"Il premio non era destinato a Pepe" - Le Cronache Provincia
Provincia Contursi Terme

“Il premio non era destinato a Pepe”

“Il premio non era destinato a Pepe”

di Erika Noschese

Il premio Sele d’Oro Mezzogiorno non è destinato a Vincenzo Pepe ma alla memoria di Elena Croce. A ribadirlo è l’organizzazione del Premio che smentisce il docente universitario, indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato che, attraverso i social, parla di un riconoscimento “conferito al prof. Vincenzo Pepe” (sì, sui suoi canali social parla di sé in terza persona). «Tra i premi assegnati dalla Giuria del Premio Sele d’Oro Mezzogiorno in occasione della XL edizione del premio stesso c’è il premio speciale alla Memoria di Elena Croce. Il premio è stato assegnato con la seguente motivazione: «Il Premio Speciale della Giuria viene assegnato alla memoria di Elena Croce, tra le figure più rappresentative della cultura del ‘900: scrittrice, memorialista, autrice di biografie esemplari dell’Italia unita (De Sanctis, Silvio Spaventa), pioniera appassionata della battaglia per la difesa dell’ambiente, in un periodo tra il 1950 e il 1980 che registrò un vero «processo di distruzione, sempre più grave e più intenso, del patrimonio nazionale». Fu una «Lunga guerra per l’ambiente», una storia di resistenza, di cui solo oggi si intende il significato sociale e il carattere rivoluzionario. A trent’anni dalla prima legge di tutela del paesaggio firmata da Benedetto Croce, Elena Croce si fece promotrice nel 1955 di «Italia Nostra», la più antica associazione italiana di tutela dei beni culturali, artistici e naturali, che ridisegnò un’idea ampia di ambiente, sia agrario che urbano, comprensivo di territori, monumenti e palazzi da salvare, ma anche di costruzioni da abbattere. Opera duratura e ispiratrice, nei suoi termini militanti, quasi epici, nell’imporre il nesso fra coscienza ambientale e coscienza civile. La definizione di «ambientalismo umanistico», proposta dalla critica recente, dà conto della duplice tensione intellettuale di Elena Croce, espressa nell’azione pugnace per i Beni culturali materiali e immateriali e nella testimonianza incisiva della parola scritta. Questo premio alla memoria è dunque un premio al futuro di un lungimirante passato, da non dimenticare – ha ricordato l’organizzazione della kermesse nella sua lettera di chiarimenti indirizzata a Le Cronache – Lo attesta la nascita e lo sviluppo della Fondazione Giambattista Vico, qui rappresentata dal Direttore scientifico Prof. Vincenzo Pepe e dal consigliere Dott. Salvo Iavarone, che ha sede nel Palazzo De Vargas a Vatolla, da Elena Croce salvato dalla rovina, sottratto a una destinazione condominiale e invece restituito alla vita istituzionale della Cultura come servizio alla comunità e come energia etico-politica, promotrice di identità. La Fondazione, nel ricordo del soggiorno del giovane Vico nel castello di Vatolla, ha saputo realizzare la profetica sollecitazione di Elena Croce e Gerardo Marotta e, attraverso il recupero degli antichi spazi, ha creato nella sede del Palazzo de Vargas un centro operoso di iniziative culturali, di formazione e di identità del luogo, proseguendo una linea di pedagogia politica e di affermazione valoriale». Dunque, ribadiscono ancora «come si evince chiaramente dalla motivazione, è opportuno ripeterlo e sottolinearlo, il premio è stato assegnato alla Memoria di Elena Croce. Poiché, come si legge nella stessa motivazione, “questo premio alla memoria è dunque un premio al futuro di un lungimirante passato”, la Giuria ha inteso consegnare la statuetta simboleggiate il Premio Sele d’Oro alla Fondazione Giambattista Vico. La statuetta, dunque, non è stata attribuita a una persona fisica ma alla Fondazione stessa. Fondazione che, nel corso della cerimonia di premiazione della XL edizione del Sele d’Oro, è stata rappresentata dal direttore scientifico e da un consigliere della stessa. Si precisa, inoltre, che la statuetta, sempre nell’ambito del premio alla memoria di Elena Croce come “premio al futuro di un lungimirante passato”, è stata consegnata, nel corso della stessa premiazione, anche alla Fondazione Biblioteca Benedetto Croce».

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