Pattinodromo, un crollo annunciato - Le Cronache Salerno
Salerno

Pattinodromo, un crollo annunciato

Pattinodromo, un crollo annunciato

La forza inesorabile del mare e, ancor più, il peso degli anni di mancata manutenzione hanno fatto crollare un pezzo di storia sportiva salernitana. Il Pattinodromo Tullio D’Aragona, situato sullo storico lungomare Tafuri, è stato completamente transennato e chiuso al pubblico – eccezion fatta per l’area uffici – in seguito al drammatico cedimento del muro di contenimento prospiciente il mare. Un collasso strutturale, verificatosi tra venerdì e sabato scorsi, che ha interrotto bruscamente le attività e ha sollevato un grido d’allarme sulle condizioni di degrado che minacciano gli impianti pubblici della città. Il Pattinodromo, punto di riferimento da decenni per l’hockey e il pattinaggio corsa e artistico, è ora off limits. L’erosione marina, che ha logorato in profondità la parete di contenimento, è considerata la causa principale del cedimento, un evento drammatico ma, a detta di molti, largamente preannunciato. Già nei mesi scorsi c’erano stati problemi nella struttura sportiva salernitana a causa di alcune criticità che riguardavano la pista con alcune aree che furono interdette. In quella circostanza il Centro Sportivo Italiano di Salerno, che ha in gestione l’impianto, aveva trovato un accordo con la società che svolge lì le proprie attività, la Roller Salerno, per far fronte al problema. Poi la situazione è peggiorata tra venerdì e sabato quando si è registrato il crollo. Il Centro Sportivo Italiano di Salerno ha prontamente allertato tecnici comunali e Polizia Municipale per un primo sopralluogo non appena si è registrato il crollo. Il Comune di Salerno ha reso noto che dalla giornata di domani avranno formalmente inizio i sopralluoghi tecnici per determinare con precisione le cause ultime del collasso e, successivamente, attivare le procedure per la messa in sicurezza della zona. Solo dopo questa fase propedeutica si potrà pianificare il ripristino dell’impianto, i cui tempi si preannunciano complessi e incerti, data l’entità del danno che coinvolge in modo congiunto il muro e la pista stessa. La chiusura dell’impianto sul lungomare Tafuri non è percepita dalla comunità sportiva come una fatalità improvvisa, ma come un epilogo prevedibile di anni di disinteresse. “Una parte del pattinodromo prospiciente il mare è crollato. Fatto già preannunciato da tempo, ma rimasto nel silenzio totale”, ha commentato con amarezza Francesco Rossi, presidente del Comitato Regionale della Federazione Pattinaggio. L’episodio, secondo Rossi, simboleggia un problema più ampio e doloroso: “Con questo crollo e la sospensione delle attività sportive è crollato un pezzo di storia sportiva di Salerno. Storia che non è fatta solo di calcio ma di tanti altri sport sottovalutati, messi nel dimenticatoio, lasciati al proprio destino”. Il dirigente della Roller Salerno, Giuseppe Durante, ha confermato come i problemi fossero noti da tempo agli organi preposti, denunciando l’inerzia amministrativa: “Purtroppo, oltre a quello che stiamo passando da 2 anni per il Palatulimieri, questa è un’altra tegola pesante che ci cade addosso, perché noi la utilizziamo da 50 anni per fare sia hockey, sia pattinaggio corsa. Un’altra struttura che ci viene meno, così come ci viene meno il reclutamento dei bambini e dei ragazzi, perché lì noi facevamo reclutamento sia per il pattinaggio artistico che per il pattinaggio corsa che per l’hockey. La cosa che non riesco a capire è che lì si conosceva già da tempo il problema di quel cedimento e non si è fatto nulla per intervenire”. Durante ha ripercorso le tappe del degrado che si sono aggravate negli ultimi mesi: “Già da maggio – giugno si erano avuti i primi segnali, con alcune lesioni sull’anello esterno della pista, il che ci faceva capire che c’era un problema serio da gestire e da valutare che purtroppo non è stato preso in considerazione”. Anche la presidente del CSI Salerno, Teresa Falco, pur avanzando l’ipotesi che “probabilmente anche le scosse di terremoto