di Marta Naddei Tagli alle spese per l’affrancatura e ai servizi di pulizia, anche a quelli per bagni pubblici e asili nido comunali. Tra rilievi della Corte dei Conti e casse ormai al collasso, il Comune di Salerno corre ai ripari. Il 2014 è stato un anno particolarmente dispendioso per l’amministrazione comunale per quel che riguarda i servizi di affrancatura, tanto che per l’anno corrente si è pensato di mettere da parte i metodi tradizionali e di rivolgersi ad un altro operatore per effettuare il servizio. Nel corso del 2014, il Comune di Salerno ha speso la bellezza di 85mila euro per l’affrancatura di oltre 57mila plichi da spedire; una somma alla quale si aggiunge quella per il noleggio dei macchinari per apporre il “francobollo” e ammontante a poco più di 19mila euro per un totale di 104mila euro. Il tutto senza considerare le spese inerenti agli atti giudiziari (il servizio è detenuto, con tariffe imposte, dalle Poste italiane e dunque non modificabili). Per far fronte ad un’emorragia di denaro di tal fatta, l’amministrazione ha deciso di ricorrere ad un altro operatore ed all’utilizzo più massiccio di pec ed email, immaginando un risparmio complessivo di una somma che oscilla tra u 32.300 e i 39.800 euro per l’anno in corso. Ma anche i servizi di pulizia saranno oggetto – così come accaduto l’anno passato – di un ritocco al ribasso. Dopo un risparmio di 159mila euro nel 2014, per il 2015 è prevista un’altra frenata alla spesa per una somma di 232mila euro. Come? Impiegando meno risorse per il lavaggio, la disinfezione e la manutenzione dei servizi igienici pubblici – nonostante quei pochi che ci siano in città già non versino in ottimali condizioni -; per la pulizia degli asili nido, dei teatri Verdi ed Augusteo, dello stadio Arechi e delle palestre dello stadio Vestuti; per la pulizia di interni ed esterni degli edifici comunali e di quelli giudiziari. Insomma, una bella sforbiciata di fondi a qualche servizio che, come nel caso degli asili nido e dei bagni pubblici e di luoghi come lo stadio ed i teatri, farà storcere più di qualche naso. Dai tagli agli sprechi. Ma se da un lato l’amministrazione comunale tenta il tutto per tutto al fine di non veder precipitare i propri conti, dall’altro il consigliere comunale di Ncd Roberto Celano ha sollevato diversi dubbi in merito all’utilizzo che palazzo di città fa delle entrate derivanti dalla Tari, la tassa sui rifiuti, che – a parere dell’esponente della minoranza andrebbero a coprire spese non attinenti o comunque elevate rispetto al normale. Accezioni che Celano ha mosso nel corso dell’ultimo Consiglio comuale di lunedì e che ieri ha portato all’attenzione del dirigente del settore servizi finanziari Loris Scognamiglio, del segretario comunale Ornella Menna e per conoscenza ai revisori dei conti del Comune ed al procuratore generale della Corte dei Conti, Tommaso Cottone. Nello specifico, il consigliere di minoranza, si è soffermato sulle spese per l’acquisto di beni strumentali e per l’implementazione degli impianti (per circa 700mila euro complessivi); sulla copertura del Fondo di svalutazione crediti, integralmente coperto dalla tariffa (quasi 5 milioni di euro); sulla pulizia per le aste fluviali (200mila euro); sui costi per l’energia elettrica (400mila euro); sui consumi idrici (45mila euro); sul fitto dei locali di “Madonna di Fatima” (71mila 500 euro); sulla pulizia dei locali “Igiene urbana” (56mila 500 euro) ed infine sull’ammontare del costo per il lavaggio del vestiario (con un bando recentemente appaltato ad una ditta lodigiana) per 132mila euro. «L’attività perfino “oppressiva” perpetrata dalla Soget – afferma Celano – avrebbe dovuto far emergere un imponibile ai fini della tassa sui rifiuti, che avrebbe dovuto consentire una conseguente sensibile riduzione della tariffa». In base ai rilievi mossi, Celano ritiene che «potrebbero rilevarsi milioni di euro di costi inopportunamente coperti dalle tariffe approvate che si appaleserebbero come un sorta di “truffa fiscale” sui già tartassati contribuenti salernitani. La fondatezza dei rilievi consentirebbe una riduzione dal 15% al 20% della tariffazione prevista con un notevole risparmio per i cittadini che, a fronte di tasse esose, godono di servizi inefficienti».
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