ente. Il progetto mirava a una riqualificazione totale e alla rifunzionalizzazione del parco, con una stima di spesa che superava i 3,5 milioni di euro. Il piano prevedeva una serie di interventi mirati e complessi. Tra questi, era prevista la manutenzione ordinaria dell’area sportiva e ricreativa, che avrebbe comportato la sistemazione dei vialetti, delle aiuole, e il ripristino degli spogliatoi e dei bagni annessi ai campetti di calcio, con un costo stimato di € 520mila euro su una superficie di 5200 metri quadri. Parallelamente, la manutenzione straordinaria si sarebbe concentrata sull’area ludico-ricreativa, riportando in vita l’area giochi per i bambini, dotandola di nuove panchine, tavolini, giostrine, altalene e scivoli, per una spesa di 570mila euro su 3800 metri quadri. Un’altra componente fondamentale riguardava la messa in sicurezza della viabilità pedonale e la creazione di un anfiteatro di forma ellittica con gabbioni, pensato per ospitare rappresentazioni teatrali e concerti all’aperto, un elemento che avrebbe notevolmente arricchito l’offerta culturale e aggregativa del quartiere, con un costo previsto di 800mila euro su 3200 mq. Infine, il progetto includeva un significativo restauro e rifunzionalizzazione della chiesa sconsacrata in Via Urbano II, con interventi sulla struttura lignea della copertura, la sostituzione del manto di tegole, la realizzazione della pavimentazione, il rifacimento degli impianti, dell’intonaco e della tinteggiatura interna ed esterna, per un investimento di 1 milione e 650mila euro su 1500 metri quadri. Oltre a questi lavori, era stata inclusa l’importante previsione di un parcheggio essenziale per il quartiere, dato che avrebbe contribuito a mitigare la notoria scarsità di posti auto nella zona. L’iniziativa nel suo complesso si poneva l’obiettivo di “promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo, la cultura, il patrimonio naturale, il turismo sostenibile e la sicurezza nelle aree urbane”. Per coprire l’ingente spesa, il Comune aveva individuato come soluzione l’accensione di un mutuo flessibile presso Cassa Depositi e Prestiti. I promotori avevano accolto favorevolmente questa opzione, che era considerata estremamente vantaggiosa per l’Ente. I fondi sarebbero stati erogati in base all’effettivo avanzamento dei lavori, posticipando l’inizio dell’ammortamento per diversi anni. Tale flessibilità offriva all’Amministrazione la possibilità di convertire il tasso da variabile a fisso, permettendo una gestione finanziaria adattabile alle esigenze di cassa dell’Ente e senza alcun impatto negativo sul bilancio comunale o sulla tenuta dei conti. L’Amministrazione aveva comunque la facoltà, anche dopo l’inserimento nel piano, di optare per soluzioni alternative, quali fondi regionali o nazionali specifici, se si fossero presentate opportunità migliori. Nonostante l’iter progettuale fosse stato avviato e presentato al Comune e al Sindaco, e un consigliere comunale fosse stato incaricato di seguire l’evoluzione del progetto, la realtà è stata ben diversa. Dopo una serie di assemblee con la cittadinanza per discutere il progetto, è arrivata la decisione inattesa: il progetto del Parco del Seminario è stato tolto dal Piano Triennale. Le associazioni e i residenti sottolineano che, di fatto, il progetto è stato “fatto da parte”, nonostante rappresenti una richiesta esplicita della cittadinanza di usufruire di un bene pubblico. La riqualificazione del parco, infatti, è vista come un’opportunità per portare “grandi vantaggi sul territorio”, un’area circostante che necessita di servizi, dal parcheggio al centro sociale. La rimozione del progetto ha generato una forte indignazione, espressa nella conferenza stampa mattutina indetta dal Comitato di Quartiere, gli Amici dei Quartieri, Viviamo il Quartiere e Salerno Invisibile. Le associazioni chiedono con urgenza che il Parco venga riammesso a progetto e che la discussione sia portata in Consiglio Comunale il prossimo 22 dicembre. Teresa Rinaldi, presidente dell’associazione “Amici dei quartieri”, ha espresso la profonda frustrazione di fronte al mancato progetto: “Qualche anno fa ci siamo visti proprio perché chiedevamo la riqualificazione del Parco del Seminario in tutto e per tutto. Dalle giostrine ai vialetti, dai campetti al parcheggio”. La Rinaldi ha poi incalzato l’amministrazione sulla disparità di trattamento: “Perché non aprire una piccola parte del parco e venire incontro ai cittadini, al quartiere che soffre? Per quale motivo il Parco del Seminario viene trattato come parco di serie C rispetto agli altri parchi della città, mentre invece questo parco ha delle caratteristiche che nessun altro ha?”. Nonostante il disinteresse istituzionale, le associazioni continuano a impegnarsi: “Noi, come associazione, ci stiamo impegnando a tenere alta l’attenzione sul tema, provando a far vivere il parco con tante manifestazioni, coinvolgendo i bambini e le famiglie. Però anche il Comune deve fare la sua parte, ci deve ascoltare e, soprattutto, ci deve dare una risposta”. Sulla stessa linea di critica si è posto Vincenzo Barberio, dell’associazione “Salerno Invisibile”, evidenziando come l’amministrazione non abbia risposto alle esigenze della comunità: “È assolutamente necessario restituire quello che è uno spazio dovuto e necessario per questa comunità. Vediamo però che le risposte da parte dell’amministrazione non rispecchiano effettivamente quelle che sono le richieste dei residenti”. Barberio ha ricordato la mole di lavoro svolta dai cittadini: “Noi abbiamo fatto assemblee su assemblee pubbliche su questo parco, supportati dalle altre associazioni promotrici della proposta”. La conclusione amara è che “vediamo ancora una volta come le promesse fatte non sono state poi effettivamente mantenute”. Questo mancato rispetto delle promesse ha generato profonda delusione, soprattutto perché l’attività di promozione e studio ha richiesto un notevole dispendio di risorse: “Questa cosa ci pesa molto, perché il nostro è stato un lavoro che ha richiesto tempo ed energia. Vedere i fondi, presi e utilizzati per tutt’altro, non fa tanto piacere”. La comunità spera che l’appello non resti inascoltato e che il Parco del Seminario torni ad essere una priorità per la città. e.n.