Giovanna Bufano, per molti oggi Zia Giannina, classe 1924 oggi si appresta a compiere i suoi primi 100 anni. Nata ad Olevano sul Tusciano l’8 agosto del 1924 ma di origini calabre, nonna Giovanna è la dodicesima di dodici figli. Un secolo di vita, ricorda oggi tra la gioia e il dolore quello che la vita le ha donato. I ricordi sono tanti, e dopo tutti questi anni iniziano ad accavallarsi tra di loro. È nel ricordare gli anni della Seconda guerra mondiale che chiude gli occhi, come a voler tornare per un attimo accanto alla quindicenne che era e rivivere ciò che ha passato. Sono passati molti anni, troppi, ma ricordo ancora tutto molto bene. Siamo scappati verso la montagna, alle grotte. Ci siamo rifugiati nella Grotta di San Michele. Eravamo in tanti ad aver abbandonato le nostre case. Siamo rimasti in montagna per molto tempo e solo quando la guerra è finita siamo tornati in paese, alle nostre case. Il ritorno lo ricordo con molto dolore – continua la signora Giovanna – vicino alla mia casa, sono morte 18 persone. Molte famiglie hanno pianto i propri cari, affrante dal dolore della perdita. È stato un periodo molto difficile per vivere. Bisognava stare attenti ma anche riuscire a procurarsi il cibo per vivere. Mia sorella accompagnata da un nipote insieme con una mula, scendevano in paese a prendere le provviste. Si recavano da un fratello rifugiato verso i monti di Eboli. Non era facile, il ponte non c’era più, bisognava attraversare il fiume a piedi. Ricordo ancora il peso dei sacchi di pasta caricati sulla testa. Furono anni molto difficili quelli della guerra, anni che hanno lasciato ricordi indelebili nella memoria di nonna Giovanna. Persone temprate dal tempo, dalle vicissitudini della vita che non sempre sono state belle. Di quei lunghi duri anni la Bufano porta con sé il grande sacrificio del suo caro padre gravemente malato ma che non li ha abbandonati mai. Privo di forze, restava quasi tutto il tempo chiuso in un piccolo alloggio che a fatica erano riusciti a costruire in un piccolo angolo della grotta. A guerra finita, come un esodo sono tornati ognuno verso le proprie abitazioni. Un passo alla volta e con molta forza di volontà nonna Giovanna con i suoi fratelli e i propri compaesani hanno ripreso in mano le proprie vite e nel cercare nella sua lunga memoria un ricordo felice torna ai matrimoni dei sui numerosi fratelli. Avevo nove anni, ricordo che stavo seduta vicino ad un tavolo al matrimonio del mio caro fratello, c’erano tantissimi dolci. Li assaporo ancora, ne ho mangiati davvero tanti. Furono momenti di festa bellissimi trascorsi con i miei familiari. Affetti che lei ricorda oggi con tanto amore e verso i quali sono rivolte le sue preghiere. Una vita dedicata tanto al lavoro, iniziato in giovane età. Aveva solo 18 anni quando ha iniziato al lavorare al tabacchificio. Anni belli, condivisi con le amiche del paese. Nonna Giovanna ha dedicato la sua intera vita alla propria famiglia, non sposandosi mai, si è presa cura prima dei propri genitori e poi dopo dei suoi fratelli e sorelle più grandi. Nel ricordare la sua vita, e le strade che ha percorso, sorridendo esclama, Non cada foglia che Dio non voglia. Ognuno di noi ha un proprio cammino da percorrere scritto da noi dalla fede. Pensando ai giovani oggi e a come è cambiata la società in un secolo di vita si rivolge a loro ricordandogli di non abbandonare mai la fede, di lavorare e mandare avanti la propria vita facendo del bene. Nonna Giovanna – felice di questa lunga chiacchierata – ed io – con un ricordo bellissimo di cui sarò sempre geloso – ci siamo salutati con sorrisi pieni di tenerezza regalati da una nonna verso uno dei suoi tanti nipoti che spera di esserle riuscito a regalare un breve momento felice. Cosmo Nicolino
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