Luigi Montella a Nordio: «Si rispetti l'Avvocatura» - Le Cronache Attualità
Attualità

Luigi Montella a Nordio: «Si rispetti l’Avvocatura»

Luigi Montella a Nordio: «Si rispetti l’Avvocatura»

L’avvocato Luigi Montella del Foro di Nocera Inferiore e presidente di Libera Associazione Forense ha inviato una replica, attraverso il nostro quotidiano, al ministro del dicastero della Giustizia. «In occasione di una sua visita a Cetara – ha scritto il legale nocerino – per partecipare al Convegno sull’intelligenza artificiale organizzato da Magistratura Indipendente, il Ministro Nordio ha affermato: “siamo sotto organico di 1300 magistrati e per la prima volta siamo in grado di colmare gli organici di 1300 unità perché abbiamo istruito quattro concorsi e un quinto è in fieri, ma soprattutto abbiamo i soldi. Ma qual è il problema? In parte è amministrativo e normativo e lì provvediamo noi, in parte sono le Commissioni che giudicano sulle assunzioni dei magistrati composte anche da avvocati e docenti universitari: qualche giorno il professore manca, un altro giorno l’avvocato ha una causa, etc”, (Cfr. “Le Cronache” del 29.09.2024). Il Guardasigilli, poi, ha aggiunto: “bisogna che chi fa parte delle Commissioni, visto che non viene inserito d’ufficio, ma lo chiede, sappia che non è una sine cura e nemmeno una gratificazione anzi è un munus pubblicum estremamente importante, un servizio essenziale. Ma è un servizio che deve rendere”, (Cfr. “Le Cronache” del 29.09.2024”)». L’avvocato Luigi Montella ha sottolineato: «Prendiamo positivamente atto della volontà del Ministro di colmare con rapidità il vuoto di organico del personale di magistratura. Ci sorprende, invece, la sua affermazione secondo cui le commissioni esaminatrici (di cui fanno parte anche docenti universitari e avvocati) non renderebbero così come si dovrebbe perché “qualche giorno il professore manca, un altro giorno l’avvocato ha una causa”». Il presidente di Libera Associazione Forense, – sodalizio noto per aver sollecitato, anni addietro, ben due interrogazioni parlamentari volte a colmare il vuoto di organico che affliggeva il Tribunale di Nocera Inferiore nonché seriamente impegnato nella formazione, avendo organizzato Convegni su tematiche giuridiche di considerevole interesse per la categoria forense con relatori di altissimo profilo – non ha esitato a manifestare il proprio disappunto per le dichiarazioni del Ministro Nordio. «Trattasi di affermazioni, per un verso ingiuste e, per altro verso incomprensibili. – ha evidenziato Montella – Invero, da un lato, è ingiusto generalizzare, scaricando indistintamente su una categoria (docenti e avvocati) il non esaustivo funzionamento delle Commissioni. Dall’altro, poi, le affermazioni del Guardasigilli sono, come detto, incomprensibili in quanto il Ministro sa che la composizione e il funzionamento delle Commissioni di concorso in magistratura sono disciplinate dal R.D. n. 1860 del 1925 nonché dal Decreto Legislativo del 05.04.2006 n. 160 che all’art. 5, capoverso 8, testualmente recita “l’esonero dalle funzioni giudiziarie o giurisdizionali, deliberato dal Consiglio Superiore della Magistratura contestualmente alla nomina a componente della commissione, ha effetto dall’insediamento del magistrato sino alla formazione della graduatoria finale dei candidati”. Dunque – ha proseguito l’avvocato di Nocera Inferiore – assistiamo ad un vero paradosso in ragione del quale la norma testè citata prevede l’esonero dalle funzioni giurisdizionali per i magistrati-commissari, ma nulla di analogo è previsto per i docenti universitari e gli avvocati, con l’ovvia conseguenza che i primi non possono esimersi dagli obblighi accademici né i secondi possono disattendere – ancorché nominati in Commissione – gli obblighi (e le responsabilità) derivanti dal conferimento del mandato professionale loro conferito dai clienti. Se il Ministro intende rendere più efficienti le Commissioni per il concorso in magistratura cambiasse la norma prevedendo analoghe tutele per i docenti universitari. Quanto all’Avvocatura, vorrei ricordare al Ministro che la classe forense, tra indicibili sacrifici, anche di natura economica, (basti pensare a quanti valenti Colleghi sono stati costretti a cancellarsi dagli albi e ad abbandonare il sogno della libera professione per transitare nei ruolo della Pubblica Amministrazione pur di avere la certezza di un reddito fisso mensile), ha dato e continua a dare il proprio contributo per l’efficientamento del “sistema giustizia”, talvolta adeguandosi a riforme che – in nome della “famosa” produttività – non solo non hanno sortito il tanto auspicato effetto deflattivo del contenzioso ma, con l’esasperato tecnicismo introdotto dal processo telematico, (vedi la cd. “trattazione scritta”), hanno svilito la funzione dell’avvocato allontanandolo dal processo».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *