Giornalismo investigativo - Le Cronache Ultimora
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Giornalismo investigativo

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Michelangelo Russo

L’articolo di Antonio Manzo del 16 settembre scorso sul delitto Vassallo ha ripreso i retroscena inquietanti del panorama di nefandezze, nel cui scenario di impunità è arrivata l’uccisione del Sindaco pescatore. Ne emerge l’assurdo di un territorio, all’apparenza immobile e vivace solo per due mesi all’anno in estate, abbandonato alle razzie di bande di speculatori rimaste per troppo tempo incredibilmente impunite. Parlando con Antonio Manzo, dopo l’articolo, ho appreso che lui personalmente, dopo il delitto, per due mesi e quasi quotidianamente, è stato sul posto a domandare a testimoni dei più vari quali erano stati i tentativi di Vassallo di impedire gli scempi al paesaggio del Cilento, che la burocrazia addomesticata dei Comuni aveva favorito; e a chiarire in quanta solitudine il Sindaco di Pollica aveva operato. Manzo si sostituì a un apparato investigativo a cui diede spunti di approfondimento che purtroppo mancarono nell’immediato, da parte soprattutto delle istituzioni locali territoriali, Comuni e Provincia stessa. L’incredibile storia della strada Celso Acciaroli, pagata senza mai essere stata costruita, avrebbe dovuto far saltare dalla sedia i responsabili. Poteva essere l’occasione per aprire subito uno squarcio su scenari alternativi di malaffare e, punendo da subito delitti così gravi, escludere con certezza l’eventuale incidenza sul movente del delitto Vassallo. Purtroppo, l’affaire della strada Celso- Acciaroli è finito in prescrizione, senza che una pressione accusatoria immediata potesse far giungere qualcuno, magari, a rivelare retroscena forse utili all’indagine sull’omicidio. Ugualmente, la folle speculazione progettata sulla spiaggia di Montecorice, per l’importo di decine di milioni di euro, fu un’altra delle battaglie del Sindaco pescatore. Fu lasciato solo, di fronte ad uno schieramento di tecnici e politici locali di cui Vassallo intuì subito l’ostilità. Si è dovuto attendere il Tar e il Consiglio di Stato, oggi, per arrivare a una bocciatura definitiva del progetto e del piano regolatore. Ma poteva arrivarci, prima, un’indagine giudiziaria che poteva dare anche frutti insperati. Di fronte a fatti così gravi, indipendentemente dall’incrociarsi o meno degli stessi con i moventi del delitto, un senso forte di delusione pervade chi ancora crede nella legalità e le ragioni di tutela del patrimonio comune. La storia di queste due piste di investigazione va a merito delle intuizioni del giornalismo, tante volte più lungimiranti e attendibili dell’investigazione giudiziaria. Che ha formalità e tempi non di rado fuorvianti per il buon esito, per di più sommerse dal mare di carte e di processi della quotidianità. Il giornalismo investigativo è fatto di fiuto e di esperienza. Ha tempi veloci, perché confida, come detto, sull’intuizione. L’inchiesta sulla strage di Piazza Fontana, agli albori della Strategia della Tensione, nel dicembre 1969, fu ribaltata dal giornalismo investigativo. Pietro Valpreda, l’anarchico accusato della strage, fu scarcerato dopo due anni, e poi assolto, sulla base di indizi raccolti dai giornalisti e non dalla Polizia. Sulla pista indicata dai giornali si mossero i colleghi Emilio Alessandrini e Luigi Fiasconaro per arrivare agli estremisti Freda e Ventura quali autori della strage. Me lo attestò Alessandrini stesso, quando anche io ero alla Procura di Milano. Ai giorni nostri, per tornare al nostro territorio, il giornalismo investigativo ha di recente aperto casi di interesse comune, su cui si attende da tempo il risultato dell’investigazione giudiziaria. Che è arrivata, ad esempio, per il decesso al Pronto Soccorso di Salerno. Ma è stato un caso giornalistico a darle impulso. Si aspetta adesso, è stato detto da altri su queste colonne, la risposta giudiziaria sulla spiaggia Universo di Pastena. Sarebbe importante evitare che i lavori proseguissero nell’attesa. Così come per l’ex Cementificio a Foce Irno, dove l’opposizione consiliare, forse per la prima volta, ha fatto compatta una denunzia penale. Dopo, si badi, una investigazione giornalistica di otto mesi fa di questa testata.