Europee. Caterina Miraglia: L’Europa si è dimostrata impreparata - Le Cronache Ultimora
Campania Ultimora

Europee. Caterina Miraglia: L’Europa si è dimostrata impreparata

Europee. Caterina Miraglia: L’Europa si è dimostrata impreparata

di Erika Noschese

«L’Europa si è mostrata impreparata di fronte al nuovo panorama geopolitico, economico e tecnologico che si è delineato negli ultimi anni. I processi decisionali dell’Unione Europea e le sue strategie politiche sono stati concepiti per un mondo antecedente il covid, i conflitti in Ucraina ed in Medio Oriente, e non sono in grado di contrastare sul piano economico le grandi potenze, che stanno monopolizzando la catena di approvvigionamento delle tecnologie avanzate». Lo ha dichiarato Caterina Miraglia, docente universitaria, già assessore regionale della Campania, Presidente della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee, soggetto gestore del Museo Madre e delle attività culturali ed artistiche ad esso connesse. La Miraglia – candidata per la Circoscrizione n. 9 di Napoli alle elezioni della Camera dei Deputati nelle politiche del 2018, riportando 28.305 voti – è ufficialmente in campo per le prossime Elezioni Europee con la lista Stati Uniti d’Europa nel collegio sud. Miraglia candidata alle Europee con la lista Stati Uniti d’Europa, qual è il suo obiettivo. «Le imminenti elezioni europee rivestono una importanza strategica, che va ben al di là della competizione tra le liste politiche nazionali scese in campo. L’Europa si è mostrata impreparata di fronte al nuovo panorama geopolitico, economico e tecnologico che si è delineato negli ultimi anni. I processi decisionali dell’Unione Europea e le sue strategie politiche sono stati concepiti per un mondo antecedente il covid, i conflitti in Ucraina ed in Medio Oriente, e non sono in grado di contrastare sul piano economico le grandi potenze, che stanno monopolizzando la catena di approvvigionamento delle tecnologie avanzate. La lista Stati Uniti d’Europa, che unisce ad Italia Viva altre forze politiche di risalente tradizione, è l’unica che propone un progetto rifondativo dell’Unione Europea, in grado di affrontare le sfide del mondo globalizzato. È per questo motivo che ho accettato con convinzione, dopo una profonda riflessione, i pressanti inviti che mi sono pervenuti per scendere in campo con lista Stati Uniti d’Europa per un rinnovato impegno politico. Se questa è la sfida epocale che ci attende, il mio obiettivo è quello di partecipare con sobrietà ma con fortissima motivazione all’attuazione del progetto politico degli Stati Uniti d’Europa». Qual è la sua idea di Europa? «Sappiamo bene che verso l’Unione Europea si è creato un clima di diffusa e crescente sfiducia, in cui si contesta non infondatamente la miopia e l’asfissia delle politiche comunitarie e la sua inadeguatezza sulle grandi sfide del nuovo mondo: lo sviluppo e la competizione industriale, il progresso tecnologico, l’approvvigionamento energetico, la tutela dell’ambiente e, non ultimi, la difesa militare e lo sviluppo sociale. Sono interprete, in piena sintonia con il progetto di Stati Uniti d’Europa, della necessità di operare ulteriori cessioni di sovranità e creare nuove forme di partenariato, in grado di promuovere ed attuare in modo rapido ed efficace i processi decisionali, ispirandoli ad una nuova visione politica comune. L’Europa in cui credo è quella che, superando anacronistici nazionalismi, dovrà rivestire un ruolo di leadership nel mondo globalizzato tutelando al contempo in modo equilibrato gli interessi degli stati membri. Un’Europa unita come gli Stati Uniti, ma ispirata a modelli di solidarietà e di coesione sociale». Come avvicinare i giovani all’Europa? «Diversamente da quello che comunemente si crede, i giovani non sono affatto insensibili alle grandi questioni che interessano il loro futuro e, quindi, il futuro dell’Europa. Il loro distacco dalla politica, al pari di quello dell’elettorato in generale, dipende dalla dilagante sfiducia nutrita verso i partiti politici nazionali e le loro classi dirigenti, spesso impantanate in polemiche provinciali e conflittuali di corto respiro. I giovani devono essere riavvicinati prima alla politica piuttosto che all’Europa, che peraltro ha da tempo aperto loro le porte del mercato del lavoro. E questo sarà possibile soltanto se la politica sarà in grado di recuperare la sua più alta e nobile funzione di guida verso le sfide del futuro, offrendo visioni e progetti aperti alla condivisione di tutte le generazioni: come a me pare stia facendo la lista Stati Uniti di Europa. Detto questo, la mia storia testimonia di una costante sensibilità ed attenzione al mondo giovanile. Come docente universitario in oltre quaranta anni ho contribuito con rigore alla loro formazione scientifica; quale Presidente e Commissario dell’Ente per il Diritto allo studio ho promosso varie iniziative per favorire il loro inserimento nel mondo dello studio e del lavoro; come assessore regionale all’istruzione ed alla cultura mi sono adoperata con il massimo impegno per superare le criticità della scuola e per promuovere le attività giovanili nel mondo delle arti, come ad esempio con il World Urban Forum». Agricoltura: gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da una serie di proteste: quali proposte? «Negli ultimi mesi la protesta degli agricoltori si è fatta sentire in maniera forte ed è stato un vero e proprio grido di allarme sociale, che ha coinvolto non solo il settore dell’agricoltura ma anche quello della pesca. Questi settori sono sempre più “schiacciati” da debordanti normative europee, imposte dalla Politica Agricola Comune (Pac) e dalla Politica Comune della Pesca (Pcp) che, per il raggiungimento del Green Deal europeo, stanno limitando in maniera rilevante l’operatività degli addetti del settore. A questo contesto europeo già critico si è aggiunta la posizione “ballerina” del Governo italiano che, prima ha previsto, in maniera scellerata, l’abolizione dell’esenzione Irpef per gli agricoltori, e poi ha fatto dietrofront a seguito delle proteste arrivate fin sotto i palazzi romani. Le proposte, che vanno portate all’attenzione del Parlamento Europeo, devono essere poche, semplici e chiare. Occorrono interventi normativi più equilibrati, che consentano agli operatori del settore di ritrovare competitività sui mercati, mettendoli nelle condizioni di lottare ad armi pari con la concorrenza internazionale, che in questi ultimi anni ha esportato sempre più in Europa. È necessario ascoltare di più chi vive quotidianamente la terra ed il mare: non abbiamo bisogno di un’Europa unita nella “protesta” ma di Stati d’Europa Uniti a difesa degli interessi comuni degli stati membri». Quali temi intende portare all’attenzione del Parlamento Europeo? «Diversamente da quanto avviene nel Parlamento Italiano, i meccanismi decisionali europei non consentono ad un deputato di proporre direttamente disegni di legge ma di contribuire attraverso le attività del gruppo cui appartiene, a sostenere le scelte politiche concordate. Ciò chiarito, un deputato europeo fa a monte la scelta dei temi che saranno portati all’attenzione del Parlamento Europeo nel momento in cui decide di accettare la candidatura in una lista, avendone condiviso il programma: cessione di sovranità nei settori strategici di interesse extranazionale, ristrutturazione in senso federativo delle competenze e dei poteri decisionali, nuove forme di partenariato per la competitività sui mercati internazionali, economie di scala per superare la frammentazione del mercato in settori strategici come quello dell’energia, della difesa e delle telecomunicazioni. In questa prospettiva è mia intenzione promuovere azioni finalizzate a mettere i giovani al centro del processo di rinnovamento dell’Europa, che ha bisogno della loro energia e creatività». Perché gli elettori dovrebbero scegliere lei? «Spererei anche per simpatia oltre che per ragioni di competenza. La verità è che i parlamentari, e specialmente quelli europei, per assolvere in modo efficace l’alto compito di cui sono gravati, dovrebbero possedere alcuni requisiti, quali la capacità di analisi critica, di lavorare in team e di gestire un progetto, saper elaborare e analizzare informazioni complesse, governare i processi decisionali, aver doti di negoziazione e di flessibilità. Non so se posseggo almeno qualcuna di queste doti, ma spero che chi mi vorrà dare fiducia possa essere rassicurato dalle esperienze della mia vita».