Si scaldano i motori a Capaccio Paestum in vista delle prossime amministrative. A lanciare la sua candidatura, con due liste a sostegno, è Emanuele Sica, presidente del consiglio uscente.
“A volte siamo chiamati a scelte difficili, a dover prendere decisioni cruciali, capaci di segnare in modo indelebile il corso degli eventi e della nostra vita. Decisioni che, al netto di tutte le giuste considerazioni del caso, tuttavia vanno assunte, con coraggio e risolutezza. Perché, quando si è animati da determinati valori e principi, dall’amore per il proprio territorio ed il rispetto per la propria comunità, non si può rimanere indifferenti difronte al declino, all’impoverimento sociale e culturale, oltre che materiale, che ci circonda. Non si può semplicemente girare lo sguardo, pensando che tutto sia frutto di un destino ineluttabile, limitandosi a sperare in un cambiamento futuro.
Il cambiamento passa per le azioni di coloro che, con determinazione, hanno il coraggio di sostenere le proprie idee, rendendosi artefici e protagonisti di un’alternativa. Donne e uomini capaci di incarnare quel desiderio di cambiamento che, in nessun modo, può essere frutto della gentile concessione “ad personam” di un padrone. Da mesi, ormai, si intensificano gli incoraggiamenti che mi incitano a superare ogni indugio, a non esitare oltre e ad essere protagonista, in veste di candidato sindaco, di un’alternativa per le prossime elezioni amministrative dell’8 e 9 Giugno 2024. Attestati di stima e fiducia che certamente mi gratificano e, allo stesso tempo, mi fanno sentire forte il peso di un tale impegno e delle responsabilità che ne conseguono.
Una sfida complessa, com’è giusto che sia. Una sfida che, tuttavia, umilmente, con spirito di servizio e rafforzato impegno e convinzione, sento il dovere di raccogliere. Una sfida che intendo affrontare con la stessa onestà, coerenza e passione che hanno sempre caratterizzato la mia azione politica. La nostra comunità versa ormai in evidenti condizioni di difficoltà, non solo rispetto al quadro nazionale, ma anche in confronto agli altri attori locali: i nostri più importanti settori produttivi, turismo ed agricoltura, sono in piena recessione, la disoccupazione è ai massimi storici e quella giovanile fa segnare numeri record, si registra un impoverimento crescente delle famiglie, una carenza, in termini quantitativi e qualitativi, dei servizi essenziali ed una gestione delle risorse pubbliche votata allo spreco con opere oltremodo onerose e prive di programmazione, a cui fa seguito un’azione di imposizione e prelievo dei tributi senza precedenti.
Serve un cambio di passo, un’azione politica che individui soluzioni concrete, capaci di riqualificare il nostro territorio, rianimare i settori produttivi strategici, rilanciare l’economia locale e l’occupazione, sostenere famiglie e imprese. Vanno riaccesi i riflettori su quei grandi temi che in questi anni sono scomparsi dall’agenda politica, quali, ad esempio, la delocalizzazione e realizzazione del nuovo mercato ortofrutticolo e della cittadella scolastica, la stazione ferroviaria, la riqualificazione di Piazza Santini e del centro di Capaccio Scalo, il riassetto e completamento dell’area PIP, il riordino del litorale con un serio piano parcheggi e dei servizi essenziali, la realizzazione dell’ultimo tratto dell’Aversana e la messa in sicurezza del fiume Sele. Così come deve ritornare centrale la questione della tutela e valorizzazione della fascia pinetata e del patrimonio arboreo, dei corsi d’acqua, del mare e della fascia costiera, della lotta agli sversamenti illeciti e, più in generale, della difesa delle bellezze naturali e dell’ambiente, fattori essenziali anche per il rilancio del turismo.
Su queste basi, su questo forte desiderio di cambiamento, libertà e rinascita, dalle scelte di coloro che, con determinazione e senza compromessi, hanno il coraggio di sostenere le proprie idee nasce la nostra proposta politica per il governo della città. Una proposta politica che vuole essere un invito ad agire, un appello a partecipare, ad unirsi, ad animare e sostenere il cambiamento. Perché è ora, nel presente, che si può e si deve costruire un futuro migliore”.