Qualcosa si muove nelle profondità della società sanseverinese, ed è qualcosa (o qualcuno) in grado di riservare brutte sorprese all’attuale amministrazione comunale, che sta già delineando il prossimo futuro amministrativo: il sindaco Antonio Somma, che era un civico e come tale vinse le prime elezioni comunale di circa dieci anni fa, ormai è legato a maglie strette al carro dei Fratelli d’Italia in cerca di una candidatura alla Regione (ipotesi ritenuta da molti velleitaria), l’assessora Assunta Alfano, altra meloniana doc, aspira alla massima carica civica in aperta contrapposizione con l’attuale vice sindaca Enza Cavaliere con simpatie politiche familiari per la Lega e in particolare per l’europarlamentare Patriciello, mentre sul fronte progressista sembra stagliarsi con più possibilità rispetto ad altre la candidatura a sindaco di Fabio Iannone, area PD, attuale presidente del Consiglio comunale, destinatario da sempre di consensi molto ampi e simpatie diffuse nell’elettorato. Non resterebbe fermo al palo Giovanni Romano, più volte sindaco ed ex assessore regionale, reduce da una disastrosa performance durante le precedenti Amministrative, ma che starebbe per tirare dal cilindro, non si sa con quali esiti, la carta di un alto ufficiale delle Fiamme Gialle, da poco in pensione, per la carica di primo cittadino. Questo quadro è ciò che appare e di cui ormai da mesi si discute. C’è però dell’altro, in un paese dove da tempo la cittadinanza attiva è un ricordo e nel quale traspare la difficoltà di esporsi per non recare pregiudizio alle proprie vite, soprattutto nel caso di professionisti e imprenditori che confidano nei rapporti di interesse con la civica amministrazione. Non ci riferiamo alle molte denunce che sono tuttora al vaglio della magistratura inquirente e a un diffuso clima di sospetto che rende pesante il confronto. Ci riferiamo, invece, ad alcune iniziative molto “coperte” delle quali siamo venuti a conoscenza, che lascerebbero intendere la stanchezza del paese e l’insofferenza per gli attuali equilibri tutti articolati sul potere e su una gestione molto poco trasparente della cosa pubblica. Un gruppo di cittadini – due medici, alcuni professori di scuole medie superiori, un docente universitario fino a pochi mesi fa residente del Comune, alcuni imprenditori, di cui uno di Mercato S. Severino e due dell’hinterland salernitano, oltre ad una pattuglia di giovani universitari, alcuni dei quali impegnati anche nel movimento di opinione a sostegno del neo eletto rettore – si è riunito più di una volta per tentare di dar vita a un movimento civico radicalmente distante dagli attuali assetti politico-amministrativi. Un movimento che faccia leva su alcuni nomi di assoluto prestigio e di verificata distanza da quella che viene definita come la “cloaca” istituzionale di questi ultimi anni, alla quale si aderisce per trovare una collocazione e, in qualche caso, anche un lavoro in assenza di altre attività personali. Fino a quindici giorni fa gli incontri sono stati coperti dalla assoluta segretezza. L’ultima riunione – in un ristorante nei pressi di Palma Campania, non lontano dall’uscita autostradale – ha lasciato emergere qualche traccia, perché i commensali sono cresciuti di numero (circa 25 persone). Naturalmente, la segretezza la fa da padrona, ma qualcosa è venuta fuori, soprattutto sul metodo degli incontri, attualmente orientati a una discussione molto libera su alcune schede professionali di personalità che potrebbero essere contattate e coinvolte. Si starebbe pensando a figure in grado di svincolare gli equilibri del paese dalle attuali logiche, nel tentativo di proiettare il Comune in dinamiche più ampie e virtuose sia sul piano politico che culturale, recuperando le potenzialità di Mercato S. Severino e iscrivendole in una rete in grado di offrire un futuro più libero e creativo al territorio e alla comunità. L’analisi fino ad ora emersa non salverebbe granché degli attuali protagonisti della vita amministrativa cittadina: si era tentato – è stato notato – di superare il periodo commissariale con linee progettuali molto definite e ambiziose, ma in effetti ci si è ritrovati nella solita gestione spicciola e desolante di piccoli interessi, legati al consumo indiscriminato di suolo e all’affermazione economica di pochi gruppi non sempre trasparenti e con addentellati più o meno oppressivi sia con l’attuale potere regionale che con le nuove forze legate alle espressioni territoriali del centrodestra. Un’operazione difficile, forse disperata, ma qualcuno dei partecipanti agli incontri (il prossimo dovrebbe svolgersi in Alta Irpinia alla fine della settimana) giura che il tentativo sarà fatto e fino in fondo. Vi sarebbero le idee, gli uomini e disinteressati sostegni anche operativi. Si fa leva proprio sulla vittoria, circa dieci anni fa, di Antonio Somma che riuscì a vincere contro tutti, ma che poi – per sopravvivere, non avendo ottenuto la maggioranza in Consiglio – fu costretto ad ogni forma di alleanza con tutto il mondo passato contro il quale aveva lottato, promettendo di affrancare il paese. Una delusione cocente per l’intero elettorato. L’attuale fase interlocutoria fa perciò leva soprattutto sulla qualità delle persone e sul disinteresse personale alla copertura di cariche elettive. Persone, cioè, da dover convincere e non, come accade oggi, che sgomitano per trovare un posto al sole. Su due nomi, in particolare, si sarebbe articolata l’ultima riunione, ma nulla è trapelato. E allora la domanda è: chi è o chi sono, secondo la riservatissima pattuglia civica che lavora nell’ombra, queste personalità in grado di poter assicurare una svolta che tutti vogliono ma che la gran parte dei cittadini ha anche paura, per ora, di ammettere o confessare? t.d’a.





