Un triangolo mortale.Patrizia Attruia, quarantottenne originaria di Scafati e residente a Ravello, è stata ritrovata morta ieri pomeriggio nell’abitazione del santuario dei santi Cosma e Damiano di Ravello dai carabinieri. Gli inquirenti non hanno avuto dubbi: la donna è stata uccisa e e fin da subito la pista seguita è stata quella dell’omicidio passionale. La donna da qualche mese si era trasferita con il compagno, Giuseppe Lima (nella foto), cinquant’anni originario di Ravello, presso l’abitazione di San Cosma di Vincenza Dipino, 49enne che viveva da sola dopo la scomparsa della madre avvenuta qualche mese fa. La coppia viveva in condizioni di assoluta precarietà. Entrambi disoccupati, sbarcavano il lunario con lavori saltuari (quando occorreva l’uomo veniva chiamato a svolgere l’attività di bracciante agricolo o manovale). E’ stato proprio il compagno, intorno alle 13, ad allertare Nicola Amato, funzionario del comune di Ravello, per chiedere lumi sul come comportarsi dopo aver trovato la 48enne priva di vitta. Patrizia Attruia si era trasferita da tre anni a Ravello dove sperava di trovare maggiore stabilità ma la dea bendata gli ha voltato le spalle fino al tragico epilogo di ieri. Viste le difficoltà avevano accettato l’invito di Vincenza Dipino a trasferirsi presso la loro abitazione ma ben presto si è compreso che l’ospitalità offerta non era disinteressata. La quarantanovenne si era invaghita di Lima ed in paese il chiacchiericcio sul “triangolo” era diventato argomento di dominio pubblico. Nonostante ciò Patrizia Attruia per un periodo ha cercato di non dar peso ai “pettegolezzi” ma, con il passare dei giorni, quel tarlo iniziava sempre più a rodere. Un chiodo fisso che stava consumando la donna fino a che la quarantottenne originaria di Scafati non ha deciso di affrontare la sua rivale in amore. Secondo quanto riferito da alcuni vicini una violenta lite sarebbe scoppiata tra giovedì è venerdì notte poco dopo l’una. Urla e improperi che hanno squarciato il silenzio notturno dell’incantevole località della costiera amalfitana. Indagini sono in corso per verificare se quella lite per motivi di gelosia non abbia determinato il decesso della scafatese. In ogni caso è stato lo stesso funzionario del comune di Ravello ad allertare i carabinieri per verificare quanto fosse accaduto nell’abitazione di San Cosma. Qui la macabra scoperta con il corpo della donna ritrovato adagiato all’interno di una cassapanca. Secondo i primi rilevi (l’esame esterno del corpo è stato affidato al dottor Zotti) non ci sarebbe segni evidenti di colluttazione ma non viene escluso che il decesso sia stato provocato dal soffocamento. L’inchiesta è stata affidata al pm Maria Cristina Giusti che da ieri sera ha messo sotto torchio sia il compagno. Giuseppe Lima, che Vincenza Dipino, difesa da Marcello Giani. Il drammatico interrogatorio fiume è finito intorno alle 23. La donna è l’unica fermata al momento.
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