di Erika Noschese
La città di Salerno si trova ad affrontare una delle questioni ambientali più delicate e sentite, quella delle Fonderie Pisano. La ferma volontà, emersa con chiarezza durante il tavolo tecnico convocato questa mattina nella sala giunta del Comune, è che lo stabilimento debba essere delocalizzato da Fratte. La storica presenza dell’impianto industriale in Via dei Greci, in un’area ormai densamente abitata, è riconosciuta come non più compatibile con l’attuale contesto urbano. Il Comune di Salerno intende trasferire lo stabilimento in un sito più idoneo, con l’adozione di tecnologie all’avanguardia, forni a induzione ed energia pulita, mirando a una drastica riduzione dell’impatto ambientale. All’incontro hanno partecipato rappresentanti di ARPAC, Istituto Zooprofilattico, ASL, Ordine dei medici, vertici dell’ufficio ambiente e il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola. L’obiettivo è chiaro: la delocalizzazione dell’impianto e la sua riconversione verso un modello produttivo moderno e sostenibile. Il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, ha ribadito con fermezza la posizione dell’amministrazione comunale: “Le fonderie Pisano devono andare via, bisogna che si delocalizzino”. Ha inoltre aggiunto: “Parrebbe ed è, che tutte le misurazioni che sono state fatte rientrano nella norma. In realtà noi dobbiamo verificare come realmente attagliare questa modalità alle realtà presenti, cioè nostro territorio. E quindi noi abbiamo chiesto, e la Regione Campania si dispone a farlo, una precisazione riguardo a questo punto al Ministero, al Ministro dell’Ambiente. Quindi faranno una lettera di chiarimenti. Dopodiché noi dal canto nostro intendiamo valutare tutti gli aspetti urbanistici relativi alla normativa per rendere poi possibile la delocalizzazione”. Arturo Iannelli, presidente della Commissione Ambiente del Comune di Salerno e coordinatore del tavolo tecnico, ha sottolineato il valore operativo del consesso, rispondendo alle critiche che lo definivano una “farsa politica”. “Noi abbiamo intenzione di fare un altro incontro con le fonderie, ma anche con i comitati, perché io credo che i comitati in questi anni abbiano svolto un lavoro importante. Oggi se abbiamo l’attenzione così alta rispetto al problema è grazie al lavoro dei comitati”, ha dichiarato Iannelli. Ha poi lanciato un appello alla collaborazione: “Dobbiamo smetterla di creare scontro sociale. Noi dobbiamo cominciare a capire che abbiamo un problema da risolvere e ognuno deve fare la sua parte, con i contributi che ognuno può dare. Il comitato, l’industria, i cittadini, tutti, l’amministrazione che questa volta si deve impegnare. La sentenza del CEDU è chiara: ha condannato l’Italia perché si è distratta per un po’ di tempo e noi dobbiamo fare in modo di recuperare questo gap, garantendo ai cittadini, che ne hanno tutto il diritto, la tranquillità sia dal punto di vista della salute, sia dal punto di vista dell’ambiente”. Iannelli ha evidenziato una criticità normativa: “Esiste una legge nazionale che emette dei limiti delle emissioni in atmosfera delle fabbriche, cioè delle fonderie, se vogliamo dire, ma questa norma è prevista per una zona industriale e noi ci troviamo di fronte invece a una situazione a un vulnus in questo momento che vede una fabbrica che esiste in una zona residenziale, dove non dovrebbe esserci. Pertanto, i limiti previsti dalla legge nazionale probabilmente non sono compatibili in una zona residenziale. Visto che il Comune, da questo punto di vista, non può intervenire perché i limiti sono rispettati, però di fatto sta in una zona residenziale, abbiamo pensato, attraverso l’ufficio ambiente della Regione Campania, insieme all’ARPAC, di porre un quesito a livello nazionale, per dire: ma è normale tutto questo?”. La questione è stata posta al Ministero dell’Ambiente per un chiarimento. Antonio Visconti, presidente del consorzio Asi, ha confermato la disponibilità a collaborare: “Attendiamo di capire qual è la loro esigenza o richiesta e nel caso poi come di consueto la istruiremo, la valuteremo e cercheremo di offrire un paio di opportunità, una, tre, quelle che poi saranno adeguate alle loro richieste”. Il Comune di Salerno, come ha ribadito il sindaco Napoli, si impegnerà a “valutare tutti gli aspetti urbanistici relativi alla normativa e quant’altro per rendere poi possibile la delocalizzazione”. Inoltre, Iannelli ha specificato: “Si sta anche agendo dal punto di vista urbanistico, probabilmente anche di una variante ad hoc in questo caso qua, per quanto riguarda la fonderia. Si stanno valutando anche gli strumenti urbanistici per una variante sull’area delle fonderie. Il sindaco ha detto una cosa fondamentale: noi vogliamo che la fabbrica venga trasferita, cioè là non ci può stare più. Quindi il Comune, insieme a tutti gli attori presenti stamattina, metterà in campo tutte le azioni necessarie”. La strada, per il consigliere Iannelli, è tracciata: “Continueremo sulla strada urbanistica, controlleremo sulla strada. Probabilmente, inviteremo anche le fonderie Pisano a farci capire bene che cosa vogliono fare. Cioè, faremo una serie di azioni, da questo momento in maniera serrata, come è stato stabilita all’interno del tavolo, per portare a soluzione questo problema che ormai insiste da troppi anni su questo territorio e di cui, voglio dire, probabilmente non sono chiare nemmeno bene le responsabilità”. “Cerchiamo di capire chi sono e cerchiamo di mettere in mano a tutti gli strumenti possibili per risolvere il problema”, ha concluso Iannelli, sottolineando l’attenzione anche per l’aspetto lavorativo.





