Si è tenuta ieri sera in un salone gremito la prima assemblea pubblica, promossa dal neonato comitato di residenti, per discutere dell’installazione di nuove e preesistenti antenne di telefonia mobile (inclusa la tecnologia 5G) nelle zone di Bottino, Montena e Canale a Giovi. L’incontro, moderato dalla giornalista Erika Noschese e organizzato dall’avvocato Vincenzo Benvenuto, ha dato voce all’allarme sociale e alla profonda preoccupazione dei cittadini, formalizzata in una Petizione Popolare Urgente già indirizzata alle massime autorità locali, tra cui il Sindaco, gli Assessorati competenti, l’ARPAC e l’ASL di Salerno. Il documento, redatto dai promotori, evidenziava una grave mancanza di trasparenza nell’iter autorizzativo, in particolare per il recente impianto di zona Bottino, e richiedeva in modo perentorio l’immediata sospensione cautelativa dell’attività di tutti e tre gli impianti, con l’avvio della procedura per la loro revoca definitiva e rimozione dalle aree residenziali e sensibili. I cittadini, vincolando le autorità al Principio di Precauzione data l’incertezza scientifica sugli effetti a lungo termine dei campi elettromagnetici, hanno chiesto a gran voce un impegno formale del Comune per garantire che nessun intervento futuro nell’area possa potenzialmente mettere a rischio la salute dei residenti. Il dibattito ha toccato il suo apice nel momento in cui il dottor Luigi Cracas ha fornito un quadro sanitario che i presenti hanno percepito come allarmante: l’area collinare sarebbe stata interessata da un numero anomalo di casi di leucemia registrati in un’area circoscritta. Cracas ha ricordato di aver già chiesto in passato – nel lontano 2002 – al Comune, all’ASL e all’Ordine dei Medici di Salerno di prestare attenzione alla situazione, scontrandosi tuttavia con un presunto silenzio dell’amministrazione comunale. Questo dato ha rafforzato il timore dei residenti e la loro determinazione a ottenere misurazioni ufficiali. Nonostante il panico per l’associazione tra antenne e malattie, l’assemblea è stata anche informata sul consenso scientifico in merito: i Campi Elettromagnetici a Radiofrequenza, pur classificati come “Possibilmente cancerogeni per gli esseri umani” – lo stesso gruppo che include l’estratto di aloe vera o i sottaceti – sono radiazioni non ionizzanti che non danneggiano direttamente il DNA. La conclusione scientifica ribadita è che, ad oggi, non esiste una prova conclusiva che l’esposizione entro i limiti di legge causi cancro. L’Italia, del resto, adotta limiti storicamente molto più restrittivi rispetto agli standard europei, pur con un recente innalzamento a 15 V/m per favorire lo sviluppo del 5G. La richiesta di trasparenza si è trasformata in polemica aperta verso il Comune di Salerno. L’assessore all’Ambiente, Massimiliano Natella, presente all’incontro in veste anche di residente di Giovi, si è trovato a fronteggiare l’accusa di non aver informato adeguatamente la cittadinanza circa la possibilità che privati cittadini venissero contattati direttamente dalla società Invit per l’installazione delle antenne in cambio di un corrispettivo economico. La voce dei presenti è stata quasi unanime: “Se avessimo saputo per tempo, probabilmente nessuno di noi avrebbe mai acconsentito all’installazione di un’antenna negli spazi di casa propria”. L’assessore Natella ha chiarito la posizione del Comune di “non decisioni” in merito all’installazione delle antenne 5G, ricordando che precedenti installazioni simili non avevano suscitato proteste. Tuttavia, la sua ammissione di aver sondato il territorio, riscontrando pareri non univoci, è stata accolta con scetticismo da un’assemblea chiaramente schierata sul fronte del “No”. L’avvocato Vincenzo Benvenuto ha inquadrato la situazione dal punto di vista legale, sottolineando le falle nel sistema normativo su questo aspetto. L’obiettivo del neonato comitato non è l’attacco politico, ma l’ottenimento di informazioni cruciali dagli enti preposti e la tutela del territorio. I residenti hanno espresso il timore che i tre impianti attualmente installati non siano l’ultimo capitolo della vicenda, definendo la situazione attuale un vero e proprio “triangolo di radiazioni”. L’azione più concreta che il comitato ha ribadito di voler perseguire, oltre all’invio della petizione, è la richiesta urgente all’Arpac di intervenire per un monitoraggio completo e continuativo dei livelli di campo elettromagnetico nelle tre zone e nei luoghi di permanenza prolungata (case e scuole), rendendo pubblici i risultati con la massima trasparenza. Il comitato ha ribadito che solo la prova ufficiale del rispetto dei limiti di legge, estremamente cautelativi in Italia, potrà fugare i dubbi sulla legalità e la sicurezza degli impianti. Il suggerimento dell’assessore Natella, invece, è di muoversi verso il Tar. Le assemblee informative e la raccolta firme proseguiranno, con il comitato determinato a ottenere che l’Arpac si assuma le “dovute responsabilità del caso e fornire i dati aggiornati relativi ai potenziali rischi”. All’incontro ha preso parte anche il parroco di Giovi, don Emmanuel Castaldi che ha confermato il suo sostieno a favore della comunità e a tutela dei più piccoli.





