Renzi, campione nei cambi di posizione - Le Cronache Ultimora
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Renzi, campione nei cambi di posizione

Renzi, campione nei cambi di posizione

di Alberto Cuomo

L’avvento dei social ha condotto ad una società narcisistica, costituita da narcisi che, ritenendo di interloquire e comunicare con altri, non si avvedono di parlare solo con sé stessi, riflettendosi di fatto nello schermo del pc. È evidente, particolarmente nei più giovani, adusi ai social anche attraverso lo smartphone, a sua volta complice, nell’uso dei selfie, della diffusione del narcisismo, come in molti si sia maggiormente attenti alla propria immagine, da riferire alle indicazioni dei cosiddetti influencer, che non ai contenuti, alle idee, ai valori da perseguire. Anzi, le idee stesse sono intese quali possibili abiti, prive di approfondimenti cioè, di cui vestirsi per esporsi agli altri. Così è, ad esempio, per la retorica dei gesti esteriori del fascismo, o dell’ambientalismo che nascondono senza affatto rivelare il vero significato delle ideologie indossate dai ragazzi con camicie nere o con scarpe ecologiche. Anche i gusti musicali dei più giovani rivelano la totale disattenzione verso la musica mentre, se le parole dei rapper manifestano i loro disagi, questi sono colmati da scenografie eccessive, da mises e tatuaggi rivolti a colpire la vista in luogo dell’udito. E non è un caso che i giovani scoprano il musicale attraverso i cantanti e i gruppi del secolo scorso, uditi per caso nelle loro scorribande sugli smartphone, traducendolo in ritmi altri, più liberi, per farne nuove cover. Basterebbe inoltre recarsi ad un qualunque concerto, anche di musicisti e cantautori più tradizionali, per vedere lo sfarzo di luci colorate, sfondi luminescenti, improvvisi fuochi che mostrano come sia prevalente l’immagine rispetto ai suoni. Qualcuno, più furbo, finge di avere una buona cultura richiamando l’opera totale di Wagner o Skrjabin, secondo i suggerimenti dei propri manager, senza saper approfondire oltre. E di narcisismo sono affetti spesso anche gli adulti, quelli che maggiormente vivono di immagine, come gli attori o i cosiddetti opinionisti televisivi e finanche i politici che pure dovrebbero affrontare e risolvere i problemi concreti dei cittadini. Si pensi a Renzi, campione nei repentini cambi di posizione politica pur di tenere viva la propria rappresentazione di bravo governante. O Conte, che durante il suo mandato di primo ministro entrava continuamente nelle nostre case, mediante la tivu, mostrandosi sempre indaffarato alla scrivania. O ancora al nostro De Luca per il quale ogni cosa compiuta, o solo iniziata, è “straordinaria”, “incredibile”, “storica”, onde accompagnare ai superlativi sé stesso, il proprio narcisistico ego. Ma le forme di narcisismo sono molteplici, si va dall’amplificazione del sé alla eccessiva valutazione positiva dei propri prodotti/esibizioni in realtà sterili. Anche in questo caso si pensi, per restare in ambito salernitano, alle false rassegne di successo, dei vari festival, quello della letteratura, il Giffoni film festival, etc. tutte manifestazioni inutili che non apportano niente alle nostre città, non ritorni economici né crescita culturale, utili solo al pavoneggiarsi degli organizzatori e, forse, alle loro tasche. Secondo Sigmund Freud il narcisismo è proprio ai bambini nella prima fase dopo la nascita, dal momento l’indirizzare l’interesse verso sé è necessario alla sua identificazione, alla confidenza con il proprio corpo. Dopo i primi anni e sino all’età prepubere, egli comincia a spostare il proprio interesse verso oggetti esterni, i genitori, e la pulsione sessuale verso il sesso opposto. Una alterazione di tale percorso sofferma il giovane nel narcisismo cui si accompagna spesso l’omosessualità. Di opinione diversa è Lou Andreas Salomè, che ritiene la donna-narciso detentrice di una sorta di femminilità aumentata che la dispone verso gli altri e, persino, ad una sessualità plurima. Oltre l’opinione di tali autori è indubbio che il narcisismo attuale ha veramente condotto a rendere confuso l’oggetto delle pulsioni e, pertanto, alla fluidità gender già oggi abbastanza diffusa. Sin qui niente di male, forse la società futura sarà caratterizzata dalla promiscuità con nuove regole sulle unioni e la procreazione, e però la perdita dell’oggetto rischia di condurre ad un infecondo solipsismo che renderà i soggetti più deboli, ovvero meno creativi, meno consapevoli, meno attivi, più vulnerabili e manovrabili. Ad alimentare la perdita dell’oggetto cui indirizzare le pulsioni è la cosiddetta intelligenza artificiale che sta alterando il mondo. In alcuni paesi già sono in essere intere fabbriche robotizzate, che fanno a meno degli uomini. Un tempo si leggeva da libri che erano anche oggetti di desiderio da riporre nelle nostre librerie, oggi si possono avere intere biblioteche, mediante e-book, in un i-pad, e a tanto si stanno adeguando le scuole, dove in alcuni casi non si sfogliano più libri e quaderni. In arte sembra siano venute meno le opere, gli artisti compiono performances o oggetti che si autodistruggono. Le criptovalute stanno sostituendo le monete tradizionali, e già qui si può comprendere come, in tale vaporizzazione, ovvero nell’assoluto distacco del sistema monetario da quello dell’economia reale, si avvantaggiano non solo le banche o gli stati non democratici, quanto anche il malaffare, i poteri mafiosi. In tale universo fatuo, inconsistente, inconcreto, l’individuo è sicuramente in affanno e, come ha sostenuto, già nel 1956, Gunther Anders, allievo di Heidegger e marito divorziato di Annah Harendt, l’uomo diviene “antiquato”, costretto ad inseguire la tecnologia incapace ormai di dominarla. L’uomo sarà allora, oltre il narcisismo e come in “Matrix”, solo un serbatoio di vecchie memorie?

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