Global Flotilla. L’inizio di una rivoluzione. - Le Cronache Ultimora
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Global Flotilla. L’inizio di una rivoluzione.

Global Flotilla. L’inizio di una rivoluzione.

Michelangelo Russo

Esattamente il 5 settembre scorso Cronache annunciò in un articolo che la Global Flottilla era l’inizio di una rivoluzione. Fummo, a Salerno, i primi ad intuire che qualcosa di assolutamente nuovo stava per accadere. E fummo tra i pochi quotidiani a capire in anticipo quale straordinario movimento popolare stava per scatenarsi. Siamo stati ottimi profeti! La Global Flottilla sta per diventare l’avviso di una possibile Caporetto per Meloni e compagni. L’inutile balbettio della Premier sta raggiungendo livelli di pateticità nel tentativo di avvalorare il fiume di sciocchezze che il Governo ha tentato di ammannire al popolo italiano per prendere tempo, senza osare di fare quello che Paesi più seri del nostro, a partire dall’Inghilterra, hanno già detto e fatto. Riconoscere lo Stato della Palestina! Risultato: il Governo ha perso il treno, e un riconoscimento della Palestina, magari fosse anche domani, sarebbe una figuraccia anche peggiore! Un segno di debolezza di fronte alla indignazione del Popolo Italiano, di cui non ha capito i sentimenti più elementari di solidarietà e fratellanza umana. Per Meloni e compagnia bella è la prima vera mazzata, indipendentemente dai risultati elettorali prossimi. Meloni ha dimostrato di non avere fiuto politico e progettualità, oltre i ritornelli sul bilancio in parità e i quattro spiccioli sull’Irpef detassata per i ceti medi. L’immaginazione e la premonizione, per un politico, sono doti essenziali. L’esibizione dei muscoli dei sollevatori di pesi impressiona molto nel Circo Equestre. Scatena applausi e ammirazione, sul momento. Ma lo spettacolo del Circo è vario. Passa per l’abilità dei saltimbanchi, la scenografia degli acrobati, il coraggio dei domatori, la beffa dei clowns. Tutto per venire incontro alle attese dell’intero pubblico. Il Circo di Meloni è fatto solo di sollevatori di pesi. A partire da lei. Una vecchia massima di Mao Tze Tung (mutuata da Confucio) recitava: “Ogni reazionario sa sollevare sulla testa enormi macigni di pietra, salvo a farseli poi rovinare immancabilmente sui suoi stessi piedi”. Meloni (e compagnia) hanno fatto lo stesso, per imitare Trump. Gli è caduto il masso sui piedi. Da parte avversa, restando alla Campania, quel vecchio volpone che è Vincenzo De Luca ha capito a tempo l’aria che tirava nel Paese. In una teleconferenza, tre settimane fa, ha annunciato tutto il suo sostegno alla Global Flottilla. E ha condannato la delinquenza terroristica dello Stato di Israele. Molte spanne più su è stata l’intuizione di De Luca sul pensiero di questa Destra governativa, che non sa fiutare gli odori che provengono dall’anima di un popolo civile e credente, e umano, che è, con tutti i difetti, il Popolo Italiano. La Destra di Meloni ha naso solo per i cattivi odori che emana, anche, inevitabilmente, al pari di altri, l’anima del nostro popolo: l’odio razzista, la persecuzione dei gay, la diffidenza per il pensiero alternativo. Su questi temi la Destra non ha rivali nel cavalcare l’ovvietà degli impulsi di pancia della gente; ma si ferma là, perché non ha il concetto del futuro, nemmeno quello prossimo. E così il vecchio volpone De Luca ha osannato per tempo la rivoluzione della Global Flottilla. Solo che, anche per lui, gli anni iniziano a contare. Non ha creduto fino in fondo alla novità. Non ne ha fatto un cavallo di battaglia per giocare di anticipo. E ha perso, in parte, il suo treno. Ormai sono i sindacati, le piazze, le università, le scuole superiori, la Schlein, a guidare la riscossa della parte profonda dell’anima italiana di fronte all’assurdo della disumanità israeliana. Non toccate Dio al popolo italiano. Perché vi fate male! Quando il Dio uomo morì di supplizi sulla croce, un terremoto squarciò il velo del Tempio di Gerusalemme. Perché grande fu la collera dell’Altissimo per l’uccisione di suo figlio, uomo tra gli uomini. E per gli Ebrei venne la diaspora, e la fine di Israele. Forse Meloni farebbe bene a rileggersi il Vangelo. Trump è perdonabile, in un certo senso. Lui, di sicuro, non lo ha mai letto.