La settimana scorsa il sindaco ha denunciato alla procura un ammanco di oltre 600mila euro che dal bilancio comunale sarebbero stati spostati dal dirigente al Consorzio Farmaceutico, attraverso una serie di mandati mancanti dell’atto amministrativo di riferimento. Una cosa gravissima che inficia completamente i conti del Comune. E anche il piano di rientro cui è collegato il piano delle alienazioni. Questo è l’ultimo atto che riguarda il Consorzio farmaceutico la cui gestione è collegata al caso Alfieri, n un filone di indagine assorbito, sebbene distinto, da quello principale.Nelle maglie della giustizia è caduta, dopo anni di caccia simulata o fittizia, una coppia di dirigenti (N.R. e F.S.) del CFI e un imprenditore del commercio di farmaci la cui identità è allo stato ignota,Bilanci falsi, anzi falsati sistematicamente di anno in anno. Casse sventrate. Debito alle stelle. Appropriazione di somme stratosferiche per sé e per amici, amichetti e amichette vari a seconda dello standard politico del momento e del Comune di appoggio. Manipolazione sistematica dei concorsi pubblici in un gioco di porte girevoli tra enti locali consorziati, Cfi, unità operative sul territorio. Sospetto commercio parallelo di farmaci, canali di approvvigionamento poco chiari nel corso del tempo, cui si è tentato di mettere una pezza di recente ma, a quanto pare, vanamente, questa parte dell’inchiesta è a se stante, una delle più complesse e delicate. Sfruttamento dei lavoratori, oltre 130 contenziosi in poco tempo e relativo affidamento di incarichi legali in una superfetazione del ricorso al patrocinio che, platealmente, veniva concordato con i vertici del Cfi per effondere danaro e fare clientele, tanto era tutto danaro pubblico. Utilizzo spregiudicato del capestro dei contratti a tempo determinato, rinnovati di volta in volta ma solo se ci si fosse mantenuti allineati e coperti e, soprattutto, si fosse stati candidamente omertosi per ciò che si vedeva e capiva di quanto accadeva sul posto di lavoro. Per non dire dei danni erariali che si dovranno pagare e per la qual cosa è già attiva da qualche mese la bradipica Corte dei Conti. La Guardia di finanza di Salerno sta lavorando, tra l’altro, su questa traccia: la manomissione degli ultimi bilanci aziendali e una sorta di miracolo che, in soli due o tre giorni, ha visto lo stesso Cfi approvarne uno palesemente taroccato. Alfierieri cosa c’entra? Alfieri era il dominus del Cfi, lo era diventato soprattutto negli ultimi anni non solo e non tanto per il suo ruolo di sindaco di CapaccioOra pioma sull’indagine anche l’esposto presentato dal sindaco di Cava Servalli che crea ulteriore fibrillazione considerando che va avanti anche la denuncia presentata dal consigliere comunale di Forza Italia Roberto celano e che riguarda il Comune di Salerno
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