Salerno, pareggio in bianco - Le Cronache Salernitana

di Fabio Setta

SALERNO – Un pareggio a reti bianche per salutare l’Arechi per questo 2024 da incubo e che si chiude con un risultato che serve davvero a poco. Un solo punto in due gare interne è un bottino decisamente misero per la Salernitana che, dopo il ko contro la Juve Stabia, non è riuscita a superare un Brescia sicuramente non trascendentale. I fischi alla fine sono inevitabili anche se sugli spalti ormai c’è sempre meno gente. Si chiude nella mestizia questo 2024 con una partita che è lo specchio dell’impotenza attuale della squadra e di chi la dirige. Persi Bronn e Verde, Colantuono ha rilanciato Braaf che non giocava titolare dal match contro lo Spezia, Tongya, Ruggeri e addirittura Velthuis, la cui ultima titolarità risaliva addirittura al lontano primo settembre sul campo del Mantova. Al di là della rivoluzione con Simy al centro dell’attacco, la Salernitana ha disputato una partita già vista troppe volte in questa stagione. Tanti passaggi orizzontali, gioco lento, poco movimento senza palla: sintomi che testimoniano inequivocabilmente come il cambio tecnico, da Martusciello a Colantuono, non abbia sortito nessuna svolta. Colpa dei giocatori? Probabile ma anche colpe di chi li dirige dalla panchina. È parso autolesionistico insistere 83 minuti con Simy in attacco, così come ha sollevato dubbi il cambio di Braaf che, al netto del suo accendersi e spegnersi quasi fosse un interruttore della luce, è stato l’unico a provarci, a tirare in porta e a rendersi pericolosi. Bene Braaf nel primo tempo con due conclusioni pericolose ma davvero straordinaria Amatucci. Praticamente lasciato solo a reggere il centrocampo, l’ex Fiorentina ha giocato una gara mostruosa nel recuperare palloni ed anche con una discreta lucidità in fase di impostazione. Proprio Amatucci con Braaf è stato l’unico a rendersi pericoloso in un primo tempo, in cui ai punti la Salernitana avrebbe forse meritato qualcosa di più. Il Brescia, arrivato cob l’obiettivo del punticino, ha fatto davvero poco nella prima frazione, eccezion fatta un paio di opportunità sugli sviluppi di corner. Per il resto la formazione di Bisoli si è limitata a gestire, a difendere e a provare a spezzare il più possibile il già troppo compassato ritmo dei granata. La Salernitana, d’altronde, non è mai riuscita a cambiare passo con decisione, non trovando l’acuto né la giocata. I cambi di Colantuono non l’hanno certo aiutata e non è passata assolutamente inosservata la bocciatura di Wlodarczyk, a cui Colantuono nel finale ha preferito il giovane Fusco. L’ultima occasione di Hrustic ha aumentato più la rabbia che il rammarico. La sensazione è che per centrare la salvezza servirà decisamente qualcosa in più dei quattro rinforzi annunciati dall’ad Milan. E’ il momento di aprire gli occhi e di guardare la realtà che assomiglia sempre più al film andato in onda per tutto il 2024.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *