Giovi si ribella all'antenna telefonica - Le Cronache Cronaca
Cronaca Salerno

Giovi si ribella all’antenna telefonica

Giovi si ribella all’antenna telefonica

di Erika Noschese

Un’installazione recente e repentina ha interrotto la serenità del popoloso quartiere collinare di Giovi, a Salerno, trasformando la diffidenza in aperta ostilità. L’apparizione di una nuova antenna per la telefonia mobile su un’altura in prossimità delle aree residenziali ha innescato un allarme senza precedenti nella comunità, che vede nel traliccio un concreto pericolo per la salute pubblica, in particolare per le fasce più vulnerabili. L’episodio, documentato da immagini che mostrano chiaramente l’impianto svettare sul panorama del quartiere, è stato immediatamente seguito da una veemente protesta civile. Nel giro di poche ore, le strade di Giovi sono state tappezzate da manifesti autofinanziati che hanno dato voce ai timori più profondi dei cittadini, parlando apertamente di “inquinamento elettromagnetico” e paventando il rischio di “leucemie e tumori”. Il messaggio è diretto e univoco: non si accetta che si giochi con la salute dei residenti. La protesta ha subito abbandonato i toni meramente emotivi per strutturarsi in una azione formale e legale. È in corso la massiccia sottoscrizione di una Petizione Popolare che, corredata dai dati anagrafici e dai documenti di identità dei firmatari, sarà indirizzata al Sindaco, agli Assessori competenti, all’Asl di Salerno, all’Arpac (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania) e alla Prefettura e, passo successivo, la costituzione di un comitato ad hoc che miri alla salvaguardia ambientale. Il documento non si limita alla protesta, ma avanza richieste puntuali e non negoziabili. In primo luogo, i cittadini esigono la revoca immediata di qualsiasi atto autorizzativo concesso e la rimozione fisica e definitiva dell’impianto, definendo la sua presenza come una minaccia inaccettabile. Contestualmente, si richiede la massima trasparenza sull’intero iter burocratico: i promotori della petizione chiedono la convocazione urgente di un tavolo tecnico-pubblico per illustrare le valutazioni di impatto ambientale ed elettromagnetico e per rendere accessibile tutta la documentazione tecnica relativa all’installazione e al funzionamento dell’antenna. Infine, ma non meno importante, il Comitato nascente esige dalle autorità l’impegno formale a garantire che nessun intervento presente o futuro, di qualsiasi natura infrastrutturale o tecnologica, possa anche solo potenzialmente mettere a rischio la salute dei residenti. Questo fermento ha portato alla quasi ufficiale costituzione di un Comitato Civico “Giovi Senza Elettrosmog”, destinato a diventare l’interlocutore formale della cittadinanza con le istituzioni. L’obiettivo non è solo ottenere la rimozione del traliccio, ma anche l’istituzione di un tavolo permanente per il monitoraggio della qualità ambientale e dei livelli di elettrosmog. Il dibattito che si accende a Giovi è lo specchio di una questione dibattuta a livello nazionale: il rapporto tra lo sviluppo tecnologico (in particolare l’implementazione delle reti 5G e la necessità di una maggiore densità di antenne) e la tutela della salute. È fondamentale sottolineare che il consenso scientifico attuale, pur riconoscendo i campi elettromagnetici a radiofrequenza (CEM-RF) come “possibilmente cancerogeni” (Classificazione IARC Gruppo 2B), non ha stabilito una correlazione definitiva tra l’esposizione alle antenne e l’insorgenza di patologie gravi come i tumori, quando i livelli di emissione rispettano le norme. L’unico effetto biologico accertato è l’effetto termico, un leggero riscaldamento dei tessuti, che viene totalmente prevenuto dall’adozione di limiti di esposizione estremamente cautelativi. L’Italia, in virtù del Principio di Precauzione, adotta limiti tra i più restrittivi in Europa (attualmente 15V/m medi su 24 ore), molto inferiori a quelli raccomandati dagli standard internazionali. Ciò significa che, se l’impianto di Giovi è regolarmente installato e rispetta i parametri di legge, l’esposizione è ritenuta sicura dalle autorità sanitarie e ambientali. Tuttavia, la legittima ansia dei residenti può essere placata solo attraverso la trasparenza assoluta e la verifica oggettiva. L’azione del Comitato dovrà ora concentrarsi nell’ottenere dall’ARPAC di Salerno un intervento urgente per effettuare le misurazioni in loco, specialmente nelle immediate vicinanze di abitazioni o luoghi sensibili. La palla passa dunque al Comune e all’Agenzia Ambientale. La gestione di questa crisi non si limita alla questione sanitaria percepita, ma investe la legalità dell’autorizzazione (con la verifica del rispetto dei regolamenti urbanistici e del Piano Antenne) e la capacità delle istituzioni di comunicare e rassicurare un’intera comunità che si sente minacciata nel luogo più sacro: la propria casa e la salute dei propri figli. La mobilitazione di Giovi è appena iniziata e i riflettori restano accesi sulle prossime mosse delle autorità.