Si facevano pagare merce mai consegnata per poi trasferire i soldi su altri conti per evitare i rimborsi. Sono 14 gli indagati di cui 5 tra Nocera Inferiore e Nocera Superiore. Sono accusati a vario titolo per i reati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio. Il sito Bushop (che non esiste più) prometteva risparmi fino al 60% a chi avesse avuto la pazienza di aspettare anche 60 giorni per ricevere il proprio ordine. Quando i clienti avevano chiesto il rimborso perché i prodotti non erano arrivati, però, i soldi non c’erano più. Secondo la ricostruzione degli investigatori, la Bushop, operante sul territorio nazionale per la vendita di prodotti informatici a mezzo online, avrebbe richiesto alla società Nexi 3.319 richieste di storno presentate dai clienti a causa della mancata consegna dei beni precedentemente venduti, per un totale di circa 900mila euro.. La Nexi aveva provveduto a riaccreditare le indicate somme sulle carte di credito dei clienti che avevano effettuato gli acquisiti e richiesto il rimborso, senza ottenerlo per incapienza patrimoniale della Bushop. Secondo l’ipotesi accusatoria, peraltro, tale ultima società avrebbe disposto delle somme ricevute dai clienti attraverso plurimi bonifici ad altri soggetti (destinatari della misura cautelare reale) senza valide ragioni economiche ovvero avrebbe utilizzato tali somme per costituire nuove persone giuridiche a loro volta destinate a reiterare la commissione degli indicati delitti. Di fronte alla insolvenza della Bushop l’ufficio di Procura chiedeva ed otteneva dal Tribunale la sua liquidazione giudiziale, all’esito della quale veniva ipotizzato il delitto di bancarotta fraudolenta documentale, patrimoniale ed impropria, ed ipotizzando la presenza di amministratori di diritto e di fatto che, in concorso tra loro, anche avvalendosi dell’opera di un dottore commercialista, avrebbero cagionato dolosamente il fallimento della società, oltre a distrarre il patrimonio aziendale, recando così un pregiudizio ai creditori. In seguito all’insolvenza della Bushop, la Procura aveva chiesto e ottenuto dal Tribunale la liquidazione giudiziale, che aveva portato all’ipotesi di delitto di bancarotta fraudolenta documentale, patrimoniale ed impropria, e all’ipotesi della presenza di amministratori di diritto e di fatto che, in concorso, anche con l’aiuto di un commercialista, avrebbero causato il fallimento della società e fatto sparire il patrimonio aziendale. Ora gli indagati potranno rendere dichiarazioni al pm della procura di Salerno prima della richiesta di processo.
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