Alberto Cuomo
Il giudice ascolta,
come chi pesa l’invisibile.
Ha visto occhi che non chiedono perdono,
ha visto mani
tremare di verità.
Sul banco,
tra le carte,
giace la parola:
colpa.
Eppure
quante colpe sono sogni spezzati,
quanti sogni
sono un passo mancato nella notte.
La giustizia è cieca,
dicono.
Ma io l’ho vista guardare,
stanca,
sotto il peso dell’uomo.
Ogni sentenza
È una ferita che si chiude male
La riforma della Giustizia è finalmente passata. La compagine di sinistra, forse solo per ingraziarsi la magistratura, ha subito avviato le procedure per un referendum costituzionale o confermativo che sarà richiesto dalla stessa destra. Ciò perché, trattando una materia costituzionale, la legge si sarebbe dovuta approvare con la maggioranza dei due terzi del parlamento e del senato così come non è avvenuto. A differenza del referendum abrogativo che necessita, per poter far valere il conteggio dei voti, del raggiungimento del quorum dei votanti maggiore del cinquanta per cento degli elettori, quello confermativo non ha bisogno di tale quota, sì che sarà ritenuta vincente la sola maggioranza dei votanti per cui, nel caso in specie, se prevarrà il Si la legge verrà definitivamente approvata, se al contrario prevarrà il No, la legge sarà cancellata. In realtà, nel 1987, già si tenne su proposta del Partito Radicale, del Pli e del Psi un referendum rivolto ad affermare la responsabilità civile dei magistrati e l’abrogazione del sistema elettorale nelle nomine per il Consiglio superiore della Magistratura. Tale referendum conobbe la vittoria del Si con l’ottanta per cento delle preferenze, cosa che indusse il Parlamento a varare nel 1988, con il voto di Dc, Pci e Psi una legge sul risarcimento dei danni causati dall’azione giudiziaria, nella critica dai radicali che accusarono i votanti di aver stravolto e annacquato il senso del voto degli italiani. Singolarmente nel 1987 la Dc ed il Pci invitarono a votare a favore della separazione delle carriere e della eliminazione del voto per il Csm, ciò perché temevano che il voto avesse un valore politico nella prevista vittoria dei Si, dopo la triste vicenda giudiziaria di Enzo Tortora. Anche oggi tuttavia vi sono imprevisti sostenitori della legge. Tra i politici Calenda, che pure appartiene al campo largo, ma anche Antonio Di Pietro che ha dichiarato, con molti altri suoi sostenitori, il voto positivo al referendum. Purtroppo anche stavolta il voto referendario sarà politicizzato e, pertanto, molti uomini della sinistra, pur condividendo la legge, finiranno con il non votare e non far votare per il Si al referendum. Contrariamente a quanto si afferma da parte dei 5S e del Pd la legge non vuole vendicare Berlusconi quanto proteggere gli italiani da possibili vessazioni dei procuratori. Tant’è che la figlia di Tortora, la giornalista Gaia ha dichiarato: “la violenza delle toghe ha inciso sulla mia carne… la contrarietà della sinistra verso la separazione delle carriere mi fa tristezza”. A Salerno basta pensare agli effetti della cosiddetta tangentopoli che attraverso un reato implausibile, ovvero l’interpretazione del progetto non esecutivo come “falso ideologico” (in proposito attendo che il dott. Michelangelo Russo accetti la mia sfida sul tema) si determinò la stura a presunte accuse di corruzione che decapitarono la giunta comunale e i partiti maggioritari, mentre De Luca, approfittando dello spazio politico libero, prendeva il potere. Se poi si guarda ai recenti sviluppi di alcune inchieste in cui i procuratori si smentiscono tra loro si può certamente affermare che la separazione delle carriere è sacrosanta. Poi, a leggere il libro di qualche anno fa scritto dal giudice Palamara sulle correnti in seno al Csm, si comprende che, almeno per l’elezione dei giudici a far parte del consesso mediante sorteggio, non si può non essere favorevoli.
Gerard David, Giudizio di Cambise (1498; olio su tavola)
Il pittore fiammingo David dipinse per il tribunale di Bruges la tavola Giudizio di Cambise ispirata a un racconto di Erodoto. Cambise, re di Persia, aveva scoperto che un giudici, Sisamne, era corrotto.. Cambise lo fece arrestare e condannare a morte mediante scorticamento, utilizzando la sua pelle per il fondo della sedia del figlio nominato giudice in luogo di Sisamne, onde fargli ricordare la fine del padre per la sua corruzione. La tavola rappresenta lo scorticamento mentre Cambise osserva impassibile l’azione.
(poesia scritta dal redattore durante la colazione mattutina)





