L’allarme lo ha lanciato in Comune la portavoce dei 5 Stelle Claudia Pecoraro, durante la Commissione Urbanistica. E’ una denunzia pubblica: la spiaggia di Pastena inaugurata con somma pompa il 1° giugno dal Sindaco Napoli e dal Governatore De Luca è una truffa! Beh, ci voleva poco a capirlo fin dal primo giorno. Quella sparsa non è sabbia, ma pietrisco di cava tagliente e grossolano. L’immagine della trivella per piantare l’ombrellone ha fatto il resto. Questo giornale ha da subito richiamato l’attenzione sullo scempio ambientale commesso con il ripascimento, peraltro iniziato nel 2021 con modalità simili di finta sabbia. Nulla si è saputo di iniziative della Procura. Adesso c’è addirittura una denunzia pubblica di un rappresentante istituzionale in sede di Commissione Urbanistica. Vediamo quali sono le conseguenze. Sostanzialmente, l’avv.to Claudia Pecoraro ha denunziato la verificata esistenza di violazione dell’art. 356 del codice penale. Si chiama, l’articolo, frode nelle pubbliche forniture. La prova? L’ha fornita il responsabile del procedimento, che saggiamente ha evidenziato la difformità del materiale fornito da quello stabilito nel contratto d’appalto. Si comprende la sua prudenza. Compito del responsabile del procedimento è assicurare, e certificare, le conformità esecutive dell’appalto a quanto stabilito nel contratto. Altrimenti farebbe un reato di falsità ideologica in atto pubblico, se non attestasse il vero. Dunque, adesso siamo al “REDDE RATIONEM”! Non si torna più indietro. Se stiamo a quanto attesta il responsabile del procedimento, che saggiamente si premunisce da possibili guai, non resta alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, retta ad interim dal Procuratore Aggiunto Rocco Alfano, che acquisire subito il verbale della Commissione Urbanistica insieme alla dichiarazione del responsabile del procedimento, sentire eventualmente subito lo stesso, acquisire un campione della sabbia (cioè il pietrame), e procedere con urgenza al sequestro della spiaggia di Pastena inaugurata due mesi fa. L’urgenza si spiega perché è in gioco la salute pubblica. La frequentazione dei bagnanti deve essere proibita, perché non è certificata la salubrità o meno die materiali. Qualche bambino può infettarsi o tagliarsi. E chi si prende la responsabilità? Non certo l’Amministrazione Comunale, che è apparsa del tutto insensibile ai problemi di salute, pur di inaugurare. Dunque, la Procura non abbia remore ad intervenire immediatamente, a tutela della salute pubblica. Del resto la stessa Procura ha un precedente illustre. L’anno scorso sequestrò la spiaggia pubblica di Cetara in piena estate, per questioni di carattere demaniale connesse a uso improprio dei poteri del Comune. Qui, oggi, adesso, ora, è questione di salute pubblica, oltre che di scempio ambientale (forse c’è qualche problema anche sotto questo profilo). Insomma, agire subito nel giro di ore. Ne va della credibilità delle istituzioni! Quanto all’art. 356 c.p., esso stabilisce una pena da uno a cinque anni di reclusione. Alla condanna segue la pena accessoria dell’esclusione dai contratti pubblici delle ditte colpevoli. Ecco, l’estate salernitana si fa rovente! Altro che Salerno Sound e Festival della Pizza! Qui si tratta di inganno ai cittadini e sfregio alla Città.





