Master Plan che vuole rivoluzionare Salerno - Le Cronache Attualità
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Master Plan che vuole rivoluzionare Salerno

Master Plan che vuole rivoluzionare Salerno

“Da alcuni anni la rigenerazione urbana è diventata una questione pubblica, a volte uno slogan svuotato di senso, ed in Italia è interpretata a seconda degli interessi o dei conflitti politici che esistono in ambito locale e regionale, così tal volta si snatura la disciplina urbanistica sorta per risolvere problemi pratici e costruire diritti nelle città. Il riduzionismo culturale può cancellare l’urbanistica, poiché la teologia del mercato ha sviluppato la forza di organizzare un proprio consenso intorno alla produzione della merce edilizia, ma trascurando l’interesse generale, implicito nel mandato costituzionale”. A sostenerlo gli architetti Giovanni e Giuseppe Carpentieri e l’ingegnere Felice Carpentieri che hanno indetto una conferenza stampa dal titolo “Rigenerazione Urbana: Proposte tipo per una città a misura d’uomo”, ospitata da Lega Coop Campania via Pirro 12. “Le città, e soprattutto le aree urbane estese, sono i suoi luoghi dove si è concentrata maggiormente la popolazione, e le amministrazioni devono compiere scelte capaci di rispondere agli effetti del cambiamento climatico; favorire l’inclusione sociale, l’accesso alla cultura e al lavoro, e stimolare una mobilità sostenibile – ha dichiarato Giuseppe Carpentieri – La scelta connotativa dello studio è stata quella di interpretare delle aree, ritenute significative, all’interno della città, quali elementi di riequilibrio da cogliere come occasione unica per ricucire le parti urbane dell’intorno sviluppatesi nel tempo. Oggi qualsivoglia intervento si dovrebbe realizzare senza impegnare nuove zone libere, sia pure poste ai margini del tessuto urbano esistente, con la consapevolezza che solo intervenendo dall’interno delle città si può avviare un processo di “ricucitura” e di rigenerazione urbana”. Per l’architetto, “ul Master Plan si qualifica per il recupero di standard dentro le zone consolidate sia con poche demolizioni selettive e sia con il riuso di spazi nelle zone consolidate, soprattutto di piazze (Casalbore, Mazzini, Concordia) oggi sfruttate come parcheggi mentre possono essere trasformate in luoghi di senso favorendo l’aumento di aree verdi attrezzate tali da stimolare la socializzazione e la mobilità pedonale, altresì l’ex scalo ferroviario può diventare luogo di senso dove concentrare servizi ed aree verdi attrezzate”. Lo studio progetto di rigenerazione urbana prevede la messa a dimora di circa 2.000 alberi con caratteristiche “mangia smog” quali l’abete bianco, l’acero campestre, il lauro, il ligustro, la magnolia, la photinia, il pino nero, il sambuco e il viburno, alberi intercettori dei metalli pesanti (piombo, ecc.) e di abbattimento del CO2 atmosferico. “La presenza diffusa e/o disordinata dell’auto, all’interno delle città, in generale riduce se non vieta la percezione dello spazio urbano in quanto nasconde l’attacco tra le superfici verticali (facciate) e quelle orizzontali (piazze, strade, aiuole), effetto negativo annullato solo nei centri storici chiusi al traffico veicolare e al parcheggio – si legge nello studio presentato – La realizzazione di interramenti, sia pure parziali, delle strade per ottenere un maggior spazio pedonale in superficie spostando le auto nel sottosuolo, sia in transito che in sosta, con gli effetti positivi di cui al punto B. In effetti si tratta di ricercare soluzioni per restituire alle “piazze” le proprie potenzialità oggi declassate a superficie di parcheggio, valorizzando gli spazi pubblici a beneficio della percezione da parte dei cittadini fruitori”. Dunque, tra le ipotesi l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, non solo per le nuove costruzioni per creare le condizioni per contribuire in modo significativo al miglioramento della qualità dell’aria anche con effetti positivi sui bilanci familiari. Dunque, anche recupero e riutilizzo delle acque meteoriche e reflue, convogliate in un sistema fognario distinto in acque nere, grigie e bianche, quest’ultime due, da trattare e stoccare in vasche opportunamente dimensionate, con la possibilità di riutilizzo negli scarichi degli igienici per gli alloggi dotati di impianti idrici di tipo “dual-line”, acque anche utili per l’innaffiamento della vegetazione. L’importanza di realizzare aree per il “riparo sismico” in specie nelle zone interessate da elevati indici residenziali anche coincidenti con le zone di verde pubblico. “Nelle ipotesi d’intervento e/o dei piani di Rigenerazione Urbana va’ posta l’attenzione anche sul “ciclo vita utile e fine vita” degli edifici in calcestruzzo, in particolare per le costruzioni realizzate prima della emanazione della Legge n. 64 del 1974, considerando pure le azioni antropiche sui componenti dei predetti edifici effettuate nel tempo. Non sarebbero da escludere nelle nuove costruzioni, in specie pubbliche, l’utilizzo di dissipatori sismici o di altre tecnologie, ora in fase sperimentale, per rendere più sicure le costruzioni – si legge ancora – Tutti i materiali che saranno impiegati, ove possibile, saranno a “chilometro zero” e in ogni caso tutti del tipo ecocompatibili tali da assicurare il minimo impatto ambientale durante l’intero arco del ciclo di vita delle realizzazioni”. Lo studio ha l’intenzione di aprire un dibattito pubblico per suggerire strategie con priorità d’intervento per rigenerazione aree centrali di Salerno abbassando i livelli dell’inquinamento atmosferico con la messa dimora di alberi «mangia smog». Il progetto arreda alcune aree centrali con funzioni miste (mixité funzionale e sociale): l’attuale scalo ferroviario, piazza Casalbore, piazzale della stazione (V. Veneto), piazza Mazzini e della Concordia e aumenta la dotazione di standard di quartiere: verde pubblico, servizi e funzione pubbliche, parcheggi, ed opera anche un trasferimento di volumi (fine ciclo vita degli edifici). Il Master Plan, sviluppato in scenari e/o fasi, presenta un disegno urbano che migliora il paesaggio urbano con una metodologia adottata percorribile: si tratta in fondo di un processo di ottimizzazione delle risorse. L’approccio ha l’obiettivo di coinvolgere gli investitori nella costruzione della città pubblica redistribuendo con maggiore efficacia risorse e valore generato dal piano. Gli studi svolti potrebbero dar luogo ad approfondimenti ulteriori relativi alle modalità di finanziamento: parte dei costi sarebbero compensati dai risparmi energetici. er.no