di questi giorni hanno contribuito al crollo”, ha dovuto riconoscere la preesistenza dei problemi: “In realtà, però, la situazione con problemi già riscontrati, come detto, sulla pista nei mesi scorsi, ai quali si stava cercando di far fronte, era già stata segnalata dalla Roller Salerno e non soltanto, ma anche da altri frequentatori del pattinodromo”. La chiusura dell’impianto sul lungomare Tafuri, unita all’annunciato abbattimento del Palatulimieri, mette la società Roller Salerno e l’intero movimento del pattinaggio in una condizione di estrema emergenza logistica. “E se a questo si aggiunge il preannunciato abbattimento del Palatulimieri, il pattinaggio sarà costretto ad abbandonare definitivamente Salerno”, ha tuonato Francesco Rossi. Eppure, il Pattinodromo Tullio D’Aragona non è un campetto qualunque, ma un luogo intriso di storia sportiva. Rossi ha ricordato il suo valore e il legame con l’attività federale: “Eppure il Pattinodromo, costruito negli anni Sessanta anche con l’apporto finanziario della Federazione ha visto decide di migliaia di salernitani, e non solo, utilizzarlo. Ed anche manifestazioni nazionali ed internazionali si sono tenute in questa struttura, e l’attuale presidente della Federazione on.ke Aracu, in questo pattinodromo, negli anni Sessanta, ha vinto medaglie d’oro”. La situazione di precarietà ha costretto la Roller Salerno a scelte dolorose a livello agonistico. Durante ha confermato i continui tentativi di trovare spazi adeguati: “Sono due anni che continuiamo a contattare presidente della Regione, sindaco di Salerno, i vari assessori e le varie commissioni, però purtroppo non c’è stato riscontro. Sono due anni che lottiamo per avere un posto dove fare pattinaggio. Abbiamo rinunciato per questo motivo a iscriverci alla categoria A2, proprio perché la A2 è molto impegnativa e, sinceramente, si andava a fare brutte figure a livello nazionale. Le stiamo facendo ormai da anni, però c’era bisogno di mettere un punto alla situazione. Ci siamo iscritti alla serie B tentando, di reggere una situazione complicata, però come vedete la situazione è abbastanza precaria”. Il dirigente ha anche citato la situazione di incertezza contrattuale per l’utilizzo temporaneo: “Noi abbiamo firmato un accordo con il Comune per entrare in questa struttura, questo a metà settembre, però con la data di uscita non fissata, quindi ci possono cacciare in qualsiasi momento anche da qui”. La Federazione Pattinaggio usa il crollo come monito per denunciare la scarsa attenzione riservata agli sport minori a Salerno, evidenziando il divario con altre città italiane. “A dimostrazione di come è trattato lo sport a Salerno basta andare a pochi chilometri da casa nostra, al Centro Italia per rendersi conto come il pattinaggio è considerato. Basta dare uno sguardo allo skatepark di Ostia, a quello di Colle Oppio a Roma, ed anche più vicino a noi, a Benevento, a Caivano, a Napoli, Caserta ed ancora in tanti altri comuni, verificare in quanti luoghi esistono piste di pattinaggio”. L’accusa di Rossi si è conclusa con una critica diretta all’assenza di figure amministrative dedicate: “Ma il nostro è un discorso tra sordi, a Salerno, forse unica città in Italia, non esiste neanche un Assessore allo sport. Dove vogliamo andare”. Nonostante la gravità della situazione, c’è chi spera in una rapida ripartenza. “Speriamo in una riapertura al più presto”, ha ribadito la Presidente Falco, pur consapevole che “le condizioni in cui l’impianto si presenta lasciano immaginare tempi lunghi per eseguire gli interventi, considerando il crollo proprio della pista e quindi quello del muro di contenimento”. Il crollo ha innescato la dura reazione della vicepresidente del Consiglio Comunale di Salerno e Consigliera Comunale del Movimento 5 Stelle, Claudia Pecoraro, che ha denunciato senza mezzi termini l’inerzia amministrativa. Con la struttura chiusa e i sopralluoghi in programma, la comunità attende risposte immediate e un piano di ripristino che possa salvare non solo l’impianto, ma l’intero movimento sportivo del pattinaggio a Salerno.