Scandalo immigrati, il ruolo politico di De Simone e Capuano - Le Cronache Ultimora
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Scandalo immigrati, il ruolo politico di De Simone e Capuano

Scandalo immigrati, il ruolo politico di De Simone e Capuano

Luigi Polverino

Terremoto politico e giudiziario a Castel San Giorgio. Con un blitz nella notte i carabinieri del Nas di Firenze coadiuvati da quelli del comando provinciale di Salerno, hanno arrestato e portato in carcere Salvatore De Simone, 47 enne di Castel San Giorgio, avvocato e dipendente pubblico, nonché amministratore di fatto, secondo i militari dell’Arma, di una cooperativa che gestiva centri per extracomunitari. Insieme a lui sono finiti ai domiciliari la moglie Margherita Corrado 45 anni di Castel San Giorgio, Antonietta Angrisani, 47enne di Roccapiemonte, Giuliana Nocera 37enne di Mercato San Severino e Guglielmo Capuano 58enne di Castel San Giorgio. Questi ultimi tre collaboratori a vario titolo della gestione dei centri o della cooperativa. Tutti sarebbero coinvolti a vario titolo in una brutta vicenda riguardante le condizioni di vita ed igierniche sanitarie dei Centri di Accoglienza per richiedenti asilo nei comuni di San Marcello Piteglio (PT) gestiti dalla DESY (alcuni anche per Minori Stranieri Non Accompagnati -MSNA) ed attivi nelle province di: Pavia: due CAS in Montu Beccaria (PV); due CAS Santa in Maria della Versa (PV); un CAS in Pavia; in provincia di Salerno invece: due CAS (uno dei quali per MSNA) in Castel San Giorgio; un CAS in Orria; un CAS in Ascea; un CAS in Casalbuono; un CAS in Felitto; tre CAS (uno dei quali per MSNA) in Savignano Irpino (AV); un CAS in Grottolella (AV); un CAS in Montoro (AV); due CAS in Atripalda (AV); e un a Foiano della Chiana (AR) Scrivono i Nas¨I soggetti destinatari delle misure cautelari sono gravemente indiziati – a seconda delle loro diverse posizioni e partecipazioni soggettive, in concorso tra loro, dei delitti di concussione nei confronti di soggetti richiedenti asilo sul territorio, frode nelle pubbliche forniture, nonché plurimi episodi di truffa aggravata in danno dello Stato e numerose false attestazioni in atti pubblici”. Nel biennio 2022-2024 la Desy avrebbe intascato dalle varie prefetture circa un milione e duecentomila euro per la gestione dei centri e dei servizi collegati. Dalle testimonianze, però, pare che molti servizi specie quelli di assistenza sociale e di psicologia non venivano forniti come non venivano sempre corrisposte le diarie agli extracomunitari ospiti dei centri, senza parlare delle condizioni igienico sanitarie trovate durante i blitz dei carabinieri e per il vitto addirittura non sempre fornito e spesso di pessima qualità e con gravi deficit di conservazione. La magistratura ha anche provveduto ad effettuare un sequestro preventivo a carico della DeSy di ben 720.579, 87 euro. Scrivono sempre i Nas: “Le indagini hanno avuto origine nel dicembre2023, allorquando, d’intesa con i militari del Comando Provinciale di Pistoia, il Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Firenze effettuava un accesso ispettivo presso il Centro di Accoglienza Straordinario per richiedenti asilo denominato ex “Hotel Giardini”, a San Marcello Piteglio (PT), ove erano state segnalate presunte irregolarità igienico-sanitarie. In tale contesto gli operanti rilevavano effettivamente gravissime carenze dal punto di vista igienico-sanitario, dovute ad una totale incuria degli ambienti ove erano ospitati i richiedenti asilo, riscontrando la presenza di sporcizia diffusa, liquami, muffe ed incrostazioni pregresse, nonchè pessime condizioni abitative e di sicurezza, in grado di rappresentare pericolo per la salute e la sicurezza degli ospiti, oltre che per la salute pubblica…….. Veniva pertanto avviata un’attività strutturata, nel corso della quale sono state preliminarmente verbalizzate le dichiarazioni degli ospiti della struttura di San Marcello Piteglio, che tracciavano un quadro allarmante delle condizioni di vita all’ interno del CAS. Nelle dichiarazioni fornite, in particolar modo circa la gestione da parte della “Desy” (pertanto dall’01.08.2’1, al 31,.07.23), si faceva riferimento ad una (quasi) totale assenza di fornifura di beni e servrzi, con una sorta di “abbandono” dei richiedenti asilo, ospitati in una struttura sprovvista di riscaldamento e acqua calda, oltre che, in talune circostanze, anche di energia elettrica”. Oltre alle verifiche amministrative ad incastrare gli indagati anche le intercettazioni