Noi Moderati, chiesti i domiciliari per Saverio Romano - Le Cronache Ultimora
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Noi Moderati, chiesti i domiciliari per Saverio Romano

Noi Moderati, chiesti i domiciliari per Saverio Romano

I carabinieri del Ros hanno bussato alla sua casa poco dopo le otto di mattina. Salvatore Cuffaro non era ancora uscito quando gli è stato notificato il decreto di perquisizione disposto dalla Procura di Palermo e l’invito a comparire per rendere l’interrogatorio al gip. Le accuse a carico dell’ex governatore siciliano sono pesanti – corruzione, turbata libertà degli incanti, associazione a delinquere – tanto che per l’ex presidente della Regione e altri 17 tra cui l’ex ministro del governo Berlusconi Saverio Romano, i pm hanno chiesto gli arresti domiciliari. Solo dopo averli sentiti, come prevede ora la legge, il magistrato deciderà se disporre la misura cautelare e per Romano, parlamentare di Noi Moderati, chiedere l’autorizzazione a procedere. Dalle pagine dell’indagine dei pm, coordinati da Maurizio de Lucia, viene fuori l’ennesimo caso di mala amministrazione della cosa pubblica con al centro un comitato d’affari occulto, al cui vertice ci sarebbe proprio Cuffaro. Secondo l’accusa, l’ex presidente della Regione avrebbe utilizzato l’influenza guadagnata nel corso della sua lunga carriera politica e messo a disposizione la sua rete di conoscenze per incidere su concorsi, gare di appalto e procedure amministrative in modo da favorire imprenditori amici, procurare loro vantaggi e al tempo stesso rafforzare il proprio consenso. I pm parlano di una associazione criminale in grado di “infiltrarsi e incidere sulle attività di indirizzo politico-amministrativo della Regione Sicilia e catalizzare il consenso elettorale del maggior numero di cittadini”. Al centro dell’attività del comitato d’affari nomine di dirigenti e funzionari pubblici e regionali negli enti e apparati amministrativi di maggior rilievo nell’ambito di settori nevralgici come la sanità, gli appalti e le opere pubbliche, “in modo tale da potere poi condizionare, attraverso questa pregressa opera di fidelizzazione, l’attività di indirizzo politico-amministrativo della Regione Sicilia”, dicono i magistrati. Gli indagati, politici, imprenditori, funzionari pubblici e manager della sanità verranno sentiti nei prossimi giorni. E se Romano, che sostiene di aver saputo dell’inchiesta dai media, annuncia una conferenza stampa in cui ribatterà alle accuse, Cuffaro si dice fiducioso nella magistratura. Al centro dell’inchiesta, oltre a una mazzetta che attraverso l’ex governatore e il capogruppo della Dc Carmelo Pace, sarebbe stata fatta avere da un imprenditore al dg del Consorzio di bonifica occidentale della Regione Sicilia Giuseppe Tomasino, ci sono una gara bandita dall’ASP di Siracusa e il concorso pubblico a 15 posti a tempo indeterminato per operatore socio sanitario all’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo. Secondo la Procura, il direttore generale dell’Asp di Siracusa Alessandro Maria Caltagirone, la cui nomina era stata sponsorizzata da Cuffaro, con l’intermediazione del faccendiere Antonio Abbonato, dell’ex parlamentare calabrese Ferdinando Aiello e di Saverio Romano, avrebbero fatto vincere la gara alla Dussmann Service S.r.l., ottenendo, in cambio, il miglioramento delle condizioni contrattuali di due dipendenti segnalati da Cuffaro, la promessa di subappalti concessi dalla Dussmann a ditte “amiche” e un incremento del valore delle prestazioni e del volume dei lavori per cui la stessa azienda si sarebbe rivolta alla Euroservice S.r.l. di Sergio Mazzola. Per la Dussman avrebbero “trattato” con gli indagati Mauro Marchese e Marco Dammone, rappresentante legale e funzionario commerciale della srl. Mazzola era stato presentato loro come un amico personale da Saverio Romano. Per i pm sarebbe stato possibile pilotare la gara grazie alla complicità dei componenti della commissione aggiudicatrice e Giuseppe Di Mauro, pubblico ufficiale, responsabile unico del procedimento. Nel capitolo del concorso truccato sono invece coinvolti Roberto Colletti, ex commissario straordinario prima e direttore generale poi dell’azienda Villa Sofia Cervello e Antonio Iacono, direttore del “Trauma Center” della stessa azienda e presidente della commissione esaminatrice dell’esame. Colletti e Iacono avrebbero accettato promesse di favori, incarichi e sostegno politico da Cuffaro e Raso per turbare il regolare andamento del concorso in modo che fra i vincitori risultassero soggetti segnalati dall’ex governatore col contributo di Raso.