Questa sera, alle ore 18,30 nella Chiesa di Santa Maria di Portosalvo a Napoli in Via Alcide de Gasperi, 42 si terrà l’inaugurazione del progetto Art éco a cura della Cooperativa Sociale Culturadice con il sostegno del Comune di Napoli, anticipata alle ore 17:00 da un flash mob per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza della sostenibilità ambientale, creando un ponte tra arte e impegno civico. “Art éco” è articolato in una mostra d’arte contemporanea e quattro laboratori artistici che avranno l’obiettivo di favorire in bambini, ragazzi e adulti la consapevolezza ambientale attraverso l’arte. Il progetto, che vede come protagonisti Gilda Pantuliano, Cesare Mondrone e Michela Frungillo, pone al centro dell’attenzione il tema della sostenibilità ambientale in un viaggio che parte dalla ricerca sui materiali inquinanti dei mari fino all’espressione delle emozioni legate alla contemporaneità. Attraverso le loro opere, gli artisti stimolano riflessioni su ecologia, consumo e rigenerazione. L’artista “si avvale di una comunicazione (s)oggettiva, anticonvenzionale, senza frontiere, in cui arte e vita sono allineate a medesimi percorsi. Da artivista si fa carico di portare a conoscenza fatti spesso ‘intenzionalmente minimizzati, se non addirittura celati dall’informazione mainstream, una ricerca, la sua, di fotografia contaminata, che, dalla chiara e inconfondibile etichetta, rompe il silenzio, si schiera, risuona potentemente agli uditi più duri, e illumina-abbaglia l’oscuro oblio dell’indifferenza. L’opera di Gilda Pantuliano spaziando tra medium diversi invita ad una fruizione che travalica la sola visione, sensibilizza gli spettatori a sentire, a partecipare, divenire cittadini attivi, non solo in termini di testimonianza ma custodi impegnati ed efficienti dell’ambiente. L’artista salernitana, propone alcuni lavori della ricerca artistica Le orme sull’acqua nata a Procida nel 2013, una commistione tra ecologia, introspezione psicologica e geometria. L’intento, attraverso la tecnica del collage digitale realizzato con foto alle reti da pesca, è la sensibilizzazione su vari fenomeni (marine litter, pesca fantasma, sovrapesca e altri) nefasti per l’ecosistema marino. Tecnica e tematica estremamente contemporanee, dunque, per un invito al recupero della tradizione come identità di un luogo e come memoria da tramandare, come nel caso della realizzazione delle reti da pesca in canapa – biodegradabili – in tutto il Mediterraneo soppiantata, a partire dagli anni Sessanta, dalla produzione di quelle in nylon con tutte le problematiche ambientali correlate. Nel 2022 l’artista ha creato, in occasione della sua mostra personale patrocinata, tra i numerosi Enti, da Procida Capitale Italiana della Cultura 2022, nuovi lavori che integrano l’antropologia tra le tematiche trattate ne Le orme sull’acqua reinterpretando in chiave attuale un’antica e controversa usanza isolana basata su misteriosi manufatti ricamati, I Quadrilli, che affonda le sue radici nel culto foggiano della Madonna Iconavetere arrivato forse sull’isola grazie a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. I Quadrilli sono piccoli quadri reliquiari che custodiscono un frammento del velo della patrona di Foggia e che le bizzoche procidane solevano interrogare per dare responsi sul presente ignoto e il futuro ad altre donne. Una tradizione segreta di donne rivolta alle donne nella quale, attraverso l‘interazione tra la “lettrice” e la consultante durante la “lettura” del Quadrillo, convergono fede, veggenza e divinazione in un viaggio nella terra della religione popolare, lungo quella linea di confine estremamente sottile tra sacro e profano che caratterizza molte usanze legate al mondo della pesca. Linea sottile e inquieta proprio come le intricate trame create dai fili delle reti da pesca che ricorrono nei Quadrilli reinterpretati dall’artista in tecnica mista (velo, specchio, cartoncino e pigmenti metallizzati) sul fondo geometrico digitale fittamente ricamato – un chiaro richiamo alla tradizione isolana del ricamo “a cocciole” del costume di Procida – e sul quale è innestato il tipico inserto ovale di velo nero su specchio che le “lettrici” fissavano per dare il responso alle consultanti, contornato e impreziosito da una corona in paper cut oro che richiama la dimensione sacra originaria di questi manufatti in un connubio tra tecniche contemporanee e classiche e due realtà secolari che connotano la realtà di Procida: quella dei Quadrilli e quella della pesca o, più in generale, del rapporto simbiotico degli isolani con il mare. Di frequente, infatti, a chiedere il consulto erano proprio le donne, con la loro inquietudine da placare per l’assenza di notizie sui propri uomini lontani in mare per lunghi periodi. Lo stato d’animo di queste donne (che, in parallelo, si proietta nella odierna ecoansia, fenomeno in ambito psicologico di inquietudine, depressione e senso di colpa per i cambiamenti ambientali in atto studiato in ambito accademico) è reso graficamente con la trama contorta e solo apparentemente caotica, ma in realtà regolata da assi e simmetrie, dei fili delle reti che creano grovigli di linee serpeggianti, forme astratte nelle quali, come in un test di Rorschach, ognuno può scorgere figure e simbolismi affini alla propria interiorità o seguire le suggestioni indicate dai titoli. I Quadrilli come specchi magici per interrogarci anche sul futuro del pianeta Terra. In occasione della chiusura si terrà un concerto della Band Capone Bungt e Bangt, nota per l’utilizzo di strumenti musicali realizzati con materiali di riciclo.
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