di Erika Noschese
Nel Cilento, il Clan Marandino non risulterebbe più operativo ma ad ottobre 2024, a Capaccio Paestum, la Guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 soggetti, tra cui alcuni amministratori locali, accusati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. Le indagini avrebbero documentato delle irregolarità nelle procedure negoziali per l’affidamento di appalti pubblici, avvenuti dietro compenso, relativi al rifacimento di alcuni tratti della rete stradale urbana e dell’ampliamento ed efficientamento energetico dell’illuminazione comunale. Il provvedimento ha comportato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di circa 540 mila euro. È quanto emerge dalla relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia. La relazione per la prima volta condensa i dati e le informazioni relativi tanto al primo che al secondo semestre dell’annualità di riferimento, nella fattispecie il 2024, che è anche l’ultimo esercizio chiuso. Si tratta di una assoluta novità, se si considera che sinora il documento veniva invece pubblicato a distanza di un anno e anche più dallo spirare del periodo in rilievo, costituito per giunta da un unico semestre, come chiarito dal direttore della Dia Generale di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza Michele Carbone. La relazione della Dia divide il territorio della provincia di Salerno per macro aree, evidenziando che si distingue per una notevole eterogeneità geografica, accompagnata da specificità socio-economiche che, storicamente, hanno influenzato e continuano a modellare in modo evidente i fenomeni criminali locali. Gli interessi illeciti prevalenti di tali consorterie rimangono il traffico e lo spaccio di stupefacenti, l’usura, le estorsioni a danno di attività imprenditoriali, fino all’infiltrazione nell’economia legale. Quest’ultima si realizza mediante l’acquisizione diretta di attività economiche o il controllo di concessioni e appalti, ottenuto attraverso il condizionamento delle amministrazioni locali. Cilento. Ad Agropoli permane la presenza del clan Fabbrocino che opera in alcuni Comuni della provincia orientale di Napoli, a vocazione imprenditoriale. Nel territorio del Comune di Capaccio Paestum ha tradizionalmente operato lo storico clan Marandino il cui boss, recentemente deceduto, risultava legato alla nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo di cui curò la latitanza ad Albanella fino al 1979. Allo stato, il clan non risulterebbe più operativo. Tuttavia, nel 2023, sarebbe tornato in libertà un noto affiliato, condannato per associazione mafiosa per la sua appartenenza al clan Marandino e già destinatario di un provvedimento di confisca di beni425 del valore di oltre 3 milioni di euro, eseguito dalla DIA di Salerno nel 2018. Gli ultimi episodi di criminalità organizzata risalgono ad ottobre 2024 con l’arresto dell’allora sindaco Franco Alfieri, il suo ex capostaff Andrea Campanile, i vertici Dervit, il dirigente comunale Greco ed Elvira Alfieri, sorella di Franco e a capo della Alfieri impianti, accusati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. Le indagini avrebbero documentato delle irregolarità nelle procedure negoziali per l’affidamento di appalti pubblici, avvenuti dietro compenso, relativi al rifacimento di alcuni tratti della rete stradale urbana e dell’ampliamento ed efficientamento energetico dell’illuminazione comunale. Il provvedimento ha comportato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di circa 540 mila euro. Piana del Sele. In questa fetta di territorio, i clan avrebbero interessi nel settore delle estorsioni e degli stupefacenti ma anche la manodopera clandestina. Attività di contrasto si sono verificate ad Eboli con l’inchiesta ribattezzata Click day, legata ai Decreti flussi, volta a far ottenere a cittadini extracomunitari il nulla osta ai fini dell’ingresso in Italia per motivi di lavoro. A Eboli, in passato hanno operato clan camorristici costituenti propaggini in quel territorio della nuova famiglia promossa e diretta da Carmine Alfieri e Pasquale Galasso. Tra questi figura il clan Maiale di cui va segnalata, a partire dal 2014, la scarcerazione di alcune figure apicali, alcune fuoriuscite dal programma di protezione a cui avevano aderito, ma che subito sono tornate a delinquere a riprova della forte vocazione criminale. Uno di essi, gravato da numerosi precedenti penali, tra cui associazione mafiosa e diciannove omicidi, scarcerato per fine pena nel 2018, arrestato nuovamente nel 2019 e scarcerato nel 2020, attualmente avrebbe trasferito la propria dimora in provincia di Latina. A Battipaglia e nei restanti Comuni della Piana del Sele, continuerebbe ad operare lo storico clan Pecoraro-Renna, ritenuto una delle organizzazioni camorristiche più strutturata della provincia di Salerno, il quale si avvale di gruppi federati ovvero legati da semplici alleanze. Tra questi, rientrano il gruppo Mogavero, che ha dimostrato particolare interesse per il settore degli autotrasporti dei prodotti ortofrutticoli locali tramite estorsioni e riciclaggio di proventi illeciti, il gruppo Bisogni operante a Bellizzi, specializzato nelle estorsioni a imprenditori locali, e il gruppo Di Lascio di Acierno, tradizionalmente attivo nel traffico e spaccio di stupefacenti. Da più recenti attività investigative sarebbe inoltre emersa un’inedita alleanza tra il clan Pecoraro-Renna e il clan De Feo operante a Bellizzi, che avrebbero anteposto alla storica e cruenta contrapposizione i più remunerativi interessi criminali, soprattutto nel settore del narcotraffico, istituendo addirittura una “cassa comune” per la spartizione degli utili. Il clan Pecoraro Renna oggi non avrebbe un leader storico, la sua attività viene portata avanti dalle nuove leve che hanno l’obiettivo di acquisire risorse per il sostentamento delle famiglie dei detenuti e nel mantenere il controllo delle attività illecite nel territorio, principalmente spaccio di stupefacenti e attività estorsive in danno di ditte di autotrasporto locali. Solo nel 2024 diverse le attività della direzione distrettuale antimafia per contrastare i clan, a partire dal clan De Feo che esercita tuttora nel contesto criminale di riferimento, come sarebbe stato riscontrato dall’ordinanza applicativa di misura cautelare eseguita il 6 giugno 2024 dai Carabinieri nei confronti di 11 persone, ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione, che avrebbero evidenziato anche interessi economici in un’attività commerciale sul litorale di Battipaglia di recente apertura.