telefoniche nel senso che mentre venivano fatturati alle prefetture servizi di assistenza sociale o di psicologia presso alcuni centri del nord, i telefoni dei professionisti che avrebbero dovuto svolgere i servizi erano invece collegati ed intercettati in regioni del sud. Insomma se le indagini trovassero conferma si prospetta un quadro davvero desolante di truffe, falsi, concussioni e piccole vergogne sulla pelle di poveri richiedenti asilo costretti a vivere in condizioni simili a quelle delle bestie. Salvatore De Simone e Guglielmo Capuano, due dei cinque arrestati di ieri notte sono personaggi pubblici molto noti a Castel San Giorgio. Guglielmo Capuano è stato capostaff nei primi anni 2000 del sindaco Andrea Donato e il fratello è stato più volte in predicato di essere candidato a sindaco e ancora oggi, insieme proprio a De Simone hanno dato vita ad un movimento politico per la rinascita di Castel San Giorgio. De Simone, invece, da sempre e anche oggi vicino ad alcuni ambienti di ambientalisti, nella giunta di Andrea Donato ricopriva la carica di assessore. Prima e dopo il De Simone ha ricoperto cariche sia assessoriali ed è stato più volte consigliere comunale ed anche attualmente è il primo dei non eletti della lista che perse le ultime elezioni comunali. Ma c’è di più. All’epoca in cui fu assessore con Donato, il Comune acquistò azioni della Banca Etica. Una operazione di cui quella giunta menava vanto, ma le uniche operazioni effettuate a Castel San Giorgio dalla Banca Etica, risultarono sconti di cambiali o fatture della coop di De Simone coinvolta oggi nell’operazione dei Nas. Addirittura negli anni a venire le quote sparirono anche dai Bilanci per poi ricomparire i primi anni delle amministrazioni Lanzara che scoprirono l’arcano e tutta la vicenda poco chiara, possibile con il placet anche di alcuni uffici comunali, ma questa vicenda è oramai andata abbondantemente in prescrizione. E non finisce qui. Sempre in quegli anni il De Simone riuscì a gestire la stazione ferroviaria di Codola per ospitare gli extracomunitari ma, la Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, all’epoca molto attiva, con il sostituto procuratore Lenza, cominciò a capire che qualcosa di poco chiaro si muoveva dietro la gestione dei centri di accoglienza e cercò di fermare l’operazione denunciando chi aveva effettuato dei lavori edili abusivi sulla stazione ferroviaria. La vicenda però pur finendo nell’occhio del ciclone si fermò li. Fino a stanotte. Quando dalla Toscana è stato scoperchiato il pentolone degli affari e della gestione criminale dei centri di accoglienza per i richiedenti asilo. Scrivono ancora i Nas: “A fronte di tale quadro, la DESY attestava alla Prefettura di Pistoia, con conseguente richiesta di pagamento del servizio, molteplici prestazioni che non venivano mai eseguite; i professionisti indicati per tali attività certificavano, in varie occasioni, la loro presenza presso il CAS di San Marcello Piteglio (PT), sebbene l’analisi del traffico telefonico delle utenze da loro utllizzata li collocasse in altra regione, pertanto in contesti assolutamente incompatibili con la presenza presso il CAS, o addirittura risultavano impegnati in concomitanti servizi presso altri CAS gestiti dalla società sul territorio nazionale, il tutto a riscontro di quanto genuinamente dichiarato dai richiedenti asilo. In tale quadro, stante la gravità delle dichiarazioni rese, venivano effettuati degli ulteriori approfondimenti sugli assetti delle società, rilevando in particolare che la DESy risultava gestire (o aver gestito) degli altri CAS sul territorio nazionale, in particolare (anche) nelle province di Salerno, Avellino, Pavia e Arezzo. Sulla base di ulteriori e gravi elementi acquisiti, veniva avviata una manovra investigativa supportata da intercettazioni telefoniche, analisi tabulati di traffico ed acquisizione di una copiosa documentazione……. Lo sviluppo delle indagini consentiva di comprendere che la DESY, il cui rappresentante legale risultava essere Margherita Corrado era di fatto gestita – in toto- dal marito di quest’ultima, Salvatore De Simone. A quest’ultimo infatti era demandata: la gestione dei vari operatori e dei professionisti collegati alla Desy; l’adozione delle decisioni operative da assumere per l’andamento dei vari CAS; la determinazione delle spese da affrontare nelle strutture (dalla logistica ai generi alimentari) nonché l’individuazione di nuove strutture da destinare a centri d’accoglienza su tutto il territorio nazionale”.