Il cardinale Zuppi domani a Salerno - Le Cronache Ultimora
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Il cardinale Zuppi domani a Salerno

Il cardinale Zuppi domani a Salerno

di Antonio Manzo

Non avrebbe mai immaginato don Matteo Zuppi di dover aprire un giorno, e di buon mattino, le porte di Santa Maria in Trastevere ad Enrico Berlinguer in un’ora destinata dai politici cattolici di frequentare la Messa quotidiana, come era solito fare Oscar Luigi Scalfaro. Sull’uscio era pronto a bussare Enrico Berlinguer, il segretario del PCI che voleva parlare proprio con la comunità ecclesiale di Sant’Egidio. Il giovane vice parroco Matteo Zuppi lo accolse con sorpresa ma calorosa accoglienza, e sperimentò da quel giorno l’ attitudine di un prete che sarebbe diventato negli anni ambasciatore per conto di papa Francesco nella guerra Ucraina –Russia. Don Matteo Zuppi, ora cardinale e presidente dei Vescovi italiani sarà lunedì sera a Salerno protagonista di una delle serate della rassegna “Colline Salernitane” organizzate dl giornalista Eduardo Scotti. Il cardinale ambasciatore è uno degli più accreditati al prossimo Conclave per la successione a Papa Francesco (è uno scherzo da prete, ipse dixit con bonaria e arguta ironia). Don Matteo aveva dieci anni quando l’allora tv in bianco e nero trasmise l’immagine di Paolo VI nel discorso all’Onu, ed illustrò il famoso “manifesto al mondo” a tutti i Grandi della Terra. Era il 4 ottobre del 1965. Mai ad immaginare dopo decenni che nella stessa data sarebbe stato firmato a Roma l’accordo di pace in Mozambico. Il cardinale Zuppi arriva a Salerno con un bagaglio di tutto rispetto di un ambasciatore che è nato da un prete. Fu uno dei protagonisti dell’accordo di pace in Mozambico che pose fine a 17 anni di guerra civile grazie alla mediazione della Chiesa e della comunità di Sant’Egidio. Il Paese africano era colpito da violenze jihadiste che portarono anche alla morte violenta della missionaria comboniana Suor Maria De Coppi. Diciassette anni di conflitto tra l’esercito del governo di Joaquim Chissano del Fronte di Liberazione del Mozambico (FRELIMO) e i guerriglieri anti-comunisti della Resistenza nazionale del Mozambico (RENAMO) guidata da Afonso Machacho Marceta Dhalakama. Ma perché Enrico Berlinguer si vestì da mediatore per la pace in Mozambico? Fu lui a chiedere ai mozambicani la pratica della libertà religiosa. Erano gli anni della famosa lettera a Berlinguer del vescovo Luigi Bettazzi, vescovo d’ Ivrea scomparso un anno fa il 16uglio 2023. Decisivo per la mediazione dell’accordo fu il lavoro della Comunità di Sant’Egidio, con il fondatore Andrea Riccardi e l’attuale cardinale Matteo Maria Zuppi, ora presidente della Cei, il vescovo di Beira Jaime Pedro Gonçalves e il sottosegretario agli Affari esteri italiano Mario Raffaeli. L’allora segretario generale dell’Onu, Boutros-Ghali, ricorda Sant’Egidio in un comunicato celebrativo dell’anniversario, parlò di “formula italiana” per descrivere “l’attività pacificatrice” della Comunità, “unica nel suo genere” perché fatta di “tecniche caratterizzate da riservatezza e informalità”. Fu il primo successo di pace voluto dalla comunità di Sant’Egidio con la firma, 30 anni fa, di un accordo che mise fine ad una guerra, disse l’allora giovane vice parroco, che era <veramente il potere delle tenebre>.t Quattro —– furono i mediatori: il rappresentante del Governo Italiano, l’allora sottosegretario agli Esteri Mario Raffaeli, due persone della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi che sarebbe stato anche ministro del governo Monti, monsignor Matteo Zuppi e poi monsignor Jaime Goncalves, che era il vescovo di Beira. <Fummo mediatori – ricorda il cardinale Zuppi- perché eravamo i “facilitatori” del primo incontro ufficiale tra il governo e la RENAMO che avvenne nella sede della Comunità di Sant’Egidio>. Domani sera Salerno, a partire dall’arcivescovo fiorentino Andrea Bellandi, lo saluterà augurandogli che lui diventi uno dei protagonisti di pace nel conflitto Ucraina- Russia con lo stesso successo che pazientemente Giorgio La Pira ebbe nel dialogo con Mosca. conflitto Ucra

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