Hydro: nel segno dell’acqua - Le Cronache Spettacolo e Cultura
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Hydro: nel segno dell’acqua

Hydro: nel segno dell’acqua

Di Aristide Fiore

Dieci artisti sono stati invitati a interrogarsi sul significato dell’acqua, nella storia e oggi, traendo ispirazione da un luogo antico legato proprio all’acqua: il Battistero Paleocristiano del Complesso Monumentale di Santa Maria Maggiore di Nocera Superiore. Altrettante opere “site specific”, cioè concepite appositamente per essere collocate in quello spazio, saranno presentate nella mostra “Hydro – la fede nel tempo della sete”, a partire da venerdì alle 19. “Il nostro battistero paleocristiano – dichiara don Fabio Senatore, parroco di Santa Maria Maggiore al quale si deve la concessione del prestigioso monumento – è un luogo dove l’intreccio tra arte, storia e spiritualità permette anche al visitatore più distratto e lontano dalla fede di entrare in una dimensione di trascendenza. Questo spazio sacro perciò impone a noi di non rompere questa sua armonia ma di inserirci nel suo contesto in punta di piedi.” E in punta di piedi, ma col chiaro obiettivo di invitare il pubblico a vivere e far rivivere questo luogo attraverso un confronto fra i simboli della sua storia e l’arte contemporanea, il Gruppo Archeologico di Nuceria APS guidato dal suo Presidente, l’architetto Pino Ruggiero, ha voluto coinvolgere Antonio Carotenuto, Cristina Cianci, Mario Ciaramella, Max Coppeta, Ugo Cordasco, Anna Crescenzi, Giovanni Cuofano, Eliana Petrizzi, Ernesto Terlizzi e Luigi Vollaro, e il curatore della mostra, il critico d’arte Michelangelo Giovinale, secondo il quale “La mostra vuole essere una prova di equilibrio fra la storia e la metastoria. Tutto prende forma intorno alla grande fonte battesimale. Fra le possenti colonne che si innalzano verso la cupola elevando lo sguardo verso un oltre. Verso quella costellazione di stelle, che Dio separò dalle acque per porvi al centro il mondo e poi l’uomo.” E aggiunge: “È una mostra discreta, silenziosa, che abita il luogo con opere che si inseriscono negli anfratti, fra le fessure dell’architettura, come a doverle “necessariamente” cercare nel cammino che circoscrive l’anello del battistero, fra le colonne che ruotano tutt’intorno alla vasca battesimale.” La pianta di questo edificio risalente al VI secolo d.C., col suo ambulacro circolare delimitato verso l’interno da quindici doppie colonne a orientamento radiale, sembra capace di stimolare infatti un movimento circolare nel quale il visitatore potrà incontrare le dieci opere esposte, in dialogo con gli affreschi delle cappelline poste a sinistra dell’ingresso, la Vergine col Bambino e il Cristo Pantocrator. Giovinale sostiene che “più che essere un’esperienza del vedere, attraverso queste dieci opere è possibile percorrere il sentiero del sentire, in un luogo di purificazione. Un processo lento di assimilazione che ogni artista, nella personale relazione con il tema della mostra, ha prelevato dall’identità che ispira da secoli questo Battistero paleocristiano”. Lo stesso, precisando poi di aver concepito questa iniziativa come una mostra laica, “nel senso più ampio e inclusivo del termine, nonostante il portato spirituale che impregna la totalità delle opere proposte”, ne sintetizza il senso definendola “una mostra che ci interroga, ci scuote, su questo bisogno di sete, atavico dell’uomo moderno. Legame indissolubile, fin dal principio quando Dio separò le acque dopo aver separato la luce dalle tenebre. Prima ancora della creazione dell’uomo e fino alle penultime parole, ‘ho sete’, in quel corpo tormentato dal dolore e dal bisogno di bere, prima di chinare il capo. Prima, per volere del Padre, che sia “tutto compiuto”. Ma che sete è una sete priva di fede?” La mostra, che si avvale del patrocinio di Regione Campania, Provincia di Salerno, Comune di Nocera, Ufficio Diocesano Beni Ecclesiastici e edilizia di culto, Museo San Prisco e Parrocchia Santa Maria Maggiore, sarà visitabile fino all’8 novembre.

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