di Erika Noschese
Sono da poco trascorse le 14 quando, ieri, Franco Alfieri, accompagnato dal figlio Alessandro e dalla Guardia di Finanza, torna per l’ultima volta al Comune di Capaccio Paestum per perfezionare le sue dimissioni. Una firma, l’ultima, almeno per questo mandato. Poi lascia l’incarico. Dopo oltre quattro mesi, il Comune di Capaccio Paestum torna libero: l’ormai ex sindaco è agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione, turbata libertà degli incanti, associazione per delinquere. Capaccio Paestum doveva essere la sua rivincita, soprattutto dopo la sonora sconfitta alle elezioni Politica ma, a conti fatti, è stata la sua condanna e nella “sua” città si chiude, almeno per il momento, il suo percorso politico dopo aver indossato la fascia tricolore a Torchiara prima e ad Agropoli dopo, mantenendo con entrambe le comunità un solido rapporto, attraverso i suoi fedelissimi. La firma per le dimissioni è avviene non in un giorno qualsiasi, ma nel giorno in cui la maggioranza mette fine all’esperienza politica, rassegnando le dimissioni davanti al notaio. Una coincidenza? Un tentativo, fallito, di condannare, per mero egoismo, l’ente a un lungo commissariamento? Questo non è dato saperlo. Ad accogliere l’ormai ex primo cittadino, scortato dalle forze dell’ordine, è stato il segretario generale Andrea D’Amore per una visita né programmata né annunciata. E infatti, gran parte dei consiglieri di maggioranza ha appreso solo successivamente del perfezionamento delle dimissioni di Alfieri. Prima di lasciare la sede, un ultimo saluto da parte dei dirigenti che erano al Comune in quel momento. Qualcuno racconta di un lungo applauso, lacrime di commozione, saluti e ringraziamenti per il lavoro svolto, almeno fino ad ottobre. Lacrime che erano state già raccontate, attraverso i social, da Mimmo Gorga, presidente dell’Agropoli Servizi. Amici increduli, scoppiati in lacrime alla notizia di una dimissione che, più che scontata, era dovuta.Per la maggioranza, invece, nulla è cambiato rispetto al programma iniziale: alle 18 in punto, il presidente dell’assise civica Angelo Quaglia e i consiglieri Igor Ciliberti, Antonio Scariati, Pasquale Accarino, Angelo Merola, Giovanni Cirone, Ulderico Paolino, Gianmarco Scariati, Maria Rosa Giuliano, Luca Sabatella, Serena Landi, Annalisa Gallo, Adele Renna, Domenico Di Riso e Rossella Anna Tedesco hanno rassegnato, in massa, le dimissioni. Oggi il Prefetto dovrà nominare il commissario prefettizio che dovrà guidare il Comune fino alla prossima scadenza elettorale, verosimilmente maggio 2025 o giugno, con il voto per il referendum. «È il dimissioni day a Capaccio-Paestum. Per cinque mesi nessuno si è dimesso, in un giorno si sono dimessi tutti. Una vergogna senza precedenti targata PD. Oggi sia Alfieri (finalmente con dimissioni valide) e poi i suoi Consiglieri Comunali per dargli il colpo di grazia. Peccato che lasciano un Comune al disastro finanziario che pagheranno anche i Capaccesi che non sono ancora nati e un senso di schifo nei cittadini che rimarrà negli annali», ha dichiarato il Senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, Commissario Regionale del Partito in Campania.





