di Erika Noschese
Grande emozione e un palpabile senso di speranza hanno pervaso Piazza San Pietro al momento dell’elezione di Papa Leone XIV. Tra la folla festante, a pochi passi dal luogo storico della fumata bianca, c’era anche Don Marco Raimondo, parroco della Parrocchia dei Santi Felice e Giovanni Battista e direttore dell’Ufficio per la promozione della cooperazione missionaria tra le chiese per l’Arcidiocesi di Salerno – Campagna – Acerno. Intercettato subito dopo il primo saluto del Pontefice, Don Marco ha condiviso le sue intense sensazioni, descrivendo un’atmosfera di “gioia e comunione” tra persone di ogni età e provenienza, sottolineando la “cattolicità della Chiesa” e la significativa presenza di giovani.
Don Marco, la sua presenza “a pochi passi” da Papa Leone XIV ha suscitato non poche emozioni.
«È stato certamente emozionante essere in piazza al momento della fumata bianca e del primo saluto del nuovo papa».
Che sensazioni si respiravano in piazza?
«Si respirava, con la comprensibile attesa, anche tanta gioia e comunione tra persone tanto diverse per provenienza ed età… È la cattolicità della Chiesa. Molti i giovani presenti».
Papa Leone XIV è la scelta giusta?
«Con la fiducia che dovrebbe caratterizzarci come fedeli, sono assolutamente convinto che lo Spirito Santo, attraverso i nostri Cardinali, abbia donato a noi il papa che ci occorre in questo momento».
Cosa significa per il mondo cattolico avere un papa agostiniano?
«Ogni papa sicuramente esprime il proprio carisma, la formazione e le esperienze vissute. Nella citazione agostiniana fatta, “Con voi sono cristiano. Per voi sono vescovo” c’è già un bel programma su cui riflettere».
Cosa crede rientrerà tra le priorità di Papa Leone XIV? La Chiesa è davvero così lontana dai suoi fedeli come si teme? Anche nel nostro territorio?
«Le priorità, credo, traspaiano chiaramente dal saluto: pace del Risorto, centralità di Cristo, costruzione di ponti, servizio ai poveri e agli ultimi… In una parola: missionarietà della Chiesa in un mondo tanto vario e bisognoso di certezze. Nella vicinanza già tanto testimoniata da Francesco non smetteremo mai di imparare e crescere. Ce n’è tanto bisogno».